Provato - The Last of Us

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Abbiamo partecipato alla presentazione di The Last of Us a Milano, e abbiamo provato il nuovo videogioco di Naughty Dog...

Un recente evento tenutosi presso la Fonderia Napoleonica di Milano ci ha permesso di vedere da vicino The Last of Us, nuova creatura di Naughty Dog (noti per le serie di Crash Bandicoot, Jak and Daxter e Uncharted) in uscita a brevissimo e solo su Playstation 3.

Con un cambio di atmosfere molto netto rispetto alle avventure di Nathan Drake, gli sviluppatori propongono quello che a detta loro è un genere nuovo, definito “action survival”. Per quanto ci è stato possibile vedere, la definizione calza molto bene. Nei panni di Joel, uno dei sopravvissuti a una spaventosa epidemia fungina che in un futuro molto prossimo ha infettato la quasi totalità della razza umana, trasformando le vittime in ibridi aberranti e molto aggressivi, ci si troverà ad attraversare a piedi un pezzo d’America, cercando di sopravvivere a un gran numero di minacce.

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Una tematica, quella che mescola survival ad ambienti urbani devastati e invasi dalla natura selvaggia, già affrontata molte volte sul grande schermo, e che sembra adattarsi molto bene al gusto cinematografico che da sempre contraddistingue i videogiochi firmati da Naughty Dog.

La sequenza da noi provata ha rivelato come le basi del gameplay alternino sequenze narrative ed esplicative giocate in tempo reale, dove i due personaggi attraversano ambientazioni ricche di fascino dialogando tra loro, ad attimi di azione molto intensa. Questi ultimi vengono vissuti dal giocatore in stato di costante ansia e dovendo gestire un quantitativo di risorse piuttosto limitato. Capiterà spesso di ritrovarsi nel caricatore delle armi da fuoco solo una o due pallottole, e doverne gestire molto attentamente l’utilizzo.

Fortunatamente, per terra è possibile rinvenire sia una gran quantità di armi improvvisate, come tubi di metallo o assi di legno, sia oggetti da lancio con cui creare dei diversivi e aggirare gli ostili, tra cui mattoni e bottiglie. Diversamente da quanto accade nella media dei giochi d’azione in terza persona, l’incedere nei livelli di The Last of Us è molto più lento e controllato, dato che gettarsi a testa bassa contro il nemico porta solo di rado al successo. Ci si troverà dunque a osservare i nemici da lontano, studiandone i numeri e il comportamento, per poi elaborare una strategia d’attacco. Complessivamente, tutto il ritmo offerto dall’esperienza è molto più blando rispetto alla media degli action adventure, confermando come la formula proposta da Naughty Dog sia effettivamente, per certi versi, innovativa.

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La scarsità di risorse a disposizione del protagonista e della compagna di viaggio Ellie porterà spesso il giocatore a dover ricorrere a un apposito inventario, dove sarà possibile combinare diversi oggetti e trasformarli in risorse. Qui giocherà un ruolo importante anche la strategia, dato che risorse limitate costringeranno a operare delle scelte, come propendere per il potenziamento di un’arma piuttosto che per la creazione di medikit. Il sistema di combattimento ideato da Naughty Dog alterna lo sporadico utilizzo delle armi da fuoco a brutali scontri corpo a corpo, portati a schermo con un set di animazioni notevole.

Facendo largo uso della motion capture, gli sviluppatori sono riusciti a conferire alle risse un tono decisamente crudo, con mosse “da strada” di una violenza e di una brutalità a volte sorprendenti, al punto da fare di The Last of Us un prodotto da sconsigliare a un pubblico giovane. Il tutto, ai fini di dipingere con forti pennellate un ambiente più ostile possibile, dove i protagonisti si troveranno a combattere per la propria vita, non solo contro gli infetti, ma anche contro gli altri sopravvissuti, non sempre pacifici. In generale, questo si riflette anche nel complesso rapporto che lega il protagonista Joel alla comprimaria Ellie, destinato a reggere l’intero impianto narrativo del gioco. Inizialmente freddo e opportunista, deciso ad aiutare Ellie solo in cambio di una ricompensa, il protagonista imparerà da lei ad apprezzare quanto di buono c’è al mondo, e a godersi le piccole cose. Dal canto suo, Ellie invece capirà che gli esseri umani possono rendersi capaci di atti orribili, e a difendersi contro chi tenterà di farle del male. Questo, sulla carta, dovrebbe tradursi in una trama interessante e matura, potenzialmente in grado di far riflettere sulla natura umana in condizioni estreme e disperate.

Se è vero che Naughty Dog ha già dimostrato di saperci fare con la caratterizzazione di protagonista e comprimari nella saga di Uncharted, lo stesso non può dirsi della qualità e degli approfondimenti dedicati agli intrecci narrativi veri e propri, dunque sarà interessante verificare anche questo aspetto nel prodotto finito. 

Per quanto ci è stato possibile provare, anche a livello normale (le difficoltà saranno in tutto quattro, una sbloccabile solo successivamente alla prima partita) The Last of Us si è rivelato un’esperienza piuttosto impegnativa, senza dubbio più della media del suo genere di appartenenza. Un solo colpo, ben piazzato, di un infetto, è in grado di eliminare brutalmente il protagonista e, probabilmente proprio per questo, i salvataggi a checkpoint si susseguono a gran velocità. La speranza è che il prodotto finito non si riveli eccessivamente punitivo o frustrante, dato che continui reload, sebbene istantanei, finirebbero per frammentare l’esperienza.

Dal punto di vista grafico, Naughty Dog dimostra sempre capacità notevoli nel design di ambientazioni e personaggi, mescolando con cura dosi di realismo e iperrealismo di stampo hollywoodiano, per un quadro complessivo di grande effetto. La pura qualità grafica alterna elementi sui quali il dettaglio è altissimo (ad esempio i personaggi) ad altri decisamente più trascurati (anche per limitazioni hardware), ma l’impatto visivo è nel complesso notevole. Ottime anche le fasi dialogiche, rese grazie alla partecipazioni di attori professionisti e alla performance capture.

L'uscita di The Last of Us, fissato al 14 giugno, è ormai prossima. Quest’ultima prova offertaci da Sony ha confermato come i valori produttivi siano molto alti, il gameplay a suo modo originale e la componente tecnica di tutto rispetto. Per valutare come tutti questi elementi si uniranno nel quadro complessivo, e per scoprire se effettivamente l’aspetto survival è in grado di reggere per tutta la durata dell’esperienza, non perdete la nostra recensione, a presto su queste pagine.

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