PlayStation Showcase, poche date, poco gameplay, ma tantissima carne sul fuoco | Speciale
Il PlayStation Showcase è stato un evento esaltante e ben ritmato, il vero punto di partenza per PlayStation 5
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Laddove il diretto concorrente, parliamo di Microsoft ovviamente, continua nella sua melina a centrocampo, puntando fortissimo sui servizi e vantando una campagna acquisti che all’atto pratico ancora ha portato a pochissima sostanza, PlayStation 5, almeno sulla carta, si appresta a vivere una fine di 2021 ed un 2022 scoppiettante.
È evidente ormai da un po’ che le strategie comunicative dei publisher di tutto il mondo stiano progressivamente cambiando, preferendo concedere all’audience trailer che introducano storia e mood dei propri titoli, concedendo un’occhiata alle fasi in-game solo in procinto della pubblicazione vera e propria. Il trend, partito lontanissimo, in epoca PlayStation 3 con i vari MotorStorm e Killzone, ha probabilmente raggiunto il suo picco, forte di motori grafici che ormai consentono di offrire allo spettatore una buona dose di spettacolo (scriptato), pur rispettando a grandi linee la fedeltà grafica che avrà il titolo nella sua veste finale.
Del resto, i contorni del PlayStation Showcase erano già stati tracciati ad un paio di minuti scarsi dal suo inizio, quando sullo schermo di milioni di appassionati si è stagliata la sagoma di Darth Revan, personaggio indimenticabile per i fan della saga originata dalla fervida mente di George Lucas, segnale inequivocabile del ritorno, tramite remake, dell’apprezzatissimo Knights of The Old Republic, indimenticabile gioco di ruolo sviluppato da Bioware. Nessuna data, nessun gameplay, ma già tanto, tantissimo hype per un progetto affascinante, che dovrà forzatamente subire un pesante restyling per non risultare indigesto ai palati dei videogiocatori più giovani.
Questo leitmotiv si è ripresentato quasi immutato per tutto il resto della conferenza, nonostante qualcosa, a dire il vero, si sia effettivamente visto. Sappiamo già, per esempio, che Project Eve sarà un action tridimensionale che deve qualcosa a Devil May Cry e a Bayonetta (i capelli lunghi della protagonista parlano da soli), gioco che ci ha davvero suggestionato grazie anche alle ambientazioni spaziali che si sono intraviste.
Discorso simile per Forspoken, di cui abbiamo già fatto la conoscenza in passato e pronto a debuttare la prossima primavera. Una nuova occhiata ravvicinata che grazie a questo nuovo trailer ci ha ulteriormente convinti ed ammaliato con il suo gameplay dai ritmi adrenalinici, veicolato da una protagonista che sembra godere di innumerevoli poteri magici.
I dettagli si fanno già estremamente più fumosi per quanto riguarda le due grandi sorprese di questo PlayStation Showcase, ovvero Marvel’s Spider-Man 2 e Marvel’s Wolverine. Se del primo è già stata confermata la presenza di Venom, da capire se in veste di villain o di ulteriore alleato dell’Arrampicamuri già affiancato dal buon Miles Morales, del gioco dedicato all’altro eroe della Casa delle Idee non si sa ancora nulla. Di sicuro, non potendo contare sulla possibilità di svolazzare da una parte all’altra di Manhattan, ad Insomniac toccherà lavorare molto di più anche sul fronte del level e mission design, aspetto un po’ trascurato in Marvel’s Spider-Man. Non che abbiamo dubbi sulle qualità dello studio californiano, ma di certo il tipo d’esperienza veicolato da questo prodotto dovrebbe essere molto diverso.
Grande curiosità ha suscitato anche Tchia, che sembra già una deliziosa avventura ambientata su un’isola da sogno, in cui prendere il controllo di diversi animali a seconda delle esigenze del caso. Resta da capire se si tratterà di un’avventura maggiormente improntata sull’esplorazione pura o sulla risoluzione di enigmi ambientali.
Poco da dire sul già citato Gran Turismo 7, che continua a nascondersi dietro a trailer quanto mai sensuali, e Ghostwire Tokyo, su cui si comincia solo ora ad intuire il tipo di gameplay che veicolerà.
In questo ricchissimo PlayStation Showcase, c’è stato il tempo per altri due acuti. Uno passato quasi inosservato, anche e soprattutto perché presentato nel peggiore dei modi, l’altro attesissimo e soddisfacente.
Da una parte c’è stata la presentazione di una sorta di mostra interattiva dedicata a Kid A Mnesia, album in uscita a breve dei Radiohead, che rappresenta una sorta di tributo a Kid A (del 2000) ed Amnesiac (del 2001), altri grandi successi della band inglese. A lavorarci dietro le quinte, e non caso, Epic Games, ormai a suo agio quando si tratta di opere digitali che trascendono il concetto classico di videogioco, esperienza maturata con l’ormai cross-mediale Fortnite.
Dall’altra, grande conclusione della prima parte del PlayStation Showcase, c’è stato tempo e modo di vedere God of War Ragnarok, con un trailer che ha messo subito in chiaro che, fortunatamente, la formula inaugurata dal diretto prequel non verrà stravolta in nessun modo.
Si poteva chiedere di più a Sony? Forse qualche data più certa. Ma sarebbe stato da avidi, perché lo spettacolo messo in piedi dal publisher nipponico è stato assolutamente pirotecnico, sia per la mole di annunci fatti, sia per il ritmo di cui si è alimentato l’evento.
Per una volta, insomma, ci sentiamo di promuovere a pieni voti una conferenza digitale. Cosa che, purtroppo, non è accaduto spesso in questi quasi due anni di pandemia.