Pochi soldi per la Paramount da Iron Man

Per quanto possa sembrare incredibile, la casa di distribuzione guadagnerà poco dal grande successo di Iron Man. E lo stesso succede anche per altre major. Scopriamo cosa c'è dietro...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Quando David Poland realizza articoli del genere, pieni di cifre illuminanti, c'è solo da tirarsi giù il cappello e fargli i complimenti. La tesi è suggestiva: "il troppo successo provoca guai". Non si tratta però di una questione filosofica-morale, ma semplicemente economica. Il fatto è che, sempre più spesso, le grandi major, costrette a confrontarsi con budget mostruosi, decidono di dividere i rischi con altri partner, che possono essere dei fondi di investimento o magari i distributori internazionali, che acquistano prima i diritti sul film per poi tenersi tutti gli eventuali guadagni. Altrimenti, si limitano a distribuire la pellicola.

E' proprio quello che avviene alla Paramount, che sulla carta ha delle proposte estive straordinarie, ma che rischia di non vedere grandi profitti. Il caso di Iron Man è semplice, nel senso che è stata la Marvel che ha finanziato interamente il film e che vedrà arrivare nelle sue casse una montagna di quattrini, mentre la Paramount dovrà accontentarsi di una percentuale per averlo distribuito. Un altro caso simile per questa major è Kung Fu Panda, di proprietà della Dreamworks Animation e per cui la Paramount ha una percentuale del 10% sugli incassi per il suo impegno distributivo.

Per quanto riguarda Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, la questione è diversa e riguarda le percentuali per Steven Spielberg, George Lucas e Harrison Ford. La cosa incredibile è che, non appena saranno stati coperti i costi di produzione, a questo terzetto andranno l'87,5% dei profitti, una quota mostruosa. Tanto per capirci, se la pellicola arriverà al miliardo di dollari guadagnati nel mondo, la Paramount otterrà soltanto 70 milioni.

D'altronde, per un motivo o per un altro è quello che è successo anche alla Fox (con La minaccia fantasma), la Disney (Pearl Harbor) e la Sony (Men in Black 2). Nel caso della Warner, invece si è trattata di una benedizione, perché in un'estate sfortunata come quella del 2006 la major ha fatto uscire dei flop come Poseidon, Ant Bully, Lady in the Water, Beerfest e soprattutto Superman Returns. In questo caso, sono stati i fondi di investimento che supportavano le pellicole ad essere danneggiati.  

Insomma, quello che sostiene Poland è che c'è una grande differenza tra produrre film che incassano tanti soldi e produrre film che portano profitti importanti. Tanto che, nonostante la Paramount sarà sicuramente la major con i maggiori incassi estivi quest'anno, è la Sony, grazie a Hancock (la società di Will Smith non è esosa come i creatori di Indiana Jones) e Step Brothers, la nuova commedia con Adam Sandler, a poter portare a casa i maggiori profitti.

Di sicuro, l'idea della major che rischia di andare in rovina per gli investimenti folli su qualche pellicola sta ormai scomparendo. Forse, non è un male...

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