Provato - FUSE

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Le prime impressioni sul gioco di Insomniac Games, tratte dalla demo

FUSE è il nuovo progetto di Insomniac Games, team di sviluppo autore delle serie Ratchet & Clank e Resistance. Nato dalle ceneri del progetto Overstrike, il titolo è uno shooter in terza persona dalla forte componente cooperativa, anche se sarà perfettamente godibile anche in singolo. A venti giorni dall'uscita, prevista per PlayStation 3 e Xbox 360, abbiamo provato la demo da poco disponibile, ricavando le prime impressioni da un gameplay che si preannuncia essere decisamente esplosivo.

 

Ad un primo impatto FUSE sembra proseguire nel solco della tradizione dello shooter in terza persona con un intensivo uso delle coperture, il cui primo esponente nelle tre dimensioni fu Gears of War. Eppure, uno sguardo più approfondito rivela qualcosa in più, una certa propensione all'azione furiosa, intensa e con poche pause, con nemici che sbucano da ogni dove, che molto ci ha ricordato uno dei titoli più sottovalutati della generazione che si appresta a terminare, ovvero quel Vanquish, di Platinum Games, che ha esaltato all'inverosimile la distruzione tipica dello shooter. In FUSE abbiamo rintracciato quasi le stesse dinamiche del titolo Platinum Games, con magari una minor dose di nemici, ma ritmi molto simili.

La prima operazione che il giocatore deve effettuare è la selezione del proprio personaggio, tra i quattro membri del team Ovestrike 9: Dalton Brooks, un mercenario dalla tagliente ironia, Naya Deveraux, una scienziata, Isabelle Sinclair, una ribelle dai capelli rossi, e Jacob Kimble, un ex detective. La differenza non è solo estetica: ogni personaggio, in FUSE, ha le proprie peculiarità, per una varietà il cui peso sul gameplay andrà giudicato in fase di recensione, ma che appre già buona. Per la nostra prova, abbiamo ceduto al fascino di Izzy, non tanto quello dato dai suoi corti capelli rossi, ma dalla sua arma, un fucile in grado di paralizzare per alcuni secondi i nemici.

La demo si apre con una breve scalata di una parete rocciosa, un antipasto forse di quella che potrebbe essere una componente fissa del gioco, non incentrato attorno alle sole sparatorie. Dopo questa breve sequenza però, ci si butta subito nell'azione, e le dita corrono subito sui grilletti del controller, per iniziare ad elargire proiettili. I nemici non vanno giù subito, tutt'altro, quindi lo scontro si fa subito concitato, con molti partecipanti e piombo che arriva da ogni parte. I propri compagni di squadra fanno la loro parte, decisamente, non limitandosi ed essere meri spettatori, ed è comunque possibile passare al controllo di ognuno di essi in qualunque momento. Ci si fa quindi strada verso l'obiettivo, ed è difficile non notare che, almeno in questa fase, l'azione pare molto scriptata, e ce ne accorgiamo quando, logorati da un lungo scontro a fuoco, decidiamo di uscire dalla copertura e correre via, sparando all'impazzata: improvvisamente il flusso di nemici s'interrompe, e si passa alla fase successiva.

Stavolta non ci sono frotte di nemici da affrontare, ma tre colossi meccanizzati. Si cambia strategia, l'attacco diretto non funziona, i colossi sono deboli sul retro e quindi aggirarli è la migliore opzione. In momenti come questo probabilmente la collaborazione con giocatori umani produrrebbe risultati più efficaci, e darebbe maggiore profondità al gioco, ma anche da soli ci si muove bene, e si ha finalmente ragione dei nemici. Un'ultima fase, molto simile alla prima, e siamo alla fine della demo.

Pur senza particolari sussulti, FUSE pare avere già da ora le carte in regola per costituire una piacevole ventata di novità nel panorama degli shooter in terza persona. L'azione è intensa, in base al personaggio varia l'approccio agli scontri, un sistema di abilità sbloccabili in base all'esperienza ricevuta potrebbe dare una maggiore complessità al gameplay. Non ci sarà da aspettare molto per il nostro giudizio finale sul gioco, in arrivo a fine mese.

 

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