Le ragioni del successo del Monnezza in 7 clip spiegate a chi non è romano

Il Monnezza è stato il personaggio che ha fatto fare a Tomas Milian il salto di popolarità, era qualcosa di unico anche per il panorama romano

Critico e giornalista cinematografico


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Che Tomas Milian non fosse solo Il Monnezza lo sappiamo, non c’è bisogno di ripeterlo. Del resto (e per fortuna) non va nemmeno ancora sottolineato che Il Monnezza non era solo Tomas Milian, ma in pari merito anche Ferruccio Amendola.
Detto questo, ora che è morto Milian, ci sono alcuni dei nodi di questo successo epocale, di questo ruolo che ha cambiato completamente la percezione e la riconoscibilità di un attore cubano che possono essere sciolti.
In realtà benchè percepito come un ruolo unico le parti sono due, Nico Giraldi è il poliziotto dei film di Corbucci (Squadra antiscippo, Delitto al ristorante cinese ecc. ecc.), Il Monnezza è un ladro meccanico che gestisce un ristorante (Il Trucido e lo Sbirro, La Banda Del Gobbo...). I film sono di generi diversi e loro sono personaggi differenti ma le somiglianze li rendono quasi indistinguibili, soprattutto i segreti del successo dei due sono quasi gli stessi. Qui li trattiamo come un personaggio unico, un ipotetico Nico Giraldi detto Il Monnezza.

C’era ovviamente un regionalismo alla base del successo del Monnezza eppure, specie in quegli anni, il cinema era tutto sostanzialmente romano, non era un’eccezione portare in sala una commedia con caratteristi romani ambientata a roma, era la regola. Lo stesso i film del Monnezza suonavano come unici, come un’eccezione.
Le motivazioni di questo senso di originalità stanno più che altro nella maniera in cui quella serie di film erano scritti e pensati per non somigliare ad altro (essere più estremi del loro genere) e in quella in cui Milian, che romano non era ma ci somigliava molto e che di certo non era un attore improvvisato come molti di quelli che lo circondavano, interpretava il personaggio. La capacità di esagerare ma attraverso uno stile di recitazione che (può sembrare assurdo) era molto contenuto, facevano tutta la differenza.

Abbiamo cercato di dare un ordine a queste idee e trovare alcuni video che mostrassero bene le caratteristiche uniche e vincenti dei film del Monnezza.

Action comedy

Prima di tutto i film del Monnezza erano action comedy in anni in cui non esisteva il termine e il genere in sé era ancora lontano dall’essere canonizzato. Nasceva da un poliziottesco e finiva per essere un ibrido tra questi e le commedie popolarissime, faceva praticamente quello che Pane, Amore e Fantasia fece per il neorealismo, lo ibridiva e trasformava per tenerlo in vita ancora un po’.
Queste due scene risolte in  maniere demenziali (una sparatoria e un inseguimento) spiegano anche bene come la risata funzionasse non per gag ma per accumulo, per esagerazione, per sguaiata, evidente e smaccata romanità esibita fino allo spasmo e affiancata ad un contenuto criminale.

I momenti seri

https://www.youtube.com/watch?v=PuMGnibV3No

La dimostrazione finale del grado inusuale di autenticità che Tomas Milian aveva trovato per il suo personaggio era quanto riuscisse ad essere romano e credibile anche quando non c’erano di mezzo stereotipi, insulti, grida e tutto l’armamentario folkloristico.
In questa scena, che vista oggi fa ridere da morire anche se non nasceva comica, c’è un momento di inusuale tenerezza e di esotico libertinaggio, in cui tuttavia Monnezza è e rimane Monnezza, cioè in un contesto e un tono strano per i suoi film non muove un passo da sè

Gli insulti ai non romani

Ricchi e del nord (le due cose vanno quasi sempre insieme) sono condannati fin dalla prima scena quando compaiono in un film del Monnezza. Una delle molte caratteristiche fondanti del successo di quei film era il senso di opposizione per tutti i non romani, in testa ai quali ovviamente c’erano gli abitanti del nord Italia, più ricchi, più ingessati, più precisi. Qui c’è una compilation impeccabile non solo di insulti (quello è facile e possono farli tutti) ma di inganni e raggiri, prenderli in giro senza che si possano offendere.

Esagerare senza esagerare

A parte la trovata finale totalmente in controtono rispetto al resto della scena e per questo assurda, qui si vede bene quanto per il cinema e per il tipo di film dell’epoca Tomas Milian fosse in realtà un alieno, un attore decisamente più abile raffinato e capace di dosare tempi, ritmi e toni. Intorno a lui recitano tutti 3-4 toni più in alto, più esagerati, più clamorosi e più grossolani. In questo scambio sia il Monnezza che il matto si scaldano allo stesso modo ma mentre il primo lo fa con un’economia di gesti ed espressioni ammirevole, il secondo ci arriva con un nervosismo e una forza sovradimensionate. Se Monnezza recitasse così per tutto il film sarebbe insostenibile.

Il sistema di valori

https://www.youtube.com/watch?v=7MZrkARtl2g

Ben prima del vicequestore Schiavone il Monnezza era sostanzialmente un membro della legge dalla parte dei criminali. Ma più che dalla parte dei criminali era dalla parte del loro modo di pensare, dei loro valori. In questa scena che pare un manifesto programmatico una vittima di truffa racconta come sia stato fregato da Venticello (cioè Bombolo) e Il Monnezza non solo già conosce ogni dettaglio dell’inganno ma ammira moltissimo la riuscita del colpo perché la “paraculaggine” viene prima di tutto, anche della legge.
Chicche da notare: la vittima ovviamente è marcatamente del nord e non capisce le espressioni romane (crimine gravissimo nei film del Monnezza) e c’è anche una lievissima pubblicità occulta ad inizio clip.

Mangiare alla faccia degli altri

Per essere dei polizieschi i film del Monnezza sono pieni di scene di cucina. Superfluo dire cosa si cucini.
L’uso delle ricette e della cucina tradizionale per accattivarsi il pubblico non è certo un’esclusiva del Monnezza ma è un espediente che hanno usato e continuano ad usare tutti. La cosa forte in quei film è che si mangia sempre alla faccia di qualcuno, non è una pratica privata, un godimento personale ma una che si fa a danno di altri, è un altro dei molti insulti, un modo di “fargliela vedere” a qualcun altro, di scandalizzare qualcun altro, di dimostrarsi superiori o semplicemente di truffare qualcuno. Mangiare, in pratica non è solo un fine ma anche un mezzo. Cosa che poi nelle singole scene funziona moltissimo, perché mentre il protagonista mangia sta comunque accadendo qualcosa.

Finale strappapplausi

Un vero classico. Il Monnezza sta per diventare padre, suo figlio è proprio lì lì per nascere ma, tragedia, in quel preciso momento non si trovano a Roma, quindi il figlio non nascerebbe romano. Unendo inseguimento, musica e gag guida come un forsennato in un grande rush finale (metaforico e reale, con il countdown dato dai chilometri che mancano al casello) fino ad arrivare all’ultimo al cartello Roma e sentire il pianto del figlio, nato romano. Tripudio generale, applausi commossi, titoli finali.
Roba del genere non se ne fa più.

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