Pixar, i migliori film da vedere: la nostra classifica

Aspettando l'arrivo di Elemental al cinema vi proponiamo una classifica con i 10 migliori film Pixar da vedere ad ogni costo

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Con l’arrivo imminente di Elemental al cinema qualcuno potrebbe voler fare un ripasso della filmografia Pixar. Oppure, mossi da infinita gentilezza, si vuole far conoscere l’incredibile produzione della casa di animazione a qualcuno che non ha mai visto un suo film (eh sì, esistono). Siccome dal 1995 a oggi lo studio di Emeryville ci ha regalato ben 25 lungometraggi, è molto impegnativo rivederli tutti.

Come "servizio di pubblica utilità" abbiamo deciso quindi di elencarvi i dieci migliori film Pixar da vedere. Urge però una postilla. Come sapete in questi articoli con i consigli di visione vi selezioniamo il meglio lasciando fuori ciò che crediamo possa piacervi di meno. Con la Pixar è quasi impossibile. Con poche eccezioni infatti, quasi tutti i lungometraggi meritano una visione. Certo, lo studio da qualche anno fatica a colpire i bersagli come un tempo, ma la sua storia è, soprattutto nelle origini, strettamente incastonata con l’evoluzione del cinema di animazione. C'è veramente poco di trascurabile.

Buon divertimento quindi con la nostra classifica dei 10 migliori film pixar da vedere:   

Alla ricerca di Nemo

Alla ricerca di Nemo è l’esempio di una Pixar che nel 2003 non stava ferma un attimo e si complicava la vita con gioia. Dopo aver dato corpo ed emozioni ai personaggi sulla terra, eccoli che sperimentano con le profondità del mare. Tecnicamente il salto in avanti è notevole. Si lavora sulle luci e sui colori. I movimenti dei pesci sono credibili e si adattano sulla base dell’acqua in cui si trovano.

Come nei migliori Pixar, in parallelo, c'è anche una storia azzeccata. Nelle fiabe c’è la paura di perdersi. Dentro Alla ricerca di Nemo c’è la paura di perdere un figlio. Il viaggio è abbastanza tradizionale, ma i personaggi che si incontrano no. Spicca Dory, eppure ogni pesce si fa amare. Anche i cattivi avranno il loro momento. 

Monsters & Co.

6 anni dopo Toy Story, nel 2001, la tecnica della Pixar aveva già fatto dei balzi in avanti… mostruosi. Non solo infatti erano riusciti ad animare cose complesse come il pelo animale, ma con Monsters & Co. hanno iniziato a parlare di concetti astratti. Un film sulla paura e su come tutto sia relativo. Mostri fifoni in fabbrica. Impareranno che far ridere è molto meglio che spaventare. 

Però c’è molto altro: il film riesce ad esprimere tenerezza in un’avventura divertentissima all’interno della centrale che converte le urla in energia elettrica (che idea!). Monsters & Co. è fatto di soglie, di porte socchiuse e di “catene di montaggio”. La Pixar capiva di poter parlare bene sia ai piccoli che ai loro genitori, magari un po'cinefili.

UP

UP è un film con una prima metà così eccezionale da compensare una seconda parte molto più debole. Una casa antica, in cui è passata tanta vita e dove ora c’è solo rabbia e solitudine, si libra in aria sollevata dai palloncini. È un’immagine fortissima che unisce la vecchiaia (il rudere) con l’energia giovanile (i palloncini che vanno su, ma richiedono controllo).

Pieno di trovate geniali, il film trova la perfezione nella storia di Carl e Ellie. Basta solo questa sequenza a renderlo immortale. La prova che al cinema servono poche parole. Basta raccontare bene una storia e questa arriverà a tutti.

Gli incredibili - Una normale famiglia di supereroi

Prima dell’abbuffata di supereroi Brad Bird faceva il miglior film sui Fantastici 4 e il miglior adattamento di Watchmen. Si fa per dire. Però questo film sulla famiglia, che va direttamente tra i migliori film Pixar, è anche un esempio di grande azione. 

Normalmente i film di animazione sembrano fatti apposta per questo linguaggio. Dentro Gli incredibili batte invece un’anima live action. Doppie vite di genitori e figli, tra avventure e doveri di casa. Ciascuno, a modo suo, è speciale. Che belli i poteri, che creatività nel farli interagire! Dopo di lui il tema della maschera e dell’identità segreta diventerà secondario nel genere supereroistico. Nessuno poteva fare di meglio, quindi tanto vale non parlarne più.

Inside Out

Inside Out sa di compimento di un percorso. La fine della prima grande era Pixar. Mettiamola così: dopo avere dato vita ai personaggi a computer, sono riusciti a infondere anima, e quindi emozioni. Dentro di loro e dentro gli spettatori. La formula dello studio si è perfezionata trovando nei migliori film un perfetto bilanciamento tra lacrime e risate. Qui ci sono tutte e di più.

Pete Docter fa una lastra dello spettatore. Porta all’interno dei processi che regolano l’emotività. Dentro la mente umana, in particolare quella di un’adolescente, per capire che la tristezza è una parte importantissima di quello che siamo. 

Soul

Dentro Soul c’è un film per bambini e un film che non si è mai troppo adulti per vederlo. Nell’ oltremondo ci sono le anime dei futuri nascituri (ispirate a “la linea” di Cavandoli) che cercano di andare sulla terra. Per farlo dovranno trovare la loro scintilla, la passione che animerà la loro vita. È divertente, dinamico, pieno di sorprese e gag.

Joe Gardner è un insegnante di musica. Sta accantonando grandi sogni giovanili. Uno di questi è fare un grande concerto Jazz. Quando arriva la sua occasione, la morte potrebbe impedirglielo. È qui che Soul passa da un film ordinario allo straordinario. Parla di passioni, di saper assaporare e mordere la vita con tutte le energie, sapersi godere le piccole cose. 

Pieno di personaggi carichi di cuore (le scene dal barbiere sono da amare), Soul pone agli adulti una domanda: cosa succede dopo che hai realizzato tutti i sogni? Come vai avanti a vivere? La storia parla alla quotidianità di chiunque abbia mai avuto una passione. La scena più bella è un’epifania che viene dalla musica. È la Pixar adulta che riesce a raccontare in immagini delle sensazioni rare. Come la serenità che fa credere di avere capito tutto della vita. Almeno per un attimo.

Toy Story 3 - La grande fuga

Toy Story 3 è un crescendo emotivo. Si parte bambini (la scena di apertura è sul giocare) si finisce adulti. In mezzo c’è un grande film di fuga dalla prigione che diventa poi un’allegoria dell’olocausto. Durissimo, ci si chiede cosa si sta guardando da quanto è viscerale. È il film Pixar in cui si teme di più per i suoi personaggi. Ma fin qui sarebbe uno dei tanti bei film dello studio. 

Invece Toy Story 3 chiude la trilogia perfetta (non abbiamo inserito Toy Story 2 nella classifica solo per generosità verso altri titoli) con una scena così piacevole che è impossibile guardarla senza piangere. Non è triste, non è drammatica. È solo l’ennesimo sentimento impossibile da descrivere messo in immagini: la gratitudine verso l’infanzia, la paura di abbandonarla, la voglia di portarla con sé nel resto delle avventure. Verso l’infinito e oltre.

WALL•E

Il film più difficile mai fatto dalla Pixar. Nel 2805 la terra è stata abbandonata. WALL•E è l’ultimo robot rimasto. Lavora come spazzino del pianeta. Incontra EVE, una robot di nuova generazione arrivata sul pianeta. Deve trovare segnali di vita sulla terra creduta morta. 

WALL•E una pietra miliare del cinema ed è facile dimostrarlo. Passi la capacità di prevedere scenari futuribili, anche con orrore (come riprende gli umani, obesi per l’inattività assoluta!). Passi il design dei due robot che gli regala incredibili espressioni e l’impressione di sapere quale azienda abbia disegnato EVE. Si fa il pieno di riferimenti cinematografici, di citazioni. Si resta con il fiato sospeso per la scrittura del viaggio nello spazio, tra magica contemplazione e tensione (!). Tutto questo sembra nulla in confronto al primo atto, interamente muto, in cui ogni gesto veicola un’emozione e costruisce il carattere di personaggi indimenticabili. 

Così ambizioso che sembra impossibile sia uscito così bene. Che miracolo dell’animazione! 

Toy Story - Il mondo dei giocattoli

Il film che ha cambiato tutto. Prima della Pixar l’animazione computerizzata era già possibile, ma era una disciplina pionieristica. Impossibile pensare che si potesse animare un intero film al computer. Quello di muovere, si scoprì, era il problema minore. Ben più difficile usare il senso etimologico di “animare”. Ovvero dare vita e anima, fare in modo che dei bambini potessero empatizzare con dei personaggi così diversi da quelli a cui erano abituati.

Così Toy Story è un film pazzesco non solo per le innovazioni che ha portato con sé, ma lo sarebbe stato anche se avesse avuto un’animazione tradizionale a mano. Perché Woody e Buzz sono dei personaggi intramontabili. Incarnano il passato e il futuro dei giocattoli, ma anche quello del cinema. Non a caso uno è un cowboy e l’altro un esploratore spaziale che tanto ricorda un supereroe. Un film così arriva ogni 20 anni. Se va bene.

Ratatouille 

Ratatouille è un film che sa descrivere per immagini i sapori. Come nei migliori film Pixar si gioca tutto sui contrasti, un topo che cucina. C’è anche un critico cadaverico che vorrebbe solo di avere il cuore scaldato da un ricordo. Condito con Proust, questo film spassoso e profondo ha anticipato il boom della cucina nell'audiovisivo e sa far sentire i sapori.

Ratatouille è però irraggiungibile per il romanticismo che infonde in ogni gesto. C’è il gusto del cucinare e l’idea che gli ingredienti diversi, così come le persone, siano quelli che danno sapore. Come se non bastasse questo è anche un gran film sull’arte. “Chiunque può cucinare”, significa che dentro ciascun essere vivente c’è una scintilla creativa da tenere in vita e, se possibile, da far emergere. 

Estremamente dinamico e divertentissimo (l’idea del cuoco burattino è stata omaggiata anche in Everything Everywhere all at Once) aggiunge anche una splendida Parigi. La riprende dall’alto dei tetti al basso delle fogne.

Un film completo, enorme, incontenibile. Perfetta sintesi della maturità Pixar.

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