Pirati dei Caraibi: la maledizione della prima luna non è solo Jack Sparrow

La maledizione della prima luna è un’avventura piratesca con un protagonista talmente magnetico che rischia di distrarre da tutto il resto

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La maledizione della prima luna va in onda su Italia 1 e Italia 1 HD questa sera alle 21:20

“Ricorderete questo giorno come il giorno in cui avete quasi catturato capitan Jack Sparrow!”. La maledizione della prima luna è un film ricchissimo, opulento, pieno di pirati, esplosioni, inseguimenti, scimmie fastidiose, caverne piene d’oro, lussuose magioni coloniali, cannoni, navi, procelle, eppure la prima cosa che viene in mente quando si cita il titolo (o in generale si fa il nome della saga dei Pirati dei Caraibi) è sempre lui, Johnny Depp, il mattatore, il centro dell’attenzione, il protagonista di milioni di meme, la star che ancora non lo era al di fuori dei circoli più cinefili e che grazie al film di Gore Verbinski lo è diventata eccome. È ovvio e comprensibile, anche alla luce di quanto venuto dopo che ha dimostrato come Jack Sparrow, non Will Turner o Elizabeth Swann, sia il vero protagonista del franchise, ma è anche un peccato, perché associare La maledizione della prima luna solo al personaggio del pirata sempre sbronzo (o che si comporta come tale, almeno) è un grosso disservizio a quello che è ancora oggi, a quasi vent’anni dall’uscita, uno dei migliori kolossal del millennio in corso.

Progetto tanto costoso quanto rischioso, uscito in un periodo in cui pareva che dei pirati non fregasse più niente a nessuno almeno al cinema, e peraltro nello stesso anno di quella calamita da biglietti che fu Il ritorno del re, La maledizione della prima luna, la trasposizione cinematografica di una famosa attrazione dei parchi Disney, andò talmente bene che ancora oggi non ce ne siamo del tutto liberati, visto che nel 2022 dovrebbe uscire il sesto film del franchise, che fungerà anche da reboot totale ora che a quanto pare Johnny Depp non è più della partita. Il successo del film fu una sorpresa un po’ per tutta Hollywood, che aveva imparato a temere i film sui pirati dopo l’insuccesso clamoroso di Corsari di Renny Harlin, che mandò quasi definitivamente la figura del filibustiere (... abbiamo finito i sinonimi) al cinema.

La maledizione della prima luna è interamente responsabile della sua resurrezione, o almeno lo sarebbe se qualcuno avesse deciso di seguire le orme di Verbinski. Invece il successo strepitoso del film, e soprattutto la radicale reinvenzione della figura del pirata operata da un Johnny Depp ispirato a Keith Richards più che a Errol Flynn, sembra aver scoraggiato chiunque a tentare la stessa impresa: dal 2003 a oggi si contano cinque film dei Pirati dei Caraibi e zero film di pirati di altro tipo, con l’eccezione di opere con pirati di tutt’altro tipo come Captain Phillips, e una serie TV prodotta da Michael Bay, Black Sails, che ha sostanzialmente preso la lezione del flm Disney e ci ha aggiunto parolacce, nudità e violenza. Come si fa a fare un film su un temibile pirata senza che chiunque interpreti il ruolo si debba confrontare con Jack Sparrow? Addirittura alcune delle recensioni dell’epoca sostenevano che “se togli Depp quello che rimane è un film mediocre”. Ora, immaginate di avere per le mani una sceneggiatura piratesca a prova di bomba e di essere in cerca di una produzione che vi finanzi il progetto: pensate che sia facile convincere qualcuno a sborsare 150 milioni di dollari se non potete assicurargli che nel vostro film ci sarà qualcosa di più iconico di Johnny Depp? In un certo senso, la sua caratterizzazione di Jack Sparrow ha ammazzato ogni potenziale concorrenza, ed è comprensibile che il franchise venga automaticamente associato a lui,

Comprensibile ma anche sbagliato, o comunque incompleto: dire che La maledizione della prima luna è solo Johnny Depp significa fare un dispetto a tutto il resto del film, che invece noi vogliamo qui celebrare, a cominciare da...

Urlando Blu

Orlando Bloom in parte. Nello stesso anno in cui dà l’addio al personaggio che gli aveva inspiegabilmente donato la fama nonostante la sua interpretazione fosse di gran lunga la peggiore dell’intero cast e gettasse grossi dubbi sulle sue effettive capacità attoriali (parliamo di Legolas), Orlando Bloom dimostra a sorpresa di avere il physique du rôle per reggere un ruolo da protagonista in un blockbuster d’azione. Sarà la faccia da Guybrush Threepwood, sarà che il costume da fabbro dei Caraibi gli calza a pennello, sarà che la sua incrollabile seriosità funziona perché fa da contraltare alla locura di Depp, fatto sta che Will Turner è la spalla perfetta di Jack Sparrow e Orlando Bloom è un perfetto Will Turner.

Keira Knightley che si diverte come una matta. Elizabeth Swann è il classico personaggio che ha vissuto per tutta la vita isolata e protetta e che quando sente il sapore della libertà ci si ubriaca e non riesce più a farne a meno. Keira Knightley la interpreta con lo stesso abbandono: dal momento in cui si toglie quello strumento di tortura fatto di ossa di balena e finisce sulla nave dei pirati non-morti, l’attrice inglese comincia a divertirsi da matti, e si lascia andare tra le braccia dell’avventura. In ogni film del genere serve un personaggio la cui ingenuità e inesperienza servono al pubblico per identificarsi: in La maledizione della prima luna questo personaggio è Elizabeth, non Will.

barbossa

Una collezione clamorosa di caratteristi. Geoffrey Rush, certo, e Jonathan Pryce pre-High Sparrow (ma con Jack Sparrow: saranno parenti?). Ma anche Jack Davenport, al quale viene cucito addosso un personaggio perfetto per la sua faccia perennemente annoiata, e MacKenzie Crook, e persino una quasi debuttante Zoe Saldana, pre-Star Trek, pre-Avatar, pre-fama insomma. Se l’interpretazione di Depp è quella che rimane più in testa, è il cast di supporto che aiuta a dare profondità e rotondità al mondo dei Caraibi secondo Gore Verbinski.

Un sentito omaggio al genere... La maledizione della prima luna è anche una collezione di trope che hanno poco a che fare con la realtà e tantissimo con il mito del pirata. C’è un posto che si chiama Tortuga, un’isola nascosta dalle nebbie dove si trova l’oro dei pirati, un mitologico “codice” che detta il comportamento di ogni pirata che si rispetti... Robert Louis Stevenson è un’ispirazione per il film tanto quanto lo è l’attrazione Disney.

... ma anche una sovversione dei canoni. Per esempio, non assistiamo all’ammutinamento, uno dei momenti clou di ogni storia piratesca che si rispetti, perché all’inizio del film è già avvenuto, ed è backstory del protagonista, non trama. Per non parlare del fatto che i pirati solitamente vanno a caccia di un tesoro per arricchirsi; qui invece devono restituirlo, per liberarsi di una maledizione: è come se Robin Hood rubasse ai poveri per dare ai ricchi.

Fantasy

Il tocco fantasy che non guasta. Diciamo fantasy ma potremmo anche dire horror: lo stesso Barbossa dice a Elizabeth Swann che da quando è salita sulla Perla Nera si trova “dentro una storia di fantasmi”. Il lato soprannaturale del franchise dei Caraibi verrà approfondito anche troppo nei capitoli successivi, arrivando ad appesantire inutilmente la trama e l’intera mitologia, ma nel primo film è ancora presente nella misura perfetta, perché la maledizione intorno a cui ruota tutto è... “realistica” non è il termine giusto, ovviamente, ma forse “plausibile” sì. È plausibile che all’epoca l’oro degli Inca fosse guardato con superstizione e sospetto, ed è plausibile che qualche marinaio un po’ sbronzo avesse creduto di vedere un vascello dalle vele nere e comandato da una ciurma non-morta, e si fosse inventato una storia che poi cominciò a diffondersi per tutti i Caraibi. La maledizione della prima luna è semplicemente un film che trasforma l’impossibile-ma- plausibile in reale, e ne esplora le conseguenze.

E per finire: La maledizione della prima luna è il film di Monkey Island che non abbiamo mai avuto. Anche se in realtà entrambi i franchise devono moltissimo a una terza fonte, Mari stregati di Tim Powers: ve lo consigliamo caldamente.

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