Provato - Far Cry 3

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Abbiamo provato a Milano le prime tre ore del terzo capitolo della saga free roaming!

C’è un’isola tropicale, ma non è quella di Lost. Ci sono delle torri da scalare per scoprire il territorio circostante, ma non sono quelle di Assassin’s Creed. C’è una vacanza andata storta, ma non è Dead Island.

Far Cry 3 strizza l’occhio a tante produzioni note, riciclando meccaniche tanto care agli sviluppatori di Ubisoft, e cita anche sé stesso. Un collage bizzarro, tenuto insieme da una trama altrettanto folle, e imprevedibile. Per circa tre ore ci siamo addentrati nell’isola, tra stralci di giungla tropicale e spiagge a perdita d’occhio. Organizzato nel suggestivo contesto della Fonderia Napoleonica di Milano, l’evento di prova organizzato da Ubisoft ci ha dato tutti gli strumenti per farci un’idea più precisa dei confini del nuovo sparatutto.

Curiosamente, l’inserimento nel genere first person shooter è quasi azzardato, soprattutto se si considera che nel lungo prologo, di sparare se n’è parlato davvero poco. Abbiamo esplorato, semmai, sia a piedi sia in macchina, ci siamo dati alle missioni secondarie. Qualche colpo l’abbiamo esploso, ma in maniera molto più contestuale di quanto ci saremmo aspettati.

Nonostante il ritorno alle ambientazioni tropicali del capostipite, Far Cry 3 propone una trama del tutto inedita. Poteva essere una gran bella vacanza, quella che vedrete nell’introduzione. Una bella barca in affitto, un’isola tropicale non segnata sulle mappe, alcool a volontà. Peccato che le cose siano andate molto diversamente dal previsto. Il protagonista Jason Brody si trova ben presto isolato, disperatamente alla ricerca della sua ragazza. Ben presto, qualcuno intuirà il grande potenziale racchiuso nel suo desiderio di vendetta, e nel suo addestramento evidentemente sopra la media, perfetti per supportare la voglia di rivoluzione che serpeggia tra gli autoctoni. Questi ultimi sono infatti sottoposti a un duro regime da parte di non meglio noti invasori, rimasti bloccati a lungo sull’isola, e totalmente impazziti. A guidarli c’è Vaas, il matto con la cresta che avete già visto nelle sequenze di gameplay rilasciate quest’estate. Come nota di colore, all’evento milanese era presente proprio Michael Mando, l’attore canadese che l’ha interpretato, del quale possiamo confermare il carattere quantomeno esuberante.

Le prime tre ore in compagnia di Far Cry 3 funzionano da lungo e articolato tutorial, permettendo al giocatore di familiarizzare con alcune meccaniche alla base del gameplay. Trattandosi di un free roaming, la libertà di esplorazione è sin da subito assoluta, sebbene sia necessario in primo luogo occuparsi delle torri radio. Queste ultime funzionano come i punti di sincronizzazione di Assassin’s Creed: raggiungendo la cima e premendo un tasto, si godrà di una visuale panoramica dell’ambiente circostante, per poi vedere sbloccati sulla mappa tutti i punti d’interesse (missioni primarie e secondarie, checkpoint da liberare, animali adatti alla caccia e molto altro). Il mondo di gioco è esplorabile in una moltitudine di modi: se camminare dovesse stancarvi in fretta, potrete approfittare delle molte macchine opportunamente incustodite a bordo strada in molti punti dell’isola, oppure delle barche e di un elegante deltaplano (quest’ultimo più raro, ma seguendo le missioni principali vi incapperete per forza).

Quanto alle attività, le prime cinque missioni della campagna alternano fasi tutorial (come la prima scalata di una torre) allo sviluppo di alcuni personaggi fondamentali per la trama, sui quali non vi diamo dettagli per non rovinare le sorprese. La varietà sembra discreta, laddove ci sono un certo numero di missioni secondarie che richiedono al giocatore di eliminare specifici obbiettivi sull’isola (a volte seguendo specifiche indicazioni in cambio di bonus monetari, come esecuzioni all’arma bianca), cacciare determinate specie di animali, raccogliere piante, partecipare a gare di velocità con i vari mezzi. Non è detto inoltre che, procedendo con la campagna, il numero di queste attività di contorno non aumenti.

Dal punto di vista del gameplay vero e proprio, le armi si comportano in maniera piuttosto tradizionale, migliorando nettamente non appena si mette mano al vasto comparto upgrade. Quest’ultimo rappresenta solo una parte del sistema economico di Far Cry 3, che prevede l’accumulo di valuta di gioco per acquistare armi, equipaggiamento e miglioramenti. Gli upgrade sono disponibili anche per il personaggio, sebbene in maniera completamente diversa: completando le missioni primarie e secondarie, si guadagneranno punti esperienza e punti abilità, che potranno essere spesi in un menu di stampo ruolistico. I miglioramenti si presentano in buona varietà, dall’aumento della velocità di ricarica di una tipologia di arma alla riduzione del rinculo, e così via. Anche in questo caso, sarà da verificare come l’impatto dei miglioramenti nelle prestazioni del giocatore verrà bilanciato nelle fasi più avanzate di gioco. L’intelligenza artificiale nemica ci è parsa capace di routine di base soddisfacenti, sebbene vi sia qualche scivolone nel rilevamento dell’effettiva provenienza di una minaccia.

Durante la prova abbiamo avuto modo di verificare tutte e tre le versioni del gioco, PC, Playstation 3 e Xbox 360. Quest’ultima ci è sembrata, al momento, la più sacrificata, con texture scarsamente definite, frame rate talvolta in difficoltà e un diffusissimo motion blur a “mascherare” le mancanze. Occorre comunque precisare che la visione d’insieme offerta dal gioco è di tutto rispetto, anche grazie all’ottimo design dell’ambientazione tropicale, ma le differenze notate sulla piattaforma Microsoft ci sono comunque sembrate tali da meritare una menzione. La versione Playstation 3 è sembrata comportarsi meglio, sia quanto a fluidità, sia per la qualità generale del rendering. Naturalmente, la versione PC stacca quelle console di diverse lunghezze, seppure senza raggiungere i massimi qualitativi di questa generazione. Dato che la demo provata era già vecchia di diverse settimane, è possibile che le versioni finali del gioco si presentino ulteriormente migliorate. Ci speriamo, soprattutto per quella Xbox 360.

Il setting e i continui riferimenti alla follia dei “cattivi” di turno contribuiscono a creare attorno a Far Cry 3 un’atmosfera particolare e in parte inedita, sebbene l’ansia e l’incertezza che accompagnano la sequenza di apertura tendano a sfumare un po’ nelle successive missioni della storia. Da quest’ultima ci aspettiamo comunque una longevità di tutto rispetto, quindi è probabile che fasi più avanzate diano nuovamente spazio all’aspetto più dark della trama.

Far Cry 3 è una produzione promettente, ma la molta carne al fuoco genera inevitabilmente un gran numero di “se”, legati principalmente alla qualità della trama e alla capacità del gameplay di mantenere una duratura presa sul giocatore. Per valutare la qualità del prodotto finito possiamo solo aspettare una copia recensibile, che non dovrebbe tardare a giungere nelle nostre mani, in tempo per l’uscita fissata al 29 novembre. Rimanete con noi!

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