Rebel Moon: le scene più spettacolari del film e perché (probabilmente) Zack Snyder si è divertito a dirigerle
Zack Snyder che fa Zack Snyder al massimo in Rebel Moon. Ecco le scene più spettacolari dove il regista si è divertito a scatenarsi
Questa prima parte di Rebel Moon è tutto ciò che si immagina da uno Zack Snyder con le mani libere di fare quello che desidera: un regista fuori controllo, che spara al massimo tutto ciò che gli piace e passa da una scena madre all’altra come in uno showreel del suo immaginario. Un cinema per certi versi radicale, da prendere o lasciare.
L’articolo contiene spoiler di media entità sul film: leggete a vostra discrezione e se non avete ancora visto Rebel Moon, salvate l’articolo, guardate il film su Netflix e tornate qui!
Kora contro i soldati
Sembra di essere in Sucker Punch nella prima vera scena di combattimento. Ci sono gli uomini, militari del Mondo Madre cattivissimi, che stanno per abusare di una giovane di un villaggio da cui vogliono spremere ogni risorsa. La violenza ai danni della ragazza sembra destinata a svolgersi senza che nessuno possa fare niente. Ma arriva Kora. Un’altra donna, nonché colei che guiderà la ribellione. Lo scontro è impari: una contro tutti, ma la sequenza ci mostra le sue abilità speciali, e così senza troppa fatica sconfigge i cattivi.
Il volo di Tarak
Zack Snyder rifà Avatar a modo suo. Tarak viene reclutato dal manipolo di ribelli. Per imbarcarsi nella missione dovrà prima saldare un debito verso un uomo che possiede una creatura enorme, una sorta di maestoso ippogrifo. Per essere libero dovrà domarlo. La scena è enfatica al massimo e si trova nell’intersezione tra Jake Sully che cavalca l’Ikran di montagna e Sdentato che instaura un legame di fiducia con Hiccup in Dragon Trainer.
Mani tese, un lento avvicinamento tra i due e poi ancora, il momento in cui si spezzano le catene con grande fragore e il primo volo. Se si limitasse a questo sarebbe un film qualsiasi. In Rebel Moon Zack Snyder va ancora oltre e filma una corsa sulla montagna con un salto nel vuoto a rallentatore, in shilouette contro la luce di un sole fortissimo (!). Tarak piomba sulla creatura e la riporta a terra dove poi ucciderà l’uomo che la teneva prigioniera.
Più, di più e ancora di più. Questa è l’epica snyderiana.
Nemesis contro l’ibrido tra donna e ragno
Doona Bae nei panni di una guerriera misteriosa, abilissima con le spade, di nome Nemesis, contro Jena Malone. Lei interpreta un ibrido tra donna e un’aracnide gigantesca chiamata Harmada. L’aria inquinata dei bassifondi delle miniere in cui vive non le permettono di deporre le uova. Così per colmare il suo bisogno di maternità rapisce le bambine altrui.
Il design (piuttosto riuscito) sembra un po’ quelli di La cosa con uno spruzzo di generale Grievous. Perché quando Nemesis sfodera le due spade laser rosse i generi si incontrano nella scena più spettacolare del film.
Il combattimento visivamente è appagante, un divertimento quasi da scena di un videogioco in cui il design fa da padrone e l’esagerazione è parte del gusto. La sequenza è una parentesi nel film, ma è senza dubbio quella che più rimane in mente. Se Zack Snyder avesse mai diretto uno Star Wars probabilmente avremmo visto una lotta proprio come questa.
Lo showdown finale
I ribelli sono intrappolati dai soldati dell’impero. Però per la prima volta sono tutti insieme. Nei cieli c’è l’imponente Imperium dreadnought, la nave che porta distruzione sui mondi. È da abbattere e, quando i ribelli riescono a liberarsi, sappiamo cosa sta per succedere. Ovvero Zack Snyder che ingrana la quinta e dà tutto, ma proprio tutto, quello che gli piace.
Lens flare come se piovesse, rallentatori spettacolari e proiettili ovunque. Pur senza abbondare nel sangue le scene di lotta sono dirette: i pugni ci sono e si vedono, nessuno si risparmia, nemmeno Tom Holkenborg che picchia giù duro alla colonna sonora.
Mentre si svolge la battaglia c’è quel mostro di metallo nel cielo, un’occasione troppo ghiotta per i ribelli e per Zack Snyder per non mettere in scena un po’ di esplosioni. Quindi ecco anche l’abbattimento della nave che porta al combattimento finale uno ad uno. Non è il momento più indimenticabile, nemmeno il più originale, ma tutto Rebel Moon è costruito per arrivare a questo e lo fa con efficacia.
Dove capiamo che il regista si è divertito un mondo a girare questa scena che sente molto sua? Nell’inquadratura con cui si chiude il conflitto. Con gli eroi su una sporgenza che, sollevati, osservano le macerie e realizzano di avere trionfato. Le pose sono solenni, come quelle della sua Justice League nello stesso momento finale. Il tempo si dilata in un'enfasi spettacolare che solo lui riesce a dare in maniera così radicale e così personale.
E voi quale scena avete preferito di Rebel Moon? Fatecelo sapere nei commenti!