Quantumania tentativo numero 2: con quali aspettative riguardare l’ultimo film di Ant-Man

Ci si aspettava l'inizio di un'epica multiversale, invece Quantumania è più in linea con i precedenti film di Ant-Man che con gli Avengers

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Spoiler Alert

Alla fine Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato un film fondamentale per il Marvel Cinematic Universe, ma nella maniera opposta a quella desiderata. La promessa era che lo sarebbe stato per la spinta data alla saga del multiverso. Qui si sarebbe entrati nel pieno della trama portante, con Kang, il nuovo cattivo che darà filo da torcere ai prossimi Avengers, le cui prime gesta sono state narrate in Loki. Un film senza crossover di personaggi, ma crocevia di tante trame.

Ha cambiato la Marvel in un altro modo: floppando. Per la prima volta lo studio si è mostrato vulnerabile. Il pubblico, fino ad ora fedelissimo e disposto a seguire con una buona (talvolta ottima) partecipazione, ha voltato le spalle al film lasciandolo solo al botteghino. Un risultato deludente, senza appello, ancor di più se si considerano le altissime aspettative che portava con sé. La cultura dell’hype, spesso ben cavalcata dai Marvel Studios, si è rivelata qui per la prima volta un’arma a doppio taglio. L’impressione è che, promuovendo il titolo in un modo più cauto, senza caricarlo di un peso “per la continuity” che non ha saputo portare, il minuscolo supereroe non sarebbe rimasto schiacciato dal finale della sua trilogia.

Da poco Ant-Man and the Wasp: Quantumania è arrivato su Disney Plus. Il film è profondamente imperfetto, ma può essere comunque goduto a patto di ricalibrare le aspettative sulla giusta frequenza.

È il film che ha cambiato la Marvel dall’interno

La prima aspettativa è quella di un film importante. Lo è per ragioni esterne: per come ha impattato sulla struttura e il pensiero dello studio.

La prima settimana al box office è andata anche abbastanza bene, il pubblico era incuriosito. Il passaparola dopo pochi giorni fu disastroso, portando a un crollo drammatico nella seconda settimana. Messaggio ricevuto, ha fatto intuire Kevin Feige a stretto giro. Prima con la presenza pubblica. Nei giorni della promozione sembrava voler parlare di tutto tranne che del film, un “passiamo oltre” che lascia trasparire una consapevolezza: quando hai un universo condiviso, anche solo un film più debole può creare una ferita da cui consegue un’emorragia di pubblico.

Poi l'ha fatto con qualche decisione operativa. Un esempio: immediatamente The Marvels fu rimandato di tre mesi per dare più agio alla post produzione. Produrre meno e produrre meglio. Per i titoli già annunciati prendersi tempo per farli al meglio. Questi, seppur non troppo espliciti, i pensieri che sono emersi dopo questo shock.

La Marvel che si era illusa di avere una corazza si è ritrovata quasi più fragile degli altri, rischiando un effetto a cascata sugli altri film. Questo film trascurabile, sia per storia che per qualità, potrebbe aver segnato la struttura produttiva e la visione dei prossimi anni.

Quantumania è fantascienza bizzarra per famiglie

Un'altra aspettativa: nessun film dalla portata colossale, il cuore è pur sempre l'avventura bizzarra e per tutti.

Solitamente i film di Ant-Man saltano dal grande al piccolo e viceversa. Sono tesi tra due dimensioni. Quantumania invece usa il tropo della soglia, un passaggio in un altro mondo. Il regno quantico, nello specifico. Purtroppo il più grande difetto della scrittura sta proprio qui, molto di più che nei deboli archi dei personaggi (Cassie, Hope, Hank). Le regole del regno quantico, il suo funzionamento, sono praticamente simili a quelle di qualsiasi altro mondo. Potrebbe essere un pianeta distante (e non una sotto dimensione microscopica) e poco cambierebbe.

Non sfrutta appieno la diversità del regno quantico per trovare nuove soluzioni all’azione. I personaggi sono incastrati lì, e sono troppi. Sicuramente più di quanti riesca a gestirne. Qui c'è una dissonanza con quello che è stato raccontato per costruire l’attesa. Il film è molto di più il racconto di un padre che deve trovare il tempo perduto con la figlia, e ritrovare se stesso, che l’inizio di una fine multiversale. In questo è anche piuttosto gradevole.

Quantumania trova infatti nella sua parte centrale il momento più ispirato. Il “furto" nel nucleo energetico è un momento di grande impatto visivo, in cui il personaggio si sviluppa attraverso l’azione e le immagini. Come formiche, i tanti Scott si uniscono grazie al pensiero della figlia. Vale più di molti dialoghi. 

Una famiglia che si deve ritrovare, un’avventura su tre generazioni, e un ottimo film per divertirsi a qualsiasi età.

È pur sempre un film di Ant-Man

Altro che la strage di Avenger promessa da Kang. Quantumania è pur sempre un film di Ant-Man, quindi dal tono solare e con basse pretese. Una commedia a cuor leggero.

Quella del minuscolo supereroe è di gran lunga la trilogia più debole dell’MCU. Il primo film era piacevole, ma dimenticabile. Il secondo, uno dei più brutti film Marvel di sempre, era insapore e veramente poco ispirato. Questo terzo capitolo prova a evitare di essere dimenticato alzando la posta in gioco, ma resta comunque coerente all’impostazione “leggera” dei primi due.

Solo che la Marvel non gode più del lasciapassare da “semplice film di intrattenimento” che ha fatto perdonare dalla critica molte brutture. Iron-Man 2, Thor: The Dark World per citare un paio di film stroncati molto meno di quanto meriterebbero. Per non parlare dell’incredibilmente sopravvalutato Black Panther! Questo Ant-Man va valutato rispetto ai precedenti due film, non nel campionato degli Avengers (ma non ditelo a Scott).

Ci si può aspettare da Quantumania un film con qualche battuta azzeccata (le formiche che si sono organizzate in una società evoluta fanno molto ridere) e con personaggi bizzarri. Modok, al di là della computer grafica poco riuscita, è un personaggio coerentemente assurdo, disprezzabile e fastidioso. Lo è nei fumetti e in qualsiasi trasposizione. Difficile fare diversamente senza cambiarlo completamente.

Il regno quantico va preso così, come un mucchio di bizzarrie, un delirio da fumettone di serie B in cui il disegnatore conta molto di più dello scrittore. 

Aspettarsi creature e colori, altro che oscurità

Da Quantumania bisogna aspettarsi meno enfasi, più colori e creature. Certo, il film presta il fianco a critiche sulla resa in computer grafica degli ambienti. Dal punto di vista del design delle creature Ant-Man offre un’inventiva quasi senza pari nell’MCU per varietà e stranezza. Coerentemente con la scelta di essere un film di avventura in piena regola, i nostri esploratori incontrano esseri dell’universo subatomico diversissimi e bizzarri. 

Spesso nella fantascienza si introducono mostri che sono praticamente animali modificati e resi spaventosi. In Ant-Man and the Wasp: Quantumania ci sono creature veramente mai viste prima. Alcune servono per i momenti umoristici (l’essere a forma di broccolo) altre per dare veramente l'impressione di essere in un mondo diverso dal nostro. Spesso appaiono per pochi secondi, sullo sfondo o in una breve inquadratura eppure sono dettagliatissime!

Questa cura nel loro design e l’idea di spingere al massimo sui colori, sulle forme, su consistenze diverse per creare la varietà della popolazione, è parte del piacere di vedere questi film. 

Un finale aperto

L’impressione è che il finale di Quantumania sia stato cambiato all’ultimo (ne abbiamo la prova grazie ad alcune foto dal set dei reshoot) proprio per far discutere e appassionare i fan. Così non è stato, dato che il film non ha attecchito, anche la sequenza finale ha deluso. Eppure la conclusione, sebbene frettolosa, ha un’ambiguità che non si è mai vista in un film dei Marvel Studios. 

Si pensava di vedere il nuovo Thanos dell’MCU, invece Kang è profondamente diverso. Trova la sua forza nella molteplicità, nella conoscenza e nella manipolazione del tempo. È un villain di cervello, mentre Thanos lo era di muscoli. Così è spiazzante il match finale, in cui la scala di potere viene ribaltata rispetto alla logica. La si percepisce come sbagliata. A Davide contro Golia si crede. Ad Ant-Man contro Kang no. Fino agli ultimi istanti.

È la fine della storia o l’inizio di un’altra? È una vittoria, quella che ha portato a casa Scott, o l’inizio di un disastro? E soprattutto: in quale “casa” è tornato? Chi si aspettava un film drammatico dalla portata epocale si troverà di fronte una commedia d’avventura, in cui il cuore è l’esplorazione del nuovo spazio e delle dinamiche interiori. Un film leggero, più adatto alla visione distratta in casa che al cinema, uscito molto diverso da come si è raccontato al pubblico.

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