Provato - Dark Souls III

Al Lucca Comics & Games abbiamo trovato il tempo di concederci una rapida partita a Dark Souls III: preparate scudo e armatura

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dark Souls III risentirà delle influenze di Bloodborne?

È questa la domanda che da mesi, ormai, rimbomba nelle menti dei fan della saga di From Software. Il complesso action/RPG pubblicato su PlayStation 4 solo qualche mese fa, nel bene e nel male ha costretto lo sviluppatore nipponico a riconsiderare e rivisitare i canoni del sottogenere che loro stessi, di fatto, hanno riesumato e ripotato in auge, per non dire creato dal nulla. Pistole e abiti leggeri hanno dato vita a Cacciatori ben più agili dei cavalieri protagonisti dei Souls, equipaggiati come sono di spesse armature e massicci spadoni a due mani. Senza per questo essere più accessibile, Bloodborne ha permesso anche a giocatori meno tecnici e attendisti di avere la meglio su mostruosità di ogni genere e tipo, rendendo ancor più mainstream e desiderabile un certo tipo d’esperienza che ha come unico obiettivo quello di mettere in seria difficoltà l’utente. Lecito temere o augurarsi, a seconda dei punti di vista, che anche Dark Souls potesse adeguarsi al nuovo trend, stravolgendo, solo in parte beninteso, i principi che fin qui ne hanno contraddistinto il gameplay.

Al Lucca Comics & Games ci siamo tolti qualche dubbio, provando una breve demo che, nemmeno a dirlo, non abbiamo ovviamente concluso vista l’alta percentuale di nemici estremamente forti che ci hanno ripetutamente mandato al creatore. Ambientato sulle mura di cinta di un gigantesco castello, il livello di prova, oltre a guerrieri scheletrici armati di tutto punto, introduceva un’ulteriore deterrente alla nostra scalata: un drago che dalla cima si divertiva a sputare fuoco qui e lì per dissuaderci dal proseguire sul sentiero tracciato.

[caption id="attachment_147793" align="aligncenter" width="508"]Dark Souls III screenshot 1 Non ci siamo nemmeno lontanamente avvicinati alla cima del castello. Giocatori ben più abili di noi, al termine della loro prova, ci hanno giurato di aver persino affrontato un temibile boss di fine livello.[/caption]

Più che in passato, il dungeon si biforcava in continuazione, proponendo con una certa costanza strade alternative certamente ricche di loot, quanto di minacce da sventare. Pur avendo avuto a nostra disposizione diversi tentativi, non siamo comunque riusciti a imboccare tutti i bivi, lasciandoci grandi speranze circa ricchezza e ricercatezza del level design. Tra passaggi sotterranei e corse sui tetti delle abitazioni adiacenti al muro di cinta, i continui sali e scendi per scale e passerelle conducevano ad arene estremamente differenti per dimensioni e conformazione.

L’analisi del campo di battaglia sarà una prassi tutt’altro che secondaria, come ben sanno i fan della saga. Come in passato, basta agire sulla croce direzionale per cambiare al volo l’equipaggiamento principale dell’avatar, permettendogli di adattarsi velocemente al tipo di duello che sta affrontando. All’interno di anfratti oscuri sarà utile stringere in una mano una torcia. Contro nemici agili è consigliabile munirsi di scudo. Nel caso di mostri di piccole dimensioni, da affrontare in spazi aperti, è conveniente tenerli a distanza menando fendenti con un lungo spadone a due mani.

[caption id="attachment_147796" align="aligncenter" width="508"]Dark Souls III screenshot 2 A livello artistico non si può muovere alcuna critica ai ragazzi di From Software. Ancora una volta ci immergeremo in ambientazioni spaventosamente affascinanti.[/caption]

E mentre si prende confidenza con il combat system, operazione possibile solo dopo aver rimediato almeno un paio di game over, ci si accorge che sì: Dark Souls III è in parte debitore di Bloodborne. Nessuno snaturamento, né tradimento al concept che tiene vivo il brand sin dalle sue origini. Si tratta ancora di un gioco di ruolo estremamente tattico, in cui si vince solo attendendo e rispondendo alle mosse nemiche. Semplicemente è aumentata la prontezza di riflessi del personaggio, la sua reattività in attacchi e parate. Si percepisce ancora tutto il peso dell’armatura, ma ciò non impedisce di adottare un approccio più sfrontato, temerario, aggressivo. Il titolo ne giova in profondità, adeguandosi a ritmi diversi e permettendo strategie inedite che possono, all’occorrenza, alternarsi rapidamente nelle mani dei giocatori esperti. Con la complicità dell’intercambiabilità delle armi, si dà vita a combattimenti estremamente dinamici, vari e coinvolgenti come mai prima d’ora. Resta fondamentale il tempismo della parata, così da stordire l’avversario e devastarlo con un colpo critico, ma guadagna importanza la schivata: utilissima sia per togliersi dai guai, sia per raggirare velocemente gli avversari.

Inutile poi spendere commenti sull’art design, sul lore, intravisto in questo fugace incontro con Dark Souls III. Come già accaduto con gli altri episodi della saga, Hidetaka Miyazaki e il suo team sono in grado di raccontare storie e leggende a partire da un’immagine, da un panorama, da un nemico che, chissà, forse un tempo stava tentando, proprio come noi, di raggiungere la cima del castello. Tecnicamente inoltre, la saga ha finalmente raggiunto una piena maturità. Oltre a un frame rate convincente, texture, modelli poligonali, effetti speciali e animazioni testimoniano la rinnovata confidenza di From Software con gli hardware di nuova generazione, maturata proprio grazie all’esperienza con Bloodborne.

[caption id="attachment_147795" align="aligncenter" width="508"]Dark Souls III screenshot 3 La prima regola per sopravvivere è dosare la stamina e capire quando è il momento di battere in ritirata per curare le ferite.[/caption]

Dark Souls III promette benissimo non solo perché sarà quasi di sicuro l’ennesimo capitolo di una saga che ha ormai raggiunto un apprezzamento quasi incondizionato. Proprio ereditando un pizzico dello spirito che ha reso grande Bloodborne, sembrerebbe in grado di offrire un’esperienza ancora più complessa e soprattutto completa. Ai classici duelli fatti di attese e parate, se ne presentano altri in cui, con il giusto equipaggiamento e preparazione, è possibile sfoderare un atteggiamento aggressivo e votato all’attacco. Non un Dark Souls più accessibile, né semplificato dunque. Tutto il contrario: un episodio ancora più profondo e adatto a una varietà maggiore di videogiocatori.

Tutto molto bello, non fosse che i mesi che mancano alla release del gioco, prevista per il prossimo aprile, siano ancora troppi.

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