Il prossimo film di Christopher Nolan: anticipazioni e teorie sul suo nuovo progetto
Sappiamo pochissimo del prossimo film di Christopher Nolan. Qui raduniamo tutte le informazioni e proviamo a speculare su quale idea gli sia venuta
Ci sono solo una manciata di registi attualmente in attività che sono in grado di generare interesse con la sola notizia che faranno un altro film (cosa piuttosto scontata per chi fa cinema di mestiere). Tarantino, Spielberg, Scorsese, Woody Allen… ma soprattutto Christopher Nolan. Dopo il successo di Oppenheimer il regista si è fatto un’idea di quale sarà il suo prossimo film. Sappiamo che uscirà il 17 luglio 2026 e che resterà in casa Universal Pictures dopo la rottura con Warner Bros. Sappiamo che continuerà la partnership con IMAX. E sappiamo, da un’intervista del regista al The Atlantic, che chiedergli di cosa parli il film è una perdita di tempo. Non si sbottonerà, dice.
Cosa sappiamo del tredicesimo film di Christopher Nolan?
L’unico dato veramente rilevante è la notizia che Matt Damon sarà all’interno del film. Segnerà la terza collaborazione tra il regista e l’attore. Come prevedibile la sceneggiatura è scritta da Nolan che rivestirà il ruolo di produttore insieme alla moglie Emma Thomas sotto l’etichetta Syncopy.
La passione di Nolan per l’Intelligenza Artificiale
Durante la promozione di Oppenheimer Nolan ha più volte parlato con grande fervore e competenza della frontiera e dei pericoli costituiti dalle IA. C’è da dire che, durante la corsa del film agli Oscar, l’uso dell’Intelligenza Artificiale Generativa al cinema era un tema caldissimo, uno dei punti che gli sceneggiatori e gli attori in sciopero chiedevano di affrontare.
Sono state numerose quindi le domande poste al regista sul tema, data anche la sua passione per l’analogico e per un’idea di cinema il più possibile creato su set reali. Certo è che l’impostazione matematica delle sue sceneggiatura, il rigore con cui seziona gli elementi narrativi per rimescolarli in un costrutto nuovo, ad incastro, che riflette sull’esperienza umana rispetto al tempo e allo spazio, suggeriscono che un film sulla IA potrebbe essere molto nelle sue corde.
Non James Bond o Jason Bourne
Si vede Matt Damon e si pensa a Jason Bourne. Nonostante l’idea di un nuovo capitolo della serie diretto da Nolan possa solleticare molto la dirigenza della Universal (già produttrice della saga) è veramente difficile che sia questo il suo nuovo film. Matt Damon deve dimostrare di sapersi ancora divertire con un ruolo action all’età di 54 anni e Nolan non è mai sembrato troppo interessato.
Quando si sono susseguite speculazioni sul fatto che Barbara Broccoli e Michael G. Wilson stessero tentando di sedurre il regista per girare il rilancio di 007 dopo l’epoca Daniel Craig, Nolan ha prontamente smentito. L’influenza di James Bond nei suoi film è palese, così come è noto il suo amore per il personaggio. Se dobbiamo fidarci delle sue parole: perché dovrebbe rinunciare a Bond e invece girare Bourne? Non ha senso. Sono da escludere entrambi.
Un biopic su Howard Hughes?
Parlando a Variety Nolan aveva rivelato di avere scritto in passato una sceneggiatura su Howard Hughes salvo poi accantonarla dopo l’arrivo The Aviator, il film di Martin Scorsese ispirato alla vita del celebre imprenditore, produttore, regista e aviatore. Il copione, ideato agli inizi degli anni 2000, era stato scritto con in mente Jim Carrey come attore protagonista. Durante le riprese di Inception Nolan ha spiegato a DiCaprio di non avere ancora visto il film, dal momento che era stato faticoso per lui rinunciare al suo adattamento. Che i tempi siano maturi per rimetterci mano? In fondo questa storia continuerebbe sulla scia biografica di Oppenheimer.
Nonostante in quasi tutti i film di Nolan ci sia dentro il cinema (basti pensare alla costruzione dei mondi di Inception, la magia di The Prestige o la manipolazione del tempo di Tenet), manca un film in stile “The Fabelmans” a Nolan. La cosiddetta “lettera d’amore alla settima arte”. L’opera semibiografica o dedicata alle prime passioni cinematografiche in cui moltissimi autori, prima o poi, incappano.
Continuare sullo Spy-fi
La fantascienza di spie, ladri e agenti segreti. Abbiamo avuto Inception, poi Tenet. Manca una chiusura della trilogia d’azione fantascientifica, magari una storia che colleghi qualche sottotrama creando un Nolan-verse. Il sogno di un Inception 2 non è mai tramontato per i fan e, avendo ormai mezzi titanici dopo la conferma che il “brand” Nolan può tutto, anche sbancare il botteghino con un biopic di tre ore vietato ai minori, è innegabile che il sequel sarebbe veramente attraente. Un goal a porta vuota che, conoscendo il regista, non avrà poi così tanta voglia di fare.
Dunkirk, Oppenheimer e poi? Se il prossimo film fosse ancora una lettura su fatti storici avrebbe molto senso. Chiuderebbe una fase artistica del regista, ma rallenterebbe l’esplorazione di generi e stili della sua filmografia. Un progetto veramente poco probabile, ma che, dopo la notizia del casting di Matt Damon, è tornato in auge tra le speculazioni dei fan, è un eventuale prequel di Interstellar.
Sottovalutata, invece, è la vena horror di Nolan. I suoi film hanno sempre avuto alcuni elementi inquietanti, senza che si entrasse mai con forza. In Oppenheimer invece l’orrore è diventato un tema. Chissà, magari tra qualche anno potremmo vedere un film “sulla” paura (più che “di” paura) girato da lui.
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Caro Nolan, è giunto il momento di girare un film di frontiera
Cosa piacerebbe a noi? Due ipotesi: la prima è di vedere finalmente Christopher Nolan alle prese con un western. Non tanto un film di sceriffi e banditi, ma una storia epica sulle frontiere e sulle imprese titaniche. Un film come Il petroliere o The Brutalist. Proprio lui, che è un regista di luoghi e di architetti, potrebbe raccontare bene le parabole epiche di personaggi giganteschi che con le loro opere hanno segnato l’economia, i territori, la vita delle persone. Tutte le sequenze all’esterno nel deserto di Los Alamos in Oppenheimer avevano vibrazioni da western. Supportando il fratello, con Westworld, ha contaminato il genere con la fantascienza. Sembra questo un terreno veramente fertile per il suo cinema titanico.
Dai videogiochi alle commedie romantiche
Dai, chi non vorrebbe vedere una commedia romantica al femminile diretta da Nolan? Come? Nessuno? In effetti, guardando allo storico della sua produzione, questo è l’unico genere che potremmo escludere con sicurezza.
Chissà se, invece, qualcuno gli abbia mai fatto conoscere i videogiochi di Remedy Entertainment. Il lavoro sulla storia e sulle dimensioni narrative di Alan Wake II sembra perfetto per il suo stile. Così come i labirinti di Control, in cui la protagonista si ritrova in un “non luogo” pieno di oggetti che alterano la realtà, di spazi vivi, e di identità da riscoprire, potrebbero essere una grande tavola su cui tratteggiare un ottimo film.