Cos’è il Premio Solinas e come funziona il concorso di sceneggiatura più ambito in Italia

Nell’intento di toccare con mano questa realtà e coglierne gli aspetti più interessanti siamo stati a La Maddalena, dove i finalisti del Premio si incontrano con giurati, produttori, giornalisti: di seguito proveremo quindi a raccontarvi di cosa si tratta, come funziona, chi lo frequenta e quali possibilità offre.

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Nell’atmosfera intima e rilassata dell’Isola sarda La Maddalena, da 38 anni si tiene il Premio Franco Solinas. Si tratta di uno dei premi per la scrittura cinematografica per autori emergenti tra i più ambiti e rinomati dell’industria cinematografica italiana, e non c’è professore di sceneggiatura nelle scuole di cinema italiane che non suggerisca di provarlo. Tuttavia, vincerlo sembra spesso un’impresa leggendaria, quasi eroica. Un po’ perché lo provano davvero in tantissimi (sono circa 400 le storie che arrivano al Solinas ogni anno), ma in buona parte anche perché il Solinas, per chi non ci è stato, sembra circondato da una particolare aura di esclusività quasi impossibile da penetrare e non sono pochi i ragazzi che non lo provano affatto perché si sentono sconfitti in partenza. 

Per il Solinas ci sono passati tantissimi autori, alcuni poi diventati famosi (il più clamoroso è Paolo Sorrentino, che vinse con il soggetto di L’uomo in più), e oltre al Premio in sé e alle possibilità che offre vincerlo, il solo fatto di parteciparvi in quanto finalista permette nella pratica un contatto diretto con i player dell’industria audiovisiva (produttori ma anche sceneggiatori e registi) in un contesto così informale e diretto (per non dire vacanziero) che, proprio il particolare networking che permette pensiamo essere il valore aggiunto del Premio. Come sia possibile ce lo avevano spiegato e raccontato gli sceneggiatori di Denti da squalo.

Nell’intento di toccare con mano questa realtà e coglierne gli aspetti più interessanti siamo stati a La Maddalena, dove i finalisti del Premio si incontrano con giurati, produttori, giornalisti: di seguito proveremo quindi a raccontarvi di cosa si tratta, come funziona, chi lo frequenta e quali possibilità offre.

Com'è articolato il Solinas

Il Premio Solinas nasce 38 anni fa per ricordare Franco Solinas, scrittore e sceneggiatore sardo morto prematuramente. I suoi amici dell’epoca, quelli che rappresentano oggi la storia del cinema italiano (Suso Cecchi d’Amico, Age e Scarpelli, Gian Maria Volonté, Gillo Pontecorvo, Franco Cristaldi, Ugo Pirro e vari altri), decisero di fondare un premio che rendesse onore alle sue battaglie, che erano quelle della valorizzazione dello sceneggiatore e della sceneggiatura quale motore dell'industria audiovisiva. Cristaldi era produttore di quel cinema indipendente e ha gestito quel gruppo per 6-7 anni in qualità di presidente del premio e presidente di giuria. Il Solinas nasce quindi come un premio alla sceneggiatura, poi si è evoluto per una battaglia fatta da Furio Scarpelli, secondo il quale (siamo intorno al 1997-98) una storia doveva nascere da un soggetto ben scritto e avere al contempo una qualità letteraria, cioè essere un racconto prima di essere un soggetto. E quindi si sono creati due filoni di concorso: uno per sceneggiature e l'altro per storie per il cinema, ovvero i soggetti.

Il premio ha avuto con queste due sezioni fino al 2008, anno in cui è subentrata un’altra sezione ancora, quella per i soggetti di cinema documentario in collaborazione con Apollo 11 per mano di Annamaria Granatello (attuale presidente e direttore artistico). “La mia caratteristica è quella di intercettare quello che succede e creare le condizioni per facilitare l’accesso”, ci ha raccontato Granatello parlando di come fosse nata la sezione, cioè con l’obiettivo di dare la possibilità anche al soggetto documentario di essere presentato con uno strumento leggibile ai possibili finanziatori.

Oltre ai due concorsi per soggetti di film c’è poi il Solinas Experimenta Serie, nato nel 2017 sulla scia della precedente esperienza del concorso per webseries. L’Experimenta è realizzato in collaborazione con Rai per racconti seriali dove a concorrere sono soggetti seriali di fiction. Come spiega sempre Granatello “Ne selezioniamo tre, diamo dei soldi ai ragazzi (duemila euro) per farli sviluppare, e poi alla fine ne scegliamo uno che vince un'opzione da parte del Solinas, che a sua volte sceglie un produttore da presentare a Rai Fiction”. Sostanzialmente quindi i tre finalisti fanno un percorso di formazione con i tutor/giurati dove i 2000 euro fungono da borsa di studio, il tutto dura tre mesi e poi si arriva a La Maddalena dove viene annunciato l’unico progetto vincitore, che Raisi impegna a realizzare con un pilot di 25 minuti e un budget di massimo 120.000 euro (e che avrà uno sfruttamento prioritario su RaiPlay).

Ciò che caratterizza il Solinas, durante l’evento a La Maddalena a Settembre, è quindi l’idea di unire i vari protagonisti della filiera nel momento della presentazione e premiazione di soggetti (fiction e non-fiction). Si tratta di uno step che fa parte di un lavoro da parte del Premio e delle giurie che dura tutto l’anno, e per gli autori è ciò che viene dopo la selezione come finalisti con il soggetto e prima del concorso per sceneggiature (ma a questo ci arriviamo dopo). Ciò che possiamo dire caratterizzi il Solinas in modo piuttosto unico è il fatto che nel momento dei pitch (n.r. la presentazione dei progetti da parte degli autori ai produttori) sceneggiatori, produttori, registi - ma anche direttori di festival e critici - hanno modo di incontrarsi e interagire informalmente sotto lo stesso tetto (o meglio, la stessa terrazza sul mare) riguardo il livello forse più embrionale del progetto cinematografico - quello dove ancora la storia può prendere qualsiasi direzione narrativa e produttiva (ma anche non finire poi da nessuna parte, ovviamente).

Il Solinas è quindi in primis un concorso per soggetti che, per i soli finalisti, si trasforma poi in un concorso per sceneggiature (fiction e documentario) o in un’opzione (Experimenta Serie con Rai). 

Dal 2021 inoltre il Solinas collabora con Netflix per un progetto a parte ovvero “La bottega della sceneggiatura”, un corso di alta formazione per sceneggiatori under 30. Totalmente finanziato da Netflix dall'inizio alla fine (cioè dalla sua parte: la selezione, la produzione, il gettone alla giuria, le borse di sviluppo) il laboratorio parte dallo sviluppo di un concept di cinque pagine per poi sviluppare un soggetto di serie ed eventualmente una puntata pilota. Il primo vince 6.000 euro come premio al lavoro e alla qualità più un contratto da parte di Netflix in una writers room dove Netflix è coinvolta, permettendo al vincitore di fare un'esperienza di lavoro professionale in un team. Il secondo premio è invece solo il contratto (che non è comunque poco). “L'anno scorso”, ci ha detto Granatello, “i vincitori sono entrati entrambi nell'industria, stanno già lavorando come assistenti di sceneggiatori su tre o quattro progetti, oltre a quelli di Netflix”.

Come funziona la partecipazione al Solinas

Il lavoro del Solinas comincia con la ricezione totalmente anonima dei soggetti delle varie sezioni, dando quindi accesso paritario al Premio a chiunque voglia parteciparvi. In una prima fase vengono selezionati 20 progetti per sezione. Vengono poi fatti dei laboratori di orientamento di 4-5 giorni dove i giurati incontrano i partecipanti per la prima volta e dopo il laboratorio questi fanno il primo pitch. Da questi pitch 8 vengono scelti per la sezione fiction e 12 per quella dei documentari Questi, insieme ai 3 del Solinas Experimenta, fanno a La Maddalena un lavoro one-to-one (per progetto) con gli stessi giurati che hanno scelto i progetti e sono diventati loro tutor.

Da quanto abbiamo potuto osservare per l’edizione 2023, alla fine la maggioranza dei ragazzi finalisti viene dal Centro Sperimentale di Roma, anche se non mancano le eccezioni che vengono da altre scuole (come la Civica di Milano) o che addirittura non hanno mai frequentato alcun corso o scuola di sceneggiatura.

Nelle tre giornate passate a La Maddalena gli sceneggiatori tengono dei “Lab di Alta Formazione”. Il Premio, come si legge dal programma, prevede delle attività (proiezioni, attività con le scuole) ma il tutto si gioca davvero tra i pranzi, gli aperitivi e le cene del ristorante/lido di Punta Tegge e questi Lab sono nella pratica delle conversazioni informali a tavola tra gli autori e i loro giurati, che tra un piatto di pesce, un caffè o un gelato discutono dei diversi progetti. Un osservatore esterno - quale un giornalista - ha quindi poco da sentire e valutare, ma da quanto ci hanno riferito i partecipanti si svolgono continue turnazioni tra autori e giurati per cui, uno dopo l’altro, i giurati danno suggerimenti ai vari progetti e tutti parlano con tutti.

Si tratta sicuramente di una modalità intensiva e rara per riflettere sui propri progetti ricevendo stimoli e pareri autorevoli: d’altra parte come ci hanno riferito alcuni ragazzi, l’effetto può al contempo essere disorientante, farti perdere un pochino la bussola sulla tua idea dal momento in cui ognuno, con il suo portato professionale o produttivo, ti suggerisce cosa fare o come fare con la tua storia. Ad ogni modo, sta sicuramente alla sensibilità del singolo capire cosa ricavarne, cosa prendere e cosa lasciare.

Chi sono i giurati e quali sono i premi

“La maggior parte sono ex Premi Solinas, sceneggiatori oppure produttori che già in passato hanno prodotto progetti del Premio”, ci dice ancora Annamaria Granatello, la quale fa parte di tutte le giurie. È però solamente da due anni, ci informa, che i produttori possono fare anche i giurati oltre che partecipare ai pitch (ovviamente non nello stesso anno). 

Le giurie sono comunque piuttosto miste e non mancano anche critici/giornalisti e registi. Per quanto riguarda il criterio, “Fondamentalmente cerco di fidarmi di me stessa, ho bisogno di sentire un'anima anche da parte della giuria. Soprattutto, come regola, non invito chi si auto-invita, perché ad un certo punto è diventato fico. Fino a 5 anni fa invece facevo una gran fatica a trovare i giurati, ma perché il ruolo richiede un impegno di un certo tipo. In prima lettura arrivano 4/500 progetti, poi i giurati devono discutere, fare le schede… insomma è un vero e proprio lavoro. Ho dei giurati fissi che mi fanno esperienza rispetto ai giurati nuovi che arrivano, e i produttori e i registi sono le figure che cambiano più facilmente. Però se una giuria funziona io la riconfermo completamente, non c'è una regola che mi costringe a cambiare”.

Tra finalisti, giurati e produttori a La Maddalena siamo sulla settantina di persone coinvolte nel Solinas.

Ma arriviamo ai produttori, punto nodale di tutto il processo e motivo principale per cui si organizza l’evento a La Maddalena. Di produttori, o meglio di player, ce ne sono di tutti i tipi: quest’anno ad esempio c’erano Fabula, Indigo, Indiana, Lucky Red, Movimenti, Cinema 11, Eurofilm produzioni, Gaumont, BB film, Rai Cinema, Rai Fiction. I produttori arrivano gli ultimi due giorni e durante i famosi pitch che i ragazzi hanno preparato anche insieme ai giurati, ricomincia la famosa turnazione dei tavoli per cui tutti i partecipanti parlano con tutte le produzioni. Anche qui, gli stimoli e le possibilità sono infinite, ma è anche chiaro che può capitare di fare un pitch a un produttore che di base non produce il tipo di storia che sì vuole proporre, quindi alcune di queste conversazioni vengono fatte anche un po’ per sport. Niente di grave ovviamente, perché il punto è che davvero - e qui sta la cosa bella - nonostante magari un soggetto non vinca, un produttore può benissimo ricontattare gli autori alla fine dell’iter del Premio dopo aver mostrato interesse ad opzionarlo. Opzione che non può arrivare durante l’evento in sé ma solo dopo la premiazione finale delle sceneggiature.

Dopo i pitch arriva quindi il momento della premiazione dei soggetti: degli 8 soggetti di fiction, il vincitore ottiene 1.500 euro, mentre tra i 12 di documentari il miglior soggetto vince 4.000 euro (in più ci sono la Borsa di studio Claudia Sbarigia "per premiare il talento nel raccontare i personaggi e l’universo femminile", di 1.000 euro, e la Borsa di Studio Valentina Pedicini, di 2.000 euro e finanziata da SIAE).

Vincere come miglior soggetto è ovviamente un ottimo traguardo, tuttavia per la sezione fiction a questo step ne segue un ultimo, ovvero il concorso di sceneggiature. Questo, nella pratica, significa che anche chi non ha vinto con il soggetto ha ancora la possibilità di vincere con la sceneggiatura - parimenti, chi vince come miglior soggetto non è detto che non possa vincere anche con la sceneggiatura.

Dall’evento a La Maddalena a settembre, quindi i vincitori hanno tempo un paio di mesi per scrivere la sceneggiatura: molti si sono ovviamente già messi avanti e l’hanno quasi finita e i due mesi servono per fare gli ultimi ritocchi, anche grazie alle varie opinioni che si sono sentite durante i Lab e i pitch. Le sceneggiature finite vengono poi valutate da un’altra giuria che, infine, premierà il vincitore a Roma a dicembre (8.000 euro).

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