Provato - Escape Dead Island

Abbiamo provato Escape Dead Island, il nuovo spin off della serie ideata da Techland

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Gli zombie, in questi ultimi anni, stanno avendo un successo senza precedenti: serie TV, film, videogiochi e chi più ne ha più ne metta. Insomma i cosiddetti non morti ci stanno venendo propinati in un po’ tutte le salse e questo fenomeno non sembra accennare ad arrestarsi. Tra i vari titoli a loro dedicati negli scorsi anni è spiccato senza dubbio un certo prodotto, tale Dead Island, che mischiava elementi tipici dei survival horror con meccaniche da RPG. Il gioco, nonostante alcuni difetti che ne affliggevano il gameplay, è riuscito a riscuotere un discreto successo sia di pubblico che di critica, tanto da portare il publisher a realizzare non solo un sequel diretto, Dead Island 2, ma anche uno spin off completamente nuovo ovvero Escape Dead Island. La scorsa settimana abbiamo avuto modo di provare una versione preliminare di questo gioco e di seguito potrete leggere le nostre impressioni.

[caption id="attachment_132526" align="aligncenter" width="600"]Escape Dead Island - Logo Escape Dead Island - Logo[/caption]

Il titolo innanzitutto è situato cronologicamente tra Dead Island e Dead Island 2 ed è ambientato ancora una volta nell’immaginaria isola di Banoi, in Nuova Guinea. A differenza del suo prequel questo Escape Dead Island metterà l’accento sul comparto narrativo e seguirà da vicino le vicende di Cliff Calo, giovane uomo che trovatosi nel bel mezzo dell’epidemia decide di cercare i suoi amici scomparsi e far luce sui misteriosi eventi che hanno tramutato la popolazione dell’isola in famelici zombie. A gettare altra benzina sul fuoco ci penserà poi lo stato mentale di Cliff, che sembra sia affetto da allucinazioni e visioni tanto da non riuscire a distinguere ciò che è reale da ciò che è frutto invece della sua immaginazione. Nelle intenzioni del nuovo team di sviluppo, i Fatshark, c’è quindi la volontà di creare vicende appassionanti e ricche di colpi di scena, nonché personaggi ben caratterizzati e dotati di una personalità profonda e tutt’altro che banale. Dalla nostra breve prova non abbiamo potuto logicamente dedurre poi molto altro, c’è però da dire che almeno sotto l’aspetto delle atmosfere il lavoro svolto ci è sembrato ben fatto e provvisto di una certa originalità.

"Escape Dead Island ha dimostrato di avere delle qualità da non sottovalutare"

Quello che differenzia maggiormento questo spin off dalla serie principale è però il gameplay. Il gioco infatti passa dall’essere un survival horror open world in prima persona ad un action puro in terza persona con elementi stealth. Le ambientazioni in cui ci si muoverà sono molto meno vaste che in passato ed il cammino da percorrere è pressoché prestabilito. Esplorazione ridotta all’osso quindi, ma c’è da dire che il vero fulcro del gioco, almeno stando alla demo provata, risiede negli scontri con i vari nemici. L’utente dovrà infatti studiare con attenzione la posizione dei vari zombie e cercare di eliminarli nel modo più silenzioso possibile per non allertare quelli vicini. Ad aiutare in quest’impresa ci pensa poi un utile sistema bullet time, che premierà il giocatore con un breve rallentamento del tempo ogni qualvolta si eseguirà un headshot con un’arma da fuoco. Buona la varietà dei non morti: nel breve pezzo da noi giocato abbiamo potuto scovare ben tre differenti tipologie di mostri, ognuna con caratteristiche peculiari che richiedevano tecniche di abbattimento diverse. Dovrebbe essere sufficientemente vasto anche l’arsenale a disposizione di Cliff, che prevede sia l’utilizzo di armi bianche che armi da fuoco di diverso calibro come pistole con silenziatori e fucili a pompa.

[caption id="attachment_132525" align="aligncenter" width="600"]Escape Dead Island - Screen Escape Dead Island - Screenshot[/caption]

Il titolo Fatshark prende le distanze dal primo Dead Island anche sotto il versante grafico: lo stile visivo utilizzato è infatti quello di un coloratissimo cel shading, che da l’impressione di vedere un vero e proprio fumetto in movimento. Una scelta decisamente bizzarra, fatta probabilmente proprio per ribadire l’identità unica di questo prin-off. Purtroppo il gioco, nella versione da noi provata, non sfoggiava modelli poligonali particolarmente complessi o texture dettagliate, vogliamo però credere che ciò sia dovuto allo stato embrionale della build piuttosto che a demeriti del team di sviluppo. Decisamente buona invece la struttura dei livelli, ricchi di elementi a schermi e sviluppati non solo in orizzontale ma anche in verticale, così da permettere al giocatore di attaccare da più livelli i nemici. Ci ha fatto una buona impressione anche il doppiaggio, così come gli effetti sonori e le musiche.

Escape Dead Island è un gioco molto interessante, che durante la nostra prova ha dimostrato di avere delle qualità da non sottovalutare. Un comparto tecnico distintivo, meccaniche di gameplay originali, un cast di personaggi diversificato, trama ben approfondita e ricca di colpi di scena: gli ingredienti per un buon action-horror potrebbero esserci tutti, c’è da vedere però se Fatshark riuscirà a rendere il gioco vario e divertente nonostante la perdita della struttura open world.

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