Recensioni che puzzano

E' ormai normale, per l'uscita di pellicole importanti, che escano alcune recensioni in anteprima benevole, come capitato per Il cavaliere oscuro. Per non parlare dei "pareri anonimi" che arrivano ai siti. Tutto genuino? Mmm...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

L'ultimo caso è avvenuto per The Dark Knight, il secondo episodio della saga di Batman creata da Christopher Nolan che da noi uscirà con il titolo de Il cavaliere oscuro. Peter Travers, giornalista di Rolling Stone, è stato il primo a recensirlo, con un parere decisamente entusiasta. Ci si può fidare? Jeffrey Wells sostiene proprio di no e mette il dito su una piaga fastidiosa dell'industria, ossia le major che decidono di mostrare una pellicola importante ad un giornalista 'fidato', che nel 99% dei casi tira fuori una recensione entusiasta. E' un modo per far felici tutti: la casa di produzione riceve della pubblicità positiva, mentre il giornalista e la testata che lo ospita possono vantare uno scoop. Ma va bene per il pubblico?

Difficile sostenerlo. Il problema, ovviamente, non è Il cavaliere oscuro, che (come potete vedere su Rottentomatoes) è stato accolto dalla critica in maniera fantastica. Il punto è che è veramente difficile avere fiducia in una recensione che parte da queste basi. Chi scrive, anche se ha assistito a centinaia di anteprime nella sua vita (alcune decisamente importanti e in anticipo, come Il gladiatore un mese prima che uscisse ovunque), si è trovato in questa situazione di 'esclusività' soltanto una volta, con Cloverfield, visto e recensito per primo in Italia. Francamente, è difficile rinunciare ad un'opportunità del genere, anche se poi, quando magari lo recensisci genuinamente come un ottimo film, magari qualcuno ti dà del venduto. Però, al di là della buona fede o meno di un giornalista, mettere la mano sul fuoco su questo tipo di scoop non è proprio facile.

 Ancora peggio quando a recensire i film in anteprima sono dei lettori/addetti ai lavori anonimi, che mandano i loro pareri a siti come AICN. In questo caso, non c'è neanche in gioco la reputazione di un giornalista con nome e cognome, perché l'anonimato non permette minimamente di farsi un'idea di chi sta parlando. Potrebbe, in teoria, essere qualcuno al servizio della produzione di una pellicola, che guarda caso ne parla benissimo. O potrebbe essere qualcuno che ne parla male, perché coinvolto con un titolo che uscirà nello stesso periodo e che può danneggiare un suo concorrente. Peraltro, è incredibile come major che danno embarghi ai giornalisti, accettino poi tranquillamente che dei siti pubblichino dei pareri anonimi.

recensione che puzzaOra, il discorso non avrebbe molto senso se poi, per un motivo o per un altro, anche noi non riprendessimo certi pareri. Da una parte, sarebbe logico trascurarli. Ma dall'altra, è indubbio che contengano comunque informazioni interessanti, che magari vogliamo far sapere ai nostri lettori. Per questo, abbiamo trovato una soluzione, che speriamo non venga vista come cerchiobottista. In queste situazioni, metteremo un bannerino nell'articolo (quello che vedete qui a sinistra) che farà capire a tutti che il parere in questione è da prendere con le molle. Ci sembra la miglior soluzione per non farvi perdere nulla, ma per rivelarvi esattamente come stanno le cose...

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