Provato - Call of Duty: Black Ops II

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Provato a Milano l'ultimo capitolo della serie di sparatutto più nota e chiaccherata del pianeta

Come ogni anno, Activision Blizzard si prepara al lancio più importante della stagione natalizia. Il publisher ha recentemente invitato la stampa italiana presso lo spazio Anniluce a Milano per una prova diretta di Call of Duty: Black Ops 2, alla quale ha preso parte anche Jay Pureyar, Director of Brand presso Treyarch.

Per la prima volta dopo il primo Modern Warfare, una rapida scorsa alle feature del gioco permette di intuire subito che, nascoste nell’impianto più che tradizionale, vi sono alcune interessanti novità. Se già con il primo Black Ops i ragazzi di Treyarch erano riusciti ad imporsi all’attenzione del pubblico, capovolgendo lo scomodo ruolo di team “di scorta” rispetto alla più blasonata Infinity Ward, con questo sequel sembrano intenzionati a conquistarsi definitivamente la palma di team alla guida del progetto.

Quando si parla di novità, in un contesto delicato come quello che circonda Call of Duty, bisogna sempre andarci con i proverbiali piedi di piombo. Parliamo di una produzione che vende decine di milioni di copie ogni anno, rivolgendosi dunque a tipologie di pubblico molto diverse. Non ci sono molti esempi di giochi che riescono ad accontentare tanto i giocatori più casual quanto gli hardcore gamer, ma Call of Duty è indubbiamente tra questi (un altro a venirci subito in mente è Assassin’s Creed). Col senno del poi può sembrare banale, e anche un po’ ruffiano, ma accontentare una forchetta tanto ampia di audience è un gioco d’equilibri tutt’altro che facile.

Detto questo, come giù fu con le prime sequenze di Black Ops rese pubbliche, il livello singolo giocatore mostrato a Milano ci ha colpito. I cliché sono tutti lì, in bella vista (a partire dalla scalata di una parete rocciosa innevata, che non può non far pensare a Modern Warfare), ma sono esemplari nella loro capacità di catturare l’attenzione del giocatore. E di contorno c’è anche un netto upgrade al motore grafico. Mostrato su Xbox 360, Black Ops 2 ha sfoggiato texture più definite, shader di qualità migliore e una profondità di campo di tutto rispetto, senza perdere la sua caratteristica fluidità. Come da tradizione per la serie, gli “abbellimenti” sono più estetici che contenutistici, come nel caso del lancio con la tuta alata, sostanzialmente inutile dal punto di vista del puro gameplay, ma nondimeno spettacolari.

La componente narrativa è, come da tradizione Treyarch, più sviluppata rispetto alla media, al punto da coinvolgere nel lavoro di sceneggiatura lo scrittore P. W. Singer, autore di Wired for War (curiosamente, i contributi dell’autore erano già stati utilizzati per un altro videogame, Metal Gear Solid 4). Il risultato è una trama a cavallo tra gli anni della guerra fredda e il 2025, che farà da sequel agli eventi narrati nel primo Black Ops. Particolare attenzione è stata dedicata alla creazione di un nemico credibile, incarnato da Raul Menendez (doppiato nell'edizione italiana dal nostro Giancarlo Nannini)

La sequenza alla quale abbiamo assistito era ambientata nel futuro prossimo, e sfoggiava l’impiego di strumentazioni belliche al limite della fantascienza, come un lanciagranate da polso, un fucile in grado di sparare una rapida sequenza di tre proiettili esplosivi e un’ottica in grado di garantire l’individuazione dei bersagli anche attraverso le pareti. A questo si aggiunge l’uniforme Optic Camo, gadget decisamente di moda nei videogiochi militari, in grado di rendere parzialmente invisibile colui che la indossa. Dal punto di vista del gameplay puro e semplice, lo stile della serie rimane naturalmente quello di sempre, con gli scontri a fuoco a costituire la fetta più grossa dell’offerta ludica, e le sequenze scriptate a dare al tutto il consueto tocco da blockbuster hollywoodiano.

Come già accennato, quest’anno non mancheranno novità interessanti, come alcuni livelli dove sarà possibile giocare da strateghi, con una visuale dall’alto definita Strikeforce, che permetterà di guidare le truppe sul campo selezionandole una alla volta. Non abbiamo potuto provare, né vedere dal vivo questa novità, ma, se integrata a dovere, potrebbe davvero rappresentare un elemento completamente nuovo per la serie. Lo stesso dicasi per l’elemento decisionale, che permetterà ai giocatori di scegliere il percorso da seguire in certe missioni, favorendo la rigiocabilità della campagna.

La nostra prova diretta si è svolta sulla modalità multigiocatore, da sempre protagonista dell’offerta ludica dei giochi targati Call of Duty. Tra le novità introdotte da Treyarch c’è un interessante revisione del sistema di gestione degli slot per armi e accessori. Questo assegna ad ogni slot un certo valore in “punti”, e un totale a disposizione del giocatore, che può così decidere di sacrificare accessori poco sfruttati per favorire altri aspetti. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo deciso di rinunciare alle granate per godere di un secondo slot accessorio sull’arma primaria. Anche le tradizionali Killstreak sono cambiate: raccolte sotto la nuova definizione di Scorestreak, possono essere ora guadagnate anche giocando di squadra e completando obbiettivi. Altra aggiunta degna di nota è il MultiTeam, che fa sì che più squadre (fino a 4) possano partecipare allo stesso match, con ovvi benefici dal punto di vista della profondità strategica.

Le tre mappe provate (ossia la stazione dei treni di Los Angeles, una città del Medio Oriente e un yacht di lusso) confermano la capacità degli sviluppatori di incanalare a dovere l’azione. In particolare la prima ci ha impressionato, sia per l’estensione sia per l’interessante design tattico.

Non mancano corpose novità per la modalità Zombie, molto amata dai fan, che si arricchisce questa volta di un abbozzo di trama. Nella modalità denominata Tranzit, quattro giocatori potranno spostarsi attraverso varie città degli USA e recuperare oggetti utili ad uno scopo finale. Torna naturalmente anche il survival classico, con le classiche difese da erigere presso specifici punti delle mappe.

Al di là delle polemiche che dal primo Modern Warfare hanno sempre accompagnato gli invidiabili record di vendite stabiliti ogni anno dalla saga, in Black Ops 2 ci sarà molto probabilmente del buono. Non si tratta di una rivoluzione per la serie, ma le novità appaiono sulla carta sufficientemente corpose e interessanti da giustificare il prevedibile successo di pubblico. Alla recensione non manca molto, rimanete con noi.

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