Provato - Dead Space 3 - Meet John Carver

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Provato a Milano il nuovo capitolo della saga fanta-horror

Della lunghissima lista di sequel mostrati all’E3 di quest’anno, Dead Space 3 è stato indubbiamente uno dei più discussi. Visceral Games ed Electronic Arts hanno presentato infatti un terzo capitolo molto diverso da quanto i fan si aspettassero.

Se il punto di forza della saga è sempre stato l’elemento orrorifico e la buona contestualizzazione della trama in ambito fantascientifico, questo seguito sembra avere molto a cuore l’elemento action, ovviamente a scapito del senso di ansia e costante precarietà che da sempre accompagna le disavventure dell’ingengere Isaac Clarke. A conferma di quanto sopra, gli sviluppatori hanno tolto i veli ad una cooperativa online per due giocatori evidentemente votata ad un gameplay ben più frenetico, generando un vibrante disappunto da parte dei fan del brand. Onde fare luce sulla controversa situazione, Electronic Arts ci ha invitato nei suoi uffici milanesi per una prova diretta del titolo, sia in singolo giocatore, sia in cooperativa a due.

Nell’ottica degli sviluppatori, lo scopo della prova era rassicurare il più possibile l’utenza sulle caratteristiche dell’esperienza singolo giocatore. A detta dei ragazzi di Visceral Games infatti, la modalità storia è stata studiata appositamente per supportare tanto la modalità in singolo quanto la cooperativa, senza variazioni nel design dei livelli. Proprio per questo è stato operato un attento lavoro di bilanciamento, al fine di garantire ai fan l’esperienza orrorifica che si aspettano.

Perlomeno nella sequenza da noi provata, il lavoro sembra ben riuscito. La nostra prova si collocava all’inizio della modalità storia, ancora prima dell’arrivo di Isaac su Tau Volantis, il pianeta ghiacciato che farà da sfondo al nuovo incubo fantascientifico. Per la precisione, il livello si ambientava tra i ponti di un’astronave alla deriva nello spazio, location molto familiare per tutti i fan della saga. Tra Necromorfi pronti a saltare fuori dagli angoli più bui, trasmissioni radio disturbate e semplicissimi puzzle da risolvere, la breve sessione non ha presentato particolari novità rispetto al precedente capitolo, confermando, almeno in parte, quanto affermato dagli sviluppatori: con l’eccezione di alcuni livelli dichiaratamente action (i quali coinvolgeranno sparatorie contro i fedeli di Unitology, la chiesa formata dagli adoratori del Marchio), i quali tuttavia non occuperanno più del 20% della durata della storia, l’offerta ludica di Dead Space 3 non si discosterà da quella dei due predecessori, a patto di goderne in solitaria.

Qualora infatti si decidesse di passare alla cooperativa a due, azione possibile durante il gameplay semplicemente tornando al precedente checkpoint di salvataggio, il secondo giocatore prenderà il controllo di John Carver, un ruvido marine spaziale che sembra uscito direttamente dallo stereotipato team di soldati coloniali di Aliens: Scontro Finale. Il volto scavato da una profonda cicatrice, la battuta sempre pronta, Carver è mosso da un cieco desiderio di vendetta. Risulta quindi spontaneo che, a fronte della sua entrata in gioco, il gameplay prenda una deriva nettamente più frenetica, per quanto ambientata nei medesimi livelli. Ad aumentare sarà invece il numero di nemici e la loro resistenza al fuoco, oltre naturalmente ad un attenutamento dell’elemento orrorifico, chiaramente meno efficace quando dall’equazione si sottrae l’isolamento. A cambiare sono anche i dialoghi tra i due personaggi, molto brevi in caso si giochi in solitaria, più elaborati e camerateschi durante la cooperativa.

Quanto a netcode e gameplay, quest’ultima sembra funzionare come da programma: la nostra prova si è svolta in due fasi, la prima contro un boss di discrete dimensioni, da abbattere concentrando il fuoco, la seconda invece in una vasta area di cavitazione, dove un giocatore doveva tenere a bada i Necromorfi, mentre l’altro si impegnava a bloccare un’enorme trivella con il potere Stasi.

A questo proposito, confermiamo il ritorno di tutti i poteri della tuta di Isaac (e di quella gemella di John Carver) senza differenze degne di nota rispetto al precedente capitolo. Alcune novità arrivano invece sul fronte arsenale, anche se per il momento gli sviluppatori preferiscono non rivelare troppo. Sappiamo tuttavia che durante l’esplorazione dei livelli sarà possibile raccogliere dei pezzi utili a potenziare e modificare le singole armi. Senza dubbio, l’imminente Gamescom porterà qualche ulteriore informazione al riguardo.

Non ci è stato purtroppo possibile vedere in azione le tanto chiaccherate fasi shooting, le quali, per quanto ridotte in numero, rappresentano una novità assoluta per la saga. A detta degli sviluppatori, il sistema di coperture sarà totalmente automatico e la capriola, nuova mossa effetuabile con una doppia pressione del relativo dorsale, tornerà utile per evitare il fuoco nemico.

Nel complesso, la nostra prova di Dead Space 3 ha rivelato una situazione apparentemente più rosea di quella profilatasi durante l’E3 2012. Per quanto una deriva action ci sia, nel caso si giochi in solitaria essa occuperà solo una piccola percentuale della modalità storia: se i controlli di copertura si riveleranno soddisfacenti, essa potrebbe rappresentare un diversivo, certamente non gradito ai puristi del brand, ma in ogni caso non troppo invasivo.

Quanto alla cooperativa invece, quest'ultima andrà provata estesamente per trarre delle conlcusioni. Di certo, snatura il gameplay classico di Dead Space, proponendo un’esperienza nettamente differente. Se potrà rappresentare in ogni caso un comparto interessate, e soprattutto migliore della scialba componente multigiocatore del secondo capitolo, solo il tempo potrà dircelo.

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