Provato - Diablo III - L'inganno del Diavolo
Provata l'ultima versione della beta di Diablo III
Con la data di rilascio ormai annunciata (15 maggio), Diablo III si appresta a compiere gli ultimi passi prima del lancio, come sempre sospeso tra la necessità di accontentare un’audience esigentissima e inserirsi nuovamente in un contesto, quello dei giochi di ruolo d’azione, che negli ultimi dieci anni si è profondamente trasformato.
La versione di prova presenta la medesima ambientazione già vista in occasione dei primissimi hands on, ossia New Tristram e dintorni. Apparentemente le novità non sono molte, ma nascosti nei menu di crescita e gestione del personaggio compaiono molti aggiustamenti, non tutti graditissimi ai fan.
Aderente alla stessa filosofia è la neo-introdotta impossibilità di smantellare gli oggetti comuni, chiaramente volta a impedire un eccessivo accumulo di materie prime per il crafting. Sebbene tornare ogni volta al villaggio per vendere e lavorare sugli item rappresenti un’operazione potenzialmente noiosa, il bilanciamento ne trarrà sicuro giovamento.
Passando a modifiche più sostanziose, interessanti sono le semplificazioni applicate agli attributi primari dei personaggi (ridotte a tre, Forza, Destrezza e Resistenza) e a quelli secondari (Difesa, Attacco e Precisione), eliminati in favore di statistiche più leggibili (percentuale di danno critico, armatura e così via). Si tratta di tagli importanti per rendere il sistema di statistiche molto più snello, anche se le conseguenze a lungo termine del ribilanciamento potranno essere valutate solo in fase di recensione, con personaggi di livello più alto.
La modifica più importante al sistema di gioco rimane comunque legata alle Rune, modificatori delle abilità che nella prima versione del gioco erano recuperabili come drop (piuttosto raro) dai nemici. Blizzard ha fatto una completa marcia indietro su questo fronte, giudicando probabilmente troppo randomico il ritrovamento di questi importanti potenziamenti. Ora, le Rune vengono automaticamente sbloccate in certi step predefiniti dell’aumento di livello, permettendo al giocatore una crescita molto più costante e lineare. Il funzionamento è invece rimasto invariato: le Rune modificano sostanzialmente le skill d’attacco primarie e secondarie con un effetto aggiuntivo legato alla loro natura, e possono essere cambiate in qualunque momento di pausa tra uno scontro e l’altro, permettendo al giocatore di sperimentare ed effettuare modifiche “in corsa”.
Anche le abilità sono state oggetto di una revisione, o, più che altro, di una gestione più chiara per il pubblico. La divisione tra skill primarie, secondarie e difensive è quella di sempre, tuttavia gli sviluppatori hanno deciso di renderla manifesta e riorganizzare di conseguenza la barra nella parte bassa dello schermo. Questa conterrà sia le due skill d’attacco primarie, assegnate ai due tasti del mouse e intercambiabili durante i momenti di pausa dall’azione, sia un limitato numero di slot per le abilità secondarie, posizionabili a piacimento.
Ultima, ma non meno importante, introduzione arrivata con l’ultima patch riguarda il tanto sospirato avvio del sistema di case d’asta, già pienamente fruibile. Interessante notare come il pagamento di una percentuale sul prezzo di vendita avvenga ora solo ad asta conclusa (prima era obbligatorio in ogni caso), così da incentivare al massimo la compravendita di oggetti. Per prendere in contropiede l’eventuale spam di oggetti, è stato inserito un numero massimo di oggetti che possono essere messi contemporaneamente in vendita (10) e le basi d’asta sono state leggermente alzate, così da “educare” i giocatori a mettere in vendita solo in caso valga davvero la pena.
Per il resto, la beta di Diablo III si fa giocare bene come sempre: il click del mouse regna sovrano, gestendo tanto i movimenti del personaggio quanto l’attivazione delle due abilità d’attacco principali, mentre la tastiera rimane deuputata alle skill secondarie e alle pozioni. Un sistema di controllo facilissimo, che limita la complessità a ciò che davvero conta in Diablo, ossia la gestione del loot e della crescita del personaggio. La cooperativa a quattro giocatori online rappresenta naturalmente un modo molto consigliato per godersi l’esplorazione delle terre di Sanctuary, ma una classe dedita alle evocazioni (come il Witch Doctor) e la possibilità di assumere dei combattenti guidati dall’intelligenza artificiale (di cui è però possibile gestire equipaggiamento e skill) lasciano ampie chance di divertimento anche ai solo player. Durante le nostre prove abbiamo avuto modo di mettere mano anche al crafting, gestito in maniera molto classica e semplice, partendo dallo smantellamento di oggetti speciali presenti nell’inventario e arrivando alla rielaborazione delle materie prime. Per creare oggetti via via sempre migliori sarà necessario impiegare ingenti somme di denaro nel miglioramento dell’abilità di crafting. Interessante notare come, perlomeno nel primo Atto della storia, sia possibile sin da subito creare oggetti dotati di buone qualità, quantomeno pari (talvolta anche superiori) a quelli faticosamente raccolti con il loot dai nemici.
La data di rilascio è ormai abbastanza vicina, è dunque lecito pensare che queste ultime modifiche al gameplay verranno confermate nella versione finale del gioco. Tuttavia, è di Blizzard che stiamo parlando, e qualche ulteriore sorpresa potrebbe attendere i fan dietro l’angolo. Rimarremo naturalmente con voi, aggiornandovi su tutte le novità fino alla recensione.