PlayStation VR, come se la cava su PlayStation 5?

Abbiamo messo alla prova PlayStation VR con diversi giochi sulla nuova ammiraglia di Sony, con risultati che rientrano nelle aspettative

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Nonostante il salto generazione, a quanto pare non è ancora arrivato il momento di mandare in pensione PlayStation VR, periferica che ha infiammato gli animi degli amanti di tecnologia, solo un paio di anni addietro convinti che i giochi in realtà virtuale avrebbero rappresentato l’unico futuro possibile.

Sebbene la questione sia ancora senza una risposta definitiva, è certo che nei piani di molti publisher, Sony in testa, non ci sia più l’intenzione di investire chissà quali risorse in una tecnologia che palesa tutt’ora diverse problematiche congenite, dispendiosa, particolarmente pretenziosa in termini di applicazione da parte dell’utente, costretto a dotarsi di tutta una serie di periferiche, ad indossarne una buona parte e a prendere parte a sessioni intense anche sotto il profilo prettamente fisico.

Se Microsoft non è mai entrata nell’arena, e Nintendo lo ha fatto a modo suo via Nintendo Labo per così dire, nonostante i buoni risultati racimolati dal suo visore, nonostante una lista tutt’altro che scarna di produzioni meritevoli e sviluppate con ogni crisma, Sony non sembra particolarmente interessata al futuro di PlayStation VR, attualmente abbandonato a sé stesso, senza titoli in lavorazione, ridotto a mero accessorio retrocompatibile per PlayStation 5.

A ben vedere, l’azienda nipponica si è comportata alla grande nei confronti della sua utenza, fornendo gratuitamente, al costo di un semplice e veloce modulo da compilare online, l’adattatore che permettesse di collegare la PlayStation Camera per PlayStation 4, l’unica compatibile con il visore, al nuovo hardware.

Una scocciatura ulteriore, sicuramente, ma almeno una scocciatura a costo zero, visto che al sottoscritto il suddetto accessorio è giunto per posta nel giro di una settimana, senza aver sborsato un euro.

Riesumato il PlayStation VR, collegati tutti i cavi del caso e scaricati sul generoso SSD di PlayStation 5 una dozzina di titoli pensati appositamente per la periferica Sony, ho indossato con molta curiosità il visore, desideroso di scoprire come se la sarebbe cavata l’add-on con tutta quella potenza extra su cui poter contare.

L’impressione generale, dopo aver fatto alcuni test su vari giochi, è che la situazione non sia poi così diversa rispetto a PlayStation 4 Pro, per lo meno per quanto concerne il dettaglio e la pulizia grafica. I miglioramenti ci sono, non c’è alcun dubbio, ma i limiti tecnologici dello stesso PlayStation VR, soprattutto per quanto concerne la definizione massima raggiungibile, sono evidentemente insormontabili giunti a questo punto.

Ovviamente, dove PlayStation 5 incide moltissimo è nei tempi di caricamento, fulminei anche in ambito realtà virtuale, un piacevole plus, che ci ha messo subito ai comandi di un velocissimo jet, quando abbiamo voluto testare nuovamente le missioni dedicate al PlayStation VR nel bellissimo Ace Combat 7: Skies Unknown, tra le esperienze più impattanti offerte dall’add-on di Sony.

Così come per Resident Evil 7 biohazard, il colpo d’occhio è notevole, figlio anche di un frame-rate granitico, che rende l’esplorazione di questi mondi virtuali piacevole e per nulla traumatica. Anche reimmergerci negli ambienti suggestivi di Rez Infinite ci ha regalato emozioni palpabili, ovviamente amplificate dalla colonna sonora da urlo del gioco concepito da Tetsuya Mizuguchi.

Discorso già leggermente diverso, nel bene e nel male, per altri due giochi. Da una parte Batman Arkham VR era così rifinito già ai tempi del suo debutto, che le differenze sono minime. Dall’altra, DriveClub VR, vuoi per il genere di riferimento, vuoi per la realizzazione globale del gioco, non ci ha particolarmente impressionati.

Tirando le somme, non sarà certo PlayStation 5 a riaccendere la passione per PlayStation VR. In attesa di capire le disposizioni dell’azienda nipponica sul futuro della periferica, di cui non è ancora stato annunciato un successore, né nuovi progetti di rilievo, a ben vedere non è un pessimo momento per recuperare, magari usato, un esemplare dell’add-on.

Il catalogo è ricco di ottimi titoli e PlayStation 5 tira fuori il meglio possibile dall’hardware di riferimento. Certo, farete i conti con un visore evidentemente arretrato e, soprattutto, dovrete utilizzare spesso e volentieri gli imprecisi Move, vera spina nel fianco della VR targata Sony, ma potrebbe valerne la pena.

A meno che, nel mentre, Sony non si decida a presentare a sorpresa PlayStation VR 2. E da entusiasti di questa tecnologia, nonostante tutto, un po’ ci speriamo.

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