Quando i biker decisero di uccidere Roger Corman
Roger Corman racconta di quando dei biker lo denunciarono per diffamazione e decisero che l'avrebbero ucciso
Cronache dalla factory di Roger Corman. L’uomo che ha allenato Hollywood e che ha plasmato il modo di concepire le produzioni cinematografiche indipendenti è una fucina inesauribile di aneddoti. Ne ha condivisi parecchi durante una conferenza alla Loyola Marymount University’s School of Film and TV. Dal racconto degli inizi con una gavetta di quelle vere, non pagata e molto rapida, ai suoi giudizi sui registi a cui ha tenuto le mani mentre muovevano i primi passi fino a momento in cui ha rischiato di morire ammazzato da un gruppo di biker. Vi riportiamo i punti salienti.
I primi passi di Roger Corman nel mondo del cinema
Da apprendista marinaio ad apprendista regista. Gli inizi di Roger Corman sono stati all’insegna della gavetta. Un ragazzo che non sapeva bene come orientarsi nel mondo fino all’incontro con il cinema. Il primo approccio con la settima arte fu preso alla lontana. Il primo lavoro alla Fox fu come corriere. Riuscì da lì a farsi assegnare l’incarico di lettore delle sceneggiature entrando così nel reparto creativo. Tante letture gli hanno fatto venire il desiderio di scrivere. La prima sceneggiatura fu venduta con una clausola: Corman voleva lavorare insieme al produttore, senza venire pagato, per ottenere però il suo nome nei crediti come produttore associato insieme a quello di sceneggiatore. Due note sul curriculum che gli permisero di muoversi in autonomia dopo avere iniziato a farsi il nome.
Quando Roger Corman rischiò di essere ucciso
Per prepararsi ai film tratti da Edgar Allan Poe, Roger Corman frequentava abitualmente l’LSD. Insieme alle sostanze psichedeliche, il suo giro di conoscenze era quello dell’ambiente della controcultura. Per un periodo avrebbe dovuto lavorare a Easy Rider. Dennis Hopper e Peter Fonda avevano scritto la sceneggiatura e avevano chiesto a Corman di produrla. Un dirigente di American International aveva messo una clausola, data la fama inaffidabile di Hopper: se il regista avesse sforato di un solo giorno il calendario di produzione sarebbe stato sostituito. La Columbia approfittò del malumore e prese il film.
Roger Corman chiamò il loro capo, Otto Friedli, e lo fece ragionare: “Otto, pensaci. Hai annunciato pubblicamente l’intenzione di uccidermi. Se scivolo nella vasca e muoio la polizia verrà a cercare voi. Inoltre mi state facendo causa per un milione di dollari. Come potete aspettarvi di guadagnarli se mi uccidete? Il mio consiglio è di dimenticare il piacere momentaneo di farmi fuori e puntare al milione di dollari”. Fu convincente.
Imparare a pianificare
Come ha potuto girare La piccola bottega degli orrori in soli due giorni? Merito della pianificazione! Il fatto di non avere tempo per sbagliare costringeva il suo processo produttivo ad essere sbilanciato sulle fasi di prove, per andare rapidi sui set (il cui noleggio costava troppo). Se alla fine di un ciak alcuni dettagli della scena erano sbagliati, si continuava così cambiando in corsa la sceneggiatura per adattarla a questi errori. Il clima era però rilassato. La gente si divertiva anche se l’assistente alla regia alle 8:10 annunciava, dopo avere iniziato le riprese alle 8:00, che erano già “irrimediabilmente in ritardo”.
Nel regno di Roger Corman si sono formati alcuni dei più grandi registi. Uno di questi fu Francis Ford Coppola che ricambiò il favore al suo maestro invitandolo a interpretare un senatore ne Il Padrino: Parte due. Coppola era imbarazzato dal fatto che l’andamento produttivo del colossal era molto diverso dai film a basso budget e si scusò preventivamente con Corman. “Roger, vedrai che ci sono molti sprechi su questo set, e il set procede lentamente. Potrei lavorare più velocemente, potrei eliminare gli sprechi, ma non è il mio lavoro. Il mio lavoro è dirigere il film, se Paramount vuole perdere i soldi è affar loro”.
Perché Roger Corman è ne Il Padrino?
Coppola ha scelto Corman per figurare come senatore della commissione anticrimine insieme ad altri scrittori, registi e produttori. Il motivo era che in televisione i reali membri della commissione apparivano tutti eleganti e intelligenti, parlavano con cognizione di causa e da letterati. Ma soprattutto si vedeva che erano imbarazzati davanti alla telecamera. Cosa che accadde anche a Corman e colleghi di fronte alla cinepresa. Era il motivo per cui erano stati messi nel cast.
Il giudizio su Martin Scorsese e James Cameron
Uno dei pochi registi che passò nella factory di Roger Corman senza avere bisogno però di fargli da assistente prima di dirigere in autonomia fu Martin Scorsese. Veniva dal mondo underground e l’aveva conquistato a tal punto che gli propose di produrlo direttamente. Corman dovette però difendere Scorsese dopo i primi giorni di riprese, gli altri produttori consideravano tremendi i giornalieri di America 1929, mentre lui pensava che i colleghi non capissero niente. Il film fu un punto di lancio favorevole a Scorsese e oggi Corman rivendica di avere avuto ragione.
Di James Cameron invece ha apprezzato sin da subito la capacità di lavorare con assoluta creatività e precisione. Si era fatto assumere millantando competenze che non aveva ancora maturato. Lavorava ai modellini di I magnifici sette nello spazio, ma gli effetti speciali erano indietro nella tabella di marcia. Corman lo interrogò sul perché, dal dialogo scaturì una stima reciproca, l’ammirazione del produttore e una promozione per Cameron. Quando divenne regista di seconda unità Cameron creò però dei “problemi” alla produzione. Perché quello che girava lui era meglio di quanto fatto dalla prima unità di produzione.
LEGGI - I Fantastici Quattro: il film prodotto da Roger Corman e mai distribuito è disponibile su YouTube
Fonte: Hollywood Reporter