Prezzo del biglietto: la situazione

Oggi è stato approvato dal Senato il decreto Milleproroghe, che al suo interno prevede anche una tassa di un euro sul prezzo del biglietto. Ma c'è ancora speranza...

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Rubrica a cura di Colinmckenzie

Precisiamolo subito, l'aumento del biglietto dei cinema non è ancora definitivo. Infatti, oggi il decreto Milleproroghe, che contiene anche il provvedimento di tassazione del biglietto, è passato in Senato. Va detto che capita spesso che provvedimenti discussi vengano approvati da un ramo del Parlamento e poi cambiati/bloccati nell'altro (basti pensare, nel 2010, al processo breve). Va anche precisato che il provvedimento sarebbe attivo da luglio e non da subito come ha detto qualcuno (non che questo sia un buon motivo per festeggiare).

Non mancano, comunque, le reazioni. La Carlucci dice che la tassa non è una tragedia e non causerà la morte del cinema. Si potrebbe anche darle ragione, visto che si fa presto da noi a diventare catastrofisti e a urlare all'apocalisse. Ma questo non toglie che il provvedimento sia una cretinata. Già che c'è, la Carlucci sostiene anche che:

Il numero degli spettatori nei cinema ha toccato i 120 milioni, un traguardo mai raggiunto nella storia del nostro Paese".

Magari avrebbe dovuto specificare che è una soglia mai toccata negli ultimi anni, ma non un certo un record assoluto (è ovvio che in passato si toccassero cifre ben superiori, quando la televisione non era così forte). Va detto che l'unico errore di alcuni esercenti in questo periodo è stato di aumentare il prezzo del biglietto, cosa che ovviamente si presta a critiche feroci e anche opportunistiche. A questo punto, speriamo almeno che chi ha modificato il costo di ingresso in questi giorni, non ripeta l'operazione anche a luglio.

E se il ministro Bondi sostiene che non si potesse fare altro (che potrebbe anche essere tradotto in "non sono riuscito a fare altro"), sembra che anche i 100 autori abbiano capito che il provvedimento rischia di penalizzare soprattutto le sale d'essai, che ovviamente non sono collegate come i multiplex a tante attività per guadagnare soldi extra, ma puntano tutto sul biglietto e magari su costi inferiori rispetto ad altri cinema. Insomma, un provvedimento che ormai non sembra sostenuto da nessun operatore del settore e che molti nomi importanti, da Paolo Ferrari a Riccardo Tozzi, vorrebbero non fosse caricato sulle spalle di un unico soggetto.

Per questo, non mi stupirei che si riuscissero a fare modifiche in corsa, se non sull'attuale provvedimento, almeno nei prossimi mesi. Anche perché le possibili proteste degli esercenti, che minacciano di non programmare il cinema italiano, sembrano molto serie...

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