Pulp Fiction ha cambiato la carriera di parecchie persone
Pulp Fiction di Quentin Tarantino è un capolavoro riconosciuto ma è anche un punto di svolta nella carriera di chiunque ci abbia preso parte
Pulp Fiction non ancora compiuto trent’anni eppure è già parte integrante dell’inconscio collettivo di intere generazioni di esseri umani. Come Casablanca, Via col vento e Quarto potere, il secondo film di Quentin Tarantino ha trasceso il suo status di opera cinematografica per diventare parte del nostro linguaggio e del modo di esprimersi di un numero imprecisato ma altissimo di filmmaker. Parlarne oggi significa con ogni probabilità ripetere concetti che sono già stati espressi altrove – pochi film riescono nell’impresa di meritarsi così tanta attenzione, approfondimento, saggi critici, letture e riletture, interpretazioni e contro-interpretazioni, e pure all’interno di una filmografia di caratura superiore e priva di sbavature Pulp Fiction riesce a distinguersi e spiccare.
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Ma Pulp Fiction fu un punto di svolta anche la gente che ci recitò, un cast allucinante se visto con gli occhi di oggi e il senno di poi di quasi trent’anni di Pulp Fiction e tarantinismi, ma che al tempo comprendeva un ex ballerino in decadenza, un caratterista che non aveva ancora avuto l’opportunità di brillare di luce propria, e più in generale una serie di nomi che non avrebbero avuto la carriera che hanno avuto senza la vetrina del film di Tarantino. Li abbiamo raccolti qui sotto
Il protagonista del film (lasciatecelo definire così, con semplicità) è anche la persona che più di tutte ha beneficiato del suo ruolo in Pulp Fiction. Nel 1994, la carriera di John Travolta assomigliava molto a una non-carriera, tenuta in piedi solo da Senti chi parla. Dopo il successo di Grease e La febbre del sabato sera, il nostro non si era più ripetuto, e fu Tarantino a dimostrare in un colpo solo tre cose: che Travolta aveva ancora talento, che con l’età aveva guadagnato un carisma nuovo e pronto a essere sfruttato, e che sapeva ancora ballare. Per capirci: Travolta girò 16 film dall’anno del suo esordio (il 1975) e l’uscita di Pulp Fiction, e 15 dal 1994 al 2000.
Samuel L. Jackson (Jules Winnfield)
Caratterista di ferro, pupillo di Spike Lee, controfigura di Bill Cosby al Cosby Show (... davvero): la svolta per Samuel L. Jackson arriva tra il 1993 e il 1994, quando prima Steven Spielberg lo vuole in Jurassic Park e si inventa quello che da lì in avanti diventerà “il Samuel L. Jackson spalla”, poi Tarantino lo affianca a Travolta in Pulp Fiction e inventa “il Samuel L. Jackson protagonista”. L’intera carriera di Samuel L. Jackson post-Pulp Fiction può essere spiegata e riassunta usando questa dicotomia.
Uma Thurman (Mia Wallace)
Film per cui Uma Thurman era famosa prima di Pulp Fiction: Il barone di Munchhausen, nel quale era la nuda, eterea e muta bellezza di Venere; Le relazioni pericolose, nel quale era la nuda ed eterea bellezza di Cécile de Volanges, verginella da sedurre; Henry e June, nella quale passava parecchio tempo a fare sesso con Fred Ward e un po’ anche con Maria de Medeiros (v. sotto); Robin Hood, nella quale era la bella ed etera (ma vestita) Lady Marian. Capirete che Pulp Fiction dev’essere stata una liberazione per Uma Thurman, per la prima volta messa alla prova in un ruolo diverso da quello della bella ed eterea [qualcosa]. Fatto sta che dopo il film di Tarantino Thurman è diventata una star e poco importa che negli ultimi anni abbia fatto scelte di carriera discutibili: il suo caschetto nero è storia del cinema.
Harkey Keitel (Winston Wolfe)
Forse è ingeneroso dire che Pulp Fiction ha rivitalizzato la carriera di Harvey Keitel, ma non c’è dubbio che dopo aver fatto faville tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta l’attore di Taxi Driver e I duellanti era un po’ scomparso, perso tra film minori. Ecco, diciamo che Pulp Fiction coincide con la sua rinascita, aiutata anche (tra gli altri) dal Cattivo tenente di Abel Ferrara, da Thelma & Louise e ovviamente da Le iene.
Tim Roth (Ringo)
Roth è invece una chiara eccezione al teorema-Pulp Fiction: grande carriera prima, grande carriera dopo. Volendo tirare un po’ la corda potremmo dire che Tarantino gli ha aperto la strada a una Hollywood diversa da quella a cui era abituato, e che senza Pulp Fiction non ci sarebbe stato Il pianeta della scimmie di Burton, ma non ne siamo convinti e soprattutto non ci va di ripensare a quel film.
Amanda Plummer (Yolanda)
Il motivo per cui Pulp Fiction non ha cambiato granché la carriera di Amanda Plummer è che Amanda Plummer se ne è sempre fregata di avere una carriera intesa nell’accezione più glam del termine, e al suo posto ha avuto esattamente quella che desiderava.
Maria de Medeiros (Fabienne)
A guardare la carriera della portoghese Maria de Medeiros, che al tempo di Pulp Fiction aveva già lavorato in America insieme a Uma Thurman nel già citato Henry & June, viene il sospetto che l’esperienza non le sia piaciuta granché: la maggior parte dei suoi film post-1994 sono stati girati in altre parti del mondo, soprattutto in Italia, Francia e Portogallo.
Ving Rhames (Marsellus Wallace)
Prima di Pulp Fiction, Ving Rhames non era nessuno, o quasi. Dopo Pulp Fiction è finito a fare la spalla di Tom Cruise in quattro differenti Mission: Impossible. È l’esempio perfetto di una delle più grandi qualità di Tarantino: la capacità di vedere una faccia, capire che è perfetta per il cinema e trasformarla in un’icona.
Eric Stoltz (Lance)
Eric Stoltz ha la faccia, la voce, lo sguardo e il linguaggio del corpo perfetti per fare l’amico del protagonista, oppure uno dei membri di un cast corale; non è un protagonista (forse non si è ancora ripreso dallo shock di aver perso il ruolo di Marty McFly in favore di Michael J. Fox), e Pulp Fiction non ha cambiato le cose. Ci ha però regalato un personaggio fantastico, scritto originariamente per Gary Oldman ma che Stoltz non ha avuto problemi a fare suo.
Rosanna Arquette (Jody)
Per lei, purtroppo, questo film fu l’inizio della fine: era la star che aveva oscurato anche Madonna in Cercasi Susan disperatamente, finì nella squadra di Weinstein per il film di Tarantino, rifiutò le sue avance, le venne abbassato il compenso e soprattutto venne messa sulla lista nera di Harvey Weinstein e da lì ha fatto enorme fatica a portare avanti la sua carriera.
Christopher Walken (Captain Koons)
Vedetela così: non è stato Tarantino a spingere la carriera di Walken con Pulp Fiction, è stata (anche) la presenza di un mito come Walken in Pulp Fiction a spingere la carriera di Tarantino.
Bruce Willis (Butch)
Vedete pure sopra.
Bronagh Gallagher (Trudi)
Pulp Fiction è il secondo ruolo al cinema per Bronagh Gallagher, che aveva esordito tre anni prima in The Commitments e che da allora ha avuto una carriera costante, prolifica e soddisfacente (è stata eletta "33esima attrice irlandese più importante di sempre", tra l'altro). Non possiamo dire se Pulp Fiction abbia cambiato le cose per lei ma immaginiamo di sì, ci limitiamo quindi a ricordare Trudi, il suo personaggio che è a mani basse la persona migliore del film, il cui unico ruolo è stare seduta su un divano a fumare un bong mentre Lance, Vincent e Jody provano a rianimare Mia.
Steve Buscemi (Buddy Holly)
Esageriamo se diciamo che senza Le iene Steve Buscemi non avrebbe avuto la carriera che ha avuto? In Pulp Fiction compare solo in un minuscolo cameo (“non è un granché come cameriere”), ma se c’è una persona a cui Buscemi deve dire grazie è Quentin Tarantino (e i fratelli Coen, ovviamente).
Quentin Tarantino (Jimmy)
Ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che Pulp Fiction ha fatto bene alla sua carriera.