Queste Oscure Materie ha un futuro?

I risultati della Bussola d'oro sono ormai praticamente definitivi. Vediamo quali sono le possibilità di vedere la trilogia al cinema e cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Il problema della bussola d'oro, più che gli incassi (oltre 315 milioni nel mondo non sono certo malissimo), sono stati gli enormi costi di produzione. La cifra ufficiale parla di 200 milioni, ma in un'intervista il regista si è spinto a confessare che il costo reale è più vicino ai 250. Una cifra folle, che può essere accettata solo per uno Spider-Man o un Pirati dei Caraibi, non certo per La bussola d'oro. E se aggiungiamo almeno un centinaio di milioni per la promozione, ecco che il costo diventa enorme. Dobbiamo poi sempre considerare che gli incassi non sono mai netti, ma comprendono anche la quota degli esercenti (circa il 45-50%). Insomma, negli Stati Uniti la pellicola ha conquistato circa 70 milioni di dollari, ma alla New Line ne andranno meno di 40.
Per quanto riguarda l'estero, le cose sono andate decisamente meglio (peraltro, in attesa che la pellicola esca in Giappone a marzo, dove è difficile fare previsioni), con un incasso che sfiora i 250 milioni, ma qui bisogna considerare che la New Line aveva già venduto totalmente i diritti, quindi qualsiasi risultato positivo va a vantaggio dei distributori e non della casa di produzione statunitense. Insomma, le sorti di Queste oscure materie si giocavano soprattutto in America e quindi il risultato è stato drammatico. Ed è il caso di ripetere alcune cose dette a suo tempo per Eragon.

Al di là dei soldi incassati totali, conta anche l’andamento. Se un film perde moderatamente di settimana in settimana, significa che sta piacendo e sta creando una base di appassionati che magari vorrebbero vedere un secondo capitolo. E’ quello che è avvenuto con Batman Begins: risultati discreti ma non straordinari (circa 370 milioni di dollari nel mondo), ma un apprezzamento notevole e un ottimo passaparola per una serie che doveva rinascere e che sicuramente incasserà molto meglio con il prossimo The Dark Knight.
Il caso de La bussola d'oro è l’opposto. Perdere il 65% tra il primo e il secondo weekend (come avvenuto in America) significa aver scontentato il pubblico di lettori che attendevano impazientemente la pellicola e soprattutto non aver conquistato gli spettatori comuni. Un dato del genere fa pensare che un secondo episodio andrebbe anche peggio e certo non potrebbe più uscire per le feste, senza concorrenza e in più di 3.500 sale (che lo devono mantenere ancora adesso, anche se va male, per gli accordi presi). L'unica soluzione sarebbe una drastica riduzione del budget, ma da 250 milioni scendere sotto i 100 è praticamente impossibile senza scendere nella produzione di serie B.

Si dirà, nel mondo la pellicola è andata benissimo, quindi magari le possibilità ci sono ancora. In effetti, se dopo i primi due weekend americani avevamo dato per spacciato il futuro della serie, adesso il discorso è un po' meno pessimistico. Ma anche così, non mancano le perplessità. Intanto, bisognerebbe capire quanto è stata apprezzata veramente la pellicola fuori dagli Stati Uniti e quanto si è trattato del fenomeno legato al Natale, in cui qualsiasi titolo (o quasi) trova un suo pubblico. Questo è un elemento fondamentale per capire l'interesse verso nuovi episodi. E poi, come realizzare i sequel? Si era parlato, nel caso di un successo del primo episodio, di girare gli altri due capitoli in contemporanea, ma in questa situazione sembra un azzardo notevole. D'altra parte, l'idea di realizzare La lama sottile e magari di non fare poi Il cannocchiale d'ambra è francamente ridicola. E poi, quando uscirebbe il nuovo film? Visti i risultati, le nazioni europee preferirebbero sicuramente a Natale, ma negli Stati Uniti il film rischierebbe di essere massacrato dalla concorrenza, senza contare le solite polemiche religiose (che ci sarebbero comunque, ma a Natale...). Insomma, i dubbi sono tanti e magari si attenderanno i risultati in home video per decidere meglio cosa fare.

Ma perché le cose sono andate in questo modo?

Intanto, un ragionamento iniziale folle sulle possibilità commerciali dell'adattamento. Queste oscure materie è una serie popolare, ma non certo vendutissima come Harry Potter, Il Signore degli Anelli o Le cronache di Narnia. Di base, insomma, non c'era certo lo stesso pubblico degli altri titoli citati, ma la tentazione di poter dire "è il nuovo Signore degli Anelli" evidentemente era troppo forte (e pazienza se le due opere hanno veramente poco in comune). Peraltro, sottovalutare le tematiche del libro e le inevitabili polemiche da parte dei gruppi religiosi ha dell'incredibile. Si pensava veramente di poter evitare un boicottaggio, solo perché nel film non si fa menzione a questi argomenti (cosa che è servita solo per scontentare i fan)? In questo senso, direi che anche Philip Pullman merita qualche critica, per aver accettato che il suo romanzo diventasse un progetto così costoso (scelta che ovviamente imponeva di attenuare certe questioni) e non aver magari deciso di cedere i diritti a chi si fosse impegnato a girare il film più in scala ridotta, ma anche con maggiori rischi creativi.

Ma anche le scelte artistiche sono state bizzarre. Chi è il genio che ha pensato che l'autore di American Pie e About a Boy fosse la persona giusta per questo compito? Chris Weitz ha dimostrato di non avere un briciolo della visionarietà necessaria per questo compito e, considerando che gli ingenti capitali spesi non si vedono certo sullo schermo (almeno, non come dovrebbero) si può capire come il budget sia lievitato soprattutto a causa delle sue indecisioni (considerando anche che non aveva mai lavorato in una pellicola con effetti speciali e questa ne è piena). Peraltro, alcune sue scelte sono poco efficaci (sono l'unico a cui veniva da ridere di fronte a certe pose di Serafina Pekkala?). E leggendo questa sua intervista sulle scene tagliate, viene da pensare se il compito non gli ha dato alla testa. Personalmente, a me l'idea di un flirt tra Serafina Pekkala e Lee Scoresby potrebbe anche piacere, ma ho idea che una relazione cinematografica tra un'attrice ventisettenne e un interprete sessantatreenne non sia proprio quello che due genitori americani medi considerano come facente parte di una pellicola famigliare adatta ai loro bambini.

E il cast? Nicole Kidman sarà anche stata la scelta preferita di Philip Pullman, ma ormai, se non è veleno al botteghino (almeno negli Stati Uniti), poco ci manca. E pensare che la notorietà di Daniel Craig, dovuta interamente a 007, si riflettesse anche sui risultati della bussola d'oro era più una preghiera che un calcolo. Gli altri (al di là della loro bravura o meno), non potevano certo fare la differenza al botteghino.

Insomma, ovviamente rimaniamo in attesa di sviluppi. Ma francamente, se proprio devo sbilanciarmi, non sarei troppo ottimista...   

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