Provato - Assassin's Creed IV: Black Flag
Abbiamo provato nuovamente a Milano il nuovo capitolo della saga degli Assassini
Per quanto molto più approfondita, l’ultima prova diretta di Assassin’s Creed IV: Black Flag, tenutasi recentemente presso un evento Ubisoft a Milano, ha sostanzialmente confermato quanto riscontrato durante la Gamescom di Colonia. Il nuovo capitolo della saga degli assassini punta tutto sulla vita di mare e le possibilità offerte dalla libera esplorazione, rivelandosi invece ben più tradizionale durante le missioni legate alla trama principale.
La nuova mappa comprende una buona fetta dell’area del mar dei Caraibi, naturalmente esplorabile a piacimento per terra e per mare, non senza qualche limitazione. Trattandosi infatti di un pirata, Edward non incontrerà i favori delle navi inglesi, dalle quali occorrerà guardarsi durante la navigazione. Le pattuglie sono numerose e frequenti, e solo un abile capitano sarà in grado di evitarle, tenendone d’occhio gli spostamenti segnati sulla minimappa. Qualora si dovesse incappare definitivamente in un nave vedetta, non resterà che combattere, scoprendo come il sistema di battaglie navali sia rimasto sostanzialmente invariato rispetto a quello già sperimentato nel precedente capitolo, solo ulteriormente rifinito nei controlli. Molto più importanti, in Black Flag, sono tuttavia le ricompense che ogni scontro vinto per mare saprà offrire, con due possibilità principali. Nel caso si affondi una nave nemica, alcuni resti verranno automaticamente aggiunti alle scorte (ossia denaro, legname, e una parte dei beni contenuti nelle stive, tra cui zucchero, rhum, cuoio ed altri ancora). Qualora invece si decida per un approccio più elaborato, abbattendo gli alberi maestri della nave nemica e andando all’arrembaggio, ci sarà la possibilità di guadagnare molto di più a scontro concluso, sia quanto a denaro, sia in materie prime. Queste ultime, come abbiamo potuto speriementare durante la prova diretta, giocano un ruolo molto importante, in quanto saranno necessarie per migliorare esteticamente ed a livello prestazionale non solo la nave di Edward, ma anche il suo equipaggiamento. Ad esempio, durante la nostra sessione di gioco ci siamo trovati a dare la caccia a diversi animali selvatici, al fine di raccoglierne le pelli e creare una seconda fondina, utile a portare con sé due pistole da utilizzare in combattimento.
Dove invece Assassin’s Creed IV: Black Flag risulta meno fresco rispetto ai suoi predecessori è nelle missioni della modalità storia, le quali si abbandonano a evidenti deja vu, con la necessità di pedinare o assassinare soggetti molto ben difesi. Durante le nostre prove abbbiamo potuto testare un certo numero di missioni a piedi, scoprendo come il mix di parkour esplorativo nella giungla e missioni di assassinio ricalchi sostanzialmente l’offerta di Assassin’s Creed III, senza particolari novità. Sulla qualità dell’intreccio narrativo non possiamo invece ancora esprimerci, sperando che trovi nuova freschezza rispetto allo svolgersi piuttosto tedioso visto nel predecessore.
La nostra prova diretta si è svolta su un dev kit Playstation 4, dimostrando pienamente come la potenza della nuova console sia stata sfruttata positivamente dagli sviluppatori. Frame rate stabile e un filtro antialiasing finalmente ben regolato forniscono un’immagine nel complesso pulita, e orizzonti ampi. Rispetto alla versione PC, anch’essa provabile in forma ancora provvisoria (ricordiamo infatti che uscirà in ritardo rispetto alle copie console), si notano nuttavia ancora delle differenze vistose, data la quasi totale assenza, almeno a un primo sguardo, di effetti dedicati alle DirectX 11, come la Tassellation.
Come anticipato, l’ultima prova di Assassin’s Creed IV: Black Flag prima del verdetto finale ha confermato quanto intuito finora. A fronte di un contorno molto interessante, tra battaglie navali convincenti e diverse attività secondarie, la modalità storia di questo quarto capitolo non presenta novità degne di nota. Solo un’estesa prova conclusiva saprà svelare le vere qualità di questa produzione, nella speranza che il mix finale possa rivelarsi interessante anche sul lungo termine, senza perdere lo slancio iniziale, come già è accaduto con il diretto predecessore.