Quell'altra volta in cui tutti i cinema americani furono chiusi per epidemia e nacque lo studio system
C'è un precedente quasi identico alle chiusure attuali, quando nel 1918 la spagnola indusse quasi tutta l'America al lockdown. E fu un momento di svolta per il cinema
È complicato dire se quel che è accaduto con l’influenza spagnola possa darci indizi su quel che accadrà adesso, perché benché molte dinamiche siano identiche, di fatto viviamo una situazione e un’industria molto diverse. Come ricorda Mann infatti all’epoca non esisteva in America una vera e propria industria del cinema, gli studi cinematografici non erano macchine gigantesche e le sale erano esercizi a conduzione famigliare. L’esatto opposto di ora.
Accade così che il padrone della Paramount (che all’epoca aveva un altro nome, Famous Players) Adolph Zuckor, nonostante lo studio avesse perso 2 milioni di dollari per questa crisi (l’equivalente di 30 milioni odierni), decise di approfittare del momento di incertezza e difficoltà economica degli esercenti per cambiare il business del cinema. Già qualche anno prima aveva teorizzato un modello top-down, in cui sostanzialmente dall’alto (dalla produzione) lo studio è padrone di tutta la catena di sfruttamento, produce, distribuisce e proietta. Cominciò quindi a fare offerte di acquisto agli esercenti spedendo i suoi avvocati su tutto il territorio. Erano offerte aggressive, chi non voleva vendere si sentiva rispondere che allora lui avrebbe aperto un altro cinema di fronte al suo. Così in breve Zuckor si accaparrò una buona parte delle sale d’America.
Talmente vantaggioso, clamoroso e di conseguenza ingiusto era questo sistema che alla fine degli anni ‘40 fu stabilito che nessuno studio di produzione potesse possedere anche dei cinema. E quella legge, da poco modificata e alleggerita, prese il nome di Paramount Act.
Tutto questo sarebbe stato impossibile senza la fame portata dall’epidemia, gli esercenti erano più o meno organizzati, avevano una coscienza di categoria e non volevano cedere i loro affari a dei padroni che li avrebbero comandati, erano piccoli imprenditori all’americana, spesso alla buona, ma come tutti gli uomini d’affari americani, fieri di possedere la propria attività.
È tuttavia molto complicato, anche per lo stesso William J. Mann, prevedere che cosa potrebbe accadere invece adesso, a seguito delle chiusure e dei cambiamenti che si renderanno necessari per l'emergenza Coronavirus. Il cinema era già in una fase di grandi cambiamenti e i soggetti molto potenti ci sono già, sembra difficile possano prendere più potere ancora. Di certo tutto ciò che viene sperimentato ora per necessità in termini di uscite domestiche entrerà nel bagaglio di conoscenze e know-how dei produttori e vedremo come sarà usato in futuro.
Curiosamente, è proprio in sviluppo una serie tv su questa vicenda, intitolata Tinseltown.