Provato - Gears of War: Judgement

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Abbiamo provato a milano il quarto capitolo della saga, questa volta "orfano" della guida di Cliffy B

Epic Games sarà anche rimasta orfana di una delle sue menti più produttive, ma il brand Gears of War appare più vitale che mai. Per quanto Cliff Bleszisnki sia ancora lontano dal trovare nuova ispirazione, la sussidiaria People Can Fly (già nota per Bulletstorm), con base in Polonia, è già da diverso tempo al lavoro sul quarto capitolo della saga, Judgment, un prequel che riporta i giocatori indietro nel tempo, sino ai giorni immediatamente successivi all’invasione delle Locuste. Grazie ad un invito del publisher Microsoft, abbiamo preso parte a Milano a un evento stampa dove è stato possibile provare con mano il gioco, sperimentando i primi livelli della campagna singolo giocatore e qualche ora di online.

Il protagonista di Judgment non sarà Marcus Fenix, ma Baird, richiesto a gran voce dalla maggior parte dei fan della saga. Questi si troverà a capo della squadra nota come Kilo, nella quale militeranno il ben noto Cole, Sofia Hendrik, una neodiplomata dell’accademia militare, e Padul Garron, un navigato veterano dal forte accento russo. Se la caratterizzazione dei personaggi e l’azione di base sono rimaste quelle tipiche della saga, lo stesso non si può dire della struttura narrativa, che sperimenta un massiccio, e interessante, utilizzo del flashback. Come il sottotitolo di questo quarto capitolo suggerisce, la squadra Kilo si troverà infatti sotto processo per un crimine devastante: gli eventi porteranno Baird e soci a usare il Martello dell’Alba allo scopo di arrestare l’avanzata delle Locuste, non solo fallendo nel tentativo, ma devastando metà del pianeta. Il gioco comincerà dunque con l’avvio del processo per Alto Tradimento alla squadra Kilo, e, ad ogni testimonianza di uno degli imputati, corrisponderà un nuovo capitolo della campagna singolo giocatore, rivissuto nei ricordi del teste.

Una peculiarità affascinante non solo sulla carta, dato che gli sviluppatori hanno pensato di sfruttarla anche dal punto di vista del gameplay, introducendo le cosiddette Declassified Testimony (letteralmente “testimonianze rivelate”), ossia delle variabili di piccoli dettagli della trama. Sparsi nei livelli, i giocatori potranno rinvenire dei simboli a forma di teschio, presso i quali sarà possibile attivare piccole, ma importanti, variazioni nella testimonianza in tribunale, con effetti sulle successive fasi di combattimento. Ad esempio, lo scontro a fuoco seguente potrà essere reso più complesso da una cortina fumogena, o dalla scarsità di munizioni. Questa filosofia aggiunge un ulteriore livello di sfida alle già complesse missioni, e si inserisce in un contesto più grande, quello della valutazione dello stile di gioco.

Per la prima volta in un capitolo della saga di Gears of War, un sistema di stelle (da una a quattro) valuterà l’abilità del giocatore, tenendo in conto di diversi fattori, tra cui le morti, i colpi alla testa, le esecuzioni ravvicinate. Accumulare stelle, cosa possibile anche nel comparto multigiocatore, permetterà di salire di livello, sbloccando nuove possibilità e personalizzazioni per il gioco online.

Durante l’evento è stata inoltre rivelata la presenza di una campagna singolo giocatore aggiuntiva in Judgment. Nota come Aftermath, essa si svolgerà molti anni dopo, e permetterà di scoprire alcuni eventi successivi al finale di Gears of War 3. Per quanto il protagonista sia sempre Baird, Marcus avrà un piccolo ruolo nella narrazione. Ancora non è ben chiaro se questa campagna secondaria presenterà una longevità notevole, o se si tratti semplicemente di un piccolo extra, ma di certo l’offerta ludica complessiva di Judgment appare piuttosto corposa. I livelli da noi provati, corrispondenti all’inizio della trama, ci hanno permesso di scoprire uno stile di gioco identico nelle fondamenta, dunque fortemente ancorato alle consuete sparatorie tattiche a base di coperture dinamiche, ma molto velocizzato nel ritmo. Come confermano anche i tasti rapidi di cambio delle armi e lancio granate (addio croce direzionale), Gears of War Judgment presenta un gameplay molto più frenetico rispetto alla media della saga, con un massiccia presenza di nemici a schermo. Il livello medio di difficoltà è sin dall’inizio piuttosto elevato, confermando come alla quarta uscita gli sviluppatori abbiano scelto di proporre un gameplay piuttosto avanzato, adatto ai veterani della saga. A supportare questa filosofia, il gioco prevede ora un sistema di generazione randomica e dinamica dei nemici, i quali, ripetendo una sequenza, non saranno mai gli stessi. Un’intelligenza artificiale apposita, basandosi innanzitutto sul livello di difficoltà impostato, genererà gruppi di Locuste diversi in base alle varie situazioni di gioco, aggiungendo ulteriore complessità al mix, senza contare una notevole rigiocabilità. Il ritmo elevato ci ha convinto, sebbene l’intelligenza artificiale nemica appaia ancora bisognosa di qualche sistemazione, apparentemente ancora troppo ancorata a velocità di gioco più blande, e conseguentemente non reattiva come avremmo voluto. Naturalmente, solo una prova più approfondita potrà confermare o smentire quest’impressione. L’ambientazione, perlomeno nei primi livelli da noi provati, si è rivelata in linea con la tradizione della saga, tra architetture vagamente vittoriane e il concetto, voluto dagli sviluppatori, di “destroyed beauty” (letteralmente meraviglie devastate, ndr). La cittadina costiera di Halvo Bay si presenta come un’immensa cicatrice, distrutta dall’invasione delle Locuste, i palazzi sventrati e le fiamme a divorare ogni angolo.

Terminate le prove sul comparto singolo giocatore, abbiamo avuto modo di provare Survival, sorta di modalità Orda evoluta. Quattro giocatori connessi in cooperativa si trovano a difendere una mappa caratterizzata da tre punti di controllo progressivi, arretrando qualora un punto venga conquistato dalle Locuste. Il buon design della mappa provata (Estate, ossia “magione”), con percorsi multipli atti a tenere impegnata tutta la squadra, e la piacevole variante costituita dall’arretramento progressivo, ci hanno nettamente convinto.

Due campagne distinte e un comparto multigiocatore cooperativo e competitivo molto corposo identificano Gears of War Judgment come un gioco ricchissimo di contenuti. Sebbene lo stile del gameplay rimanga quello classico della saga, un ritmo di gioco nettamente più elevato, la possibilità di scegliere alcune varianti nei livelli e la rigenerazione randomica dei nemici rendono l’esperienza singolo giocatore particolarmente impegnativa, dinamica e rigiocabile. Anche il multigiocatore ha ricevuto interessanti attenzioni, con la modalità Survival in grado di espandere positivamente il concetto di Orda. Le aspettative per un quarto capitolo in linea con l’alto livello qualitativo che da sempre caratterizza il brand ci sono tutte, e l’attesa sino al 19 Marzo è ormai molto breve. A presto per il verdetto.

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