Perché la Laika non produrrà mai un sequel?

Travis Knight, Amministratore Delegato della Laika, ha spiegato perché lo studio di animazione non ha interesse nel produrre sequel e franchise

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


Condividi

Dopo Coraline e la Porta Magica, ParaNorman e Boxtrolls - Le Scatole Magiche, nelle sale americane è uscita la quarta fatica della Laika: Kubo e la Spada Magica, in arrivo nel nostro Paese il 3 novembre. Nel suo DNA, la compagnia ha sviluppato un approccio aperto, dinamico, trasversale e del tutto favorevole alla fusione di tecnologia, arte e artigianato, che ha consentito allo studio di realizzare alcuni dei lungometraggi di animazione più interessanti dell’ultimo decennio. Negli anni, oltre alla crescita progressiva del suo organico e ai progetti sempre più ambiziosi, c’è un aspetto peculiare che ha posto la Laika in relativa controtendenza rispetto all’attuale mercato dell’animazione: nessuno dei suoi prodotti è progettato per avere sequel, prequel, spin-off o per essere sviluppato in un media franchise. Da ultimo, anche il film di Travis Knight non lascia porte aperte a secondi capitoli o a potenziali espansioni. Knight, anche Presidente e Amministratore Delegato dello studio, non ha mai avuto alcun interesse nelle operazioni di lancio di franchise. Pur avendo un approccio multitasking, ha sempre avuto ben chiara l’identità e il posizionamento di Laika sia in termini creativi che di mercato: l’idea attorno alla quale lo studio è nato è sempre stata quella di introdurre nell'attuale panorama cinematografico dell’animazione personaggi nuovi, anziché rivisitarne di vecchi. Ma non è l’unica ragione per la quale nessun film della Laika sarà seguito da un numeretto. È proprio il CEO a spiegare come la compagnia abbia trovato un filo conduttore tra la propria filosofia e il box office, dichiarando:

Semplicemente, abbiamo deciso di non fare sequel. La cosa non mi attrae né mi interessa, neanche lontanamente. Posso capire e anche apprezzare come mai a volte possa essere conveniente da un punto di vista puramente business, conosco le strategie delle major. E comprendo perfettamente che quando sviluppi dei brand e dei franchise, per il business in generale possa essere una gran cosa. Non sono nato ieri, conosco lo show business, è arte e industria allo stesso tempo, quindi riuscire a trovare il giusto equilibrio tra le due cose è stimolante. Quello di cui sono fermamente convinto è che, come industria, se facciamo oscillare troppo il pendolo in una direzione, ci allontaniamo da ciò che è il bello del fare film e dell’andare al cinema. Mi ricordo di quando ero piccolo, quando stavo in quella sala incredibilmente buia con un gruppo di sconosciuti che guardavano queste immagini in movimento sullo schermo che ti trasportavano in altri mondi, era qualcosa che non avevo mai provato prima. Quella era la magia, quello era il bello, lo adoravo. Quel tipo di esperienza è stata formativa per me, ha davvero messo delle radici nella mia testa e ha forgiato la persona che sono oggi. Credo che se diamo un’occhiata a gran parte del cinema contemporaneo, è tutto fatto di franchise, di marchi, di remake, di sequel, di prequel. Stiamo rispolverando un po’ tutto per riportare indietro dei vecchi doni, dopo averli di nuovo incartati, e li stiamo spacciando per regali nuovi: non c’è poi tanta gioia nello scartarli di nuovo, e quindi c’è un'opportunità molto risicata di poter indagare i vari aspetti della nostra umanità se continuiamo a raccontare in continuazione le stesse storie.

Già anni fa, nel corso di una roundtable dell'Hollywood Reporter, Knight aveva dichiarato di non voler fare di Laika una “cassa di risonanza” che producesse un sequel dopo l’altro, riconoscendo la problematica di conciliare la filosofia dello studio con l'esigenza degli investitori di puntare alla massima redditività minimizzando i rischi:

Non sto sostenendo che non si possa raccontare una buona storia anche in un sequel. Certo che si può, da L’Impero Colpisce Ancora a Il Padrino - Parte II, e altri. Poi ci sono progetti come Il Signore degli Anelli, che sono così grandi e di ampio respiro che non puoi raccontarne la vicenda in un solo film, devi rendere tutto parte di una storia più vasta. Possono anche esserci ragioni puramente artistiche per fare sequel, ma in linea di massima penso che la maggior parte di queste operazioni sia mirata esclusivamente al più alto incasso possibile. Possono andare enormemente bene, ma credo comunque che, col tempo, il pendolo andrà nell’altra direzione. Credo ci siano persone che vogliono nuove esperienze, che desiderano andare al cinema per vedere storie che mostrino loro chi sono veramente, storie che non raccontiamo più.

Negli anni, Laika è riuscita a sviluppare un'animazione sempre più sofisticata aumentando il livello di integrazione tra tecniche diverse, in particolar modo tra stop-motion e digitale. Se la CGI si fa sempre più presente, soprattutto come elemento di integrazione, il core business della compagnia resta la tecnica del passo uno. Per Coraline e La Porta Magica, Henry Selick pretese che ognuno dei singoli capelli della protagonista fosse animato e pronto a muoversi realisticamente al vento. Per ParaNorman e Boxtrolls - Le Scatole Magiche, vennero raggiunti nuovi traguardi in termini di animazione facciale, sviluppando ulteriormente un complesso sistema di volti rimovibili (replacement facial animation), a loro volta modificabili attraverso minuscole chiavi simili a piccoli spilli.

Laika faces

Nel 2015, in occasione del decennale della compagnia, il capo del puppet department di Laika Georgina Hayns ha spiegato che è anche l’utilizzo peculiare di un mix di tecnologie diverse a determinare parte del posizionamento di Laika rispetto agli altri studi di animazione:

Abbiamo deciso di non essere spaventati dalla tecnologia ma di restare in una fascia molto diversa da quelle occupate da Pixar o DreamWorks Animation. Abbiamo voluto creare un mondo nostro, ed è stato possibile anche grazie all'aiuto del reparto informatico che ci ha aiutato soprattutto a integrare gli sfondi, facendoci fare un ulteriore passo in avanti. Voglio tuttavia sottolineare che tutto ciò che vedete al centro dello schermo è rigorosamente realizzato a mano. Siamo uno studio di animazione stop-motion, ma abbiamo deciso di non avere paura della tecnologia digitale quando questa può semplicemente integrare.

[embed]http://www.youtube.com/watch?v=rEsVyPwXF5I[/embed]

I vari budget dei lungometraggi prodotti fino a oggi non hanno mai superato il tetto dei 60 milioni di dollari e Laika è riuscita a mantenere un flusso costante di incassi, sempre superiore ai 100 milioni, con un picco nei 124 milioni di Coraline. Tutti i film prodotti dallo studio sono stati candidati all'Oscar nella categoria Miglior Film di Animazione. La strategia, al momento, non sembra destinata a cambiare: anche Kubo e la Spada Magica rientra nel budget di un progetto standard. Laika punta, in primo luogo, a migliorare efficienza e produttività interna per diminuire il gap temporale tra l'uscita di un prodotto e il successivo. La sfida di produrre lungometraggi autoconclusivi e indipendenti vede inevitabilmente ogni film progettato interamente da zero. Knight spera, col tempo, di poter far uscire un film all'anno e di consolidare la propria quota di mercato continuando a proporre al pubblico storie sempre nuove:

Alla Laika amiamo le sfide, e amiamo mettere alla prova noi stessi. Ci piace raccontare storie nuove, esplorare nuovi generi, esaminare differenti aspetti di cosa significhi essere umani. È il tipo di film che ci interessa. Il mondo all'interno del quale creiamo i protagonisti dei nostri film è mirato a far vivere loro l’esperienza della vita: una volta che racconti una storia simile, qualsiasi cosa tu possa raccontare in un eventuale sequel non avrebbe lo stesso impatto emotivo. Non ci interessa particolarmente battere sentieri che abbiamo già percorso. Ci sono così tante storie che vorrei raccontare, perché dovrei necessariamente narrarne una che è una ripetizione di qualcosa che è già stato detto? Essenzialmente, vorrei percorrere ogni genere di film, fino alla fine della mia vita. Facciamo film che richiedono un tempo di lavorazione incredibilmente lungo, tanto vale mettere le nostre energie in qualcosa di nuovo e di emozionante.

[embed]]

Kubo e la Spada Magica è uscito il 19 agosto 2016 negli Stati Uniti, distribuito dalla Focus Features. Nel resto del mondo sarà la Universal Pictures a occuparsi della distribuzione. In Italia arriverà il 3 novembre. Ecco la trama:

Nel nuovo fantasy epico prodotto dalla LAIKA, il gentile e trasandato Kubo conduce una vita umile badando con devozione a sua madre nel sonnacchioso villaggio sulle rive della costa. Un giorno, tuttavia, uno spirito del passato si imbatte sul suo cammino per portare a termine una vendetta. Improvvisamente in fuga da divinità e creature, la sopravvivenza di Kubo è legata al ritrovamento di un’armatura magica un tempo appartenuta a suo padre, il più grande samurai che il mondo abbia mai visto.

Cercando di trovare coraggio, Kubo si imbarca in un’odissea avvincente alla scoperta della storia della sua famiglia, attraverso tutti gli elementi, combattendo con fierezza per la terra e le stelle.

Nel cast vocale Matthew McConaugheyCharlize TheronRooney MaraRalph Fiennes e Brenda Vaccaro. A dare la voce al protagonista Kubo ci sarà Art Parkinson, interprete di Rickon Stark ne Il Trono di Spade.

Continua a leggere su BadTaste