Perchè ho paura di Zoolander 2

Come potrà mai Zoolander 2 reggere il confronto con il precedente, che in 14 anni ha cambiato la maniera in cui guardiamo il nostro narcisismo?

Critico e giornalista cinematografico


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Zoolander è imbattibile. Nei 14 anni che sono passati dalla sua prima uscita in sala (infaustamente a ridosso dell’11 settembre 2001) ha superato i suoi stessi meriti ed è diventato un oggetto pop indiscutibile. Zoolander negli anni ha raggiunto l’invidiabile status di film da conoscere per comprendere le conversazioni, uno di quelli che o lo si è visto o ci si vergogna di non averlo visto, nessuno ne può mettere in questione la grandezza in pubblico senza uscirne sconfitto e anche Terrence Malick quando gli è stato chiesto dei film che preferisse negli ultimi anni (era il 2007) aveva citato “Zoolander” (e non si parlava solo di commedie).

Forse proprio perché molto sfortunato in sala (la suddetta data d’uscita non aiutò) e cresciuto poco alla volta nei gusti del pubblico, prima con l’Home Video poi con calma con la pirateria negli anni in cui questa si formava le ossa, il suo culto è metallico, granitico, solidissimo e ha una base incrollabile a cui nessuno osa opporsi. Perchè Zoolander ha aperto una strada, individuando un’area del ridicolo umano che la società alimentava prima che tutti se ne accorgessero.

Chiariamoci subito, a parere di chi scrive non solo è un film divertente (onestamente, quante delle decine di commedie che escono ogni anno merita davvero quest’aggettivo?) ma ha anche svelato un mondo totalmente inesplorato, quello delle assurdità dello show business legate ai modelli maschili. Come ha dimostrato anche Tropic Thunder quello delle celebrities e dello show business è un ambito che interessa molto a Ben Stiller ma la prospettiva di Zoolander è unica e vergine. La maniera in cui Derek interpreta il classico scemo comico e Hansel ne è un esempio ancora diverso, costituiscono una grande parte dell’originalità del film che in questo è agevolato dal fatto di non doversi muovere su un percorso già battuto in precedenza da qualcun altro. Ma non c’è solo questo.

https://www.youtube.com/watch?v=jX0pj0rTHQo

L’Orange Moka Frappuccino, l’essere belli belli belli in modo assurdo, la Magnum, la Blue Steel, Hansel che quest’anno si porta un casino, l’incapacità di voltare a sinistra… I “marchi registrati” da Zoolander sono talmente presenti nel discorso sociale che anche chi non l’ha visto ha imparato a capirne il significato e nessun altro ha potuto misurarcisi. Quante volte è capitato che un film di simile successo non abbia figliato? Non abbia cioè dato vita ad un filone di opere simili, non abbia influenzato nessuno né aperto una strada? Nessuno ha più preso in giro il mondo della moda maschile dopo Zoolander, nonostante sia un piccolo universo che pare chiedere in ginocchio di essere preso in giro, uno con cui siamo tutti a contatto volenti o nolenti (anche solo tramite i cartelloni stradali). Nessuno si mette contro Zoolander perché è imbattibile e questo lo dovrebbe sapere Ben Stiller in primis.

Il rischio di Zoolander 2 è questo, quello di vivere di un confronto impossibile con un’opera imbattibile non tanto per le sue reali qualità, quanto per la maniera in cui ha saputo entrare nel discorso sociale e modificare la percezione comune del narcisismo maschile. Zoolander è più di un film, come molti altri lungometraggi generazionali prima di lui ha tracimato lo schermo ed è diventato espressioni, modi di dire e filtro attraverso il quale leggere il mondo. Il culto dell’aspetto esteriore, la stupida assurdità di una piccola nicchia su cui tutti puntano i riflettori, il grottesco legato al mondo della bellezza maschile (“L’idratazione è il segreto della bellezza”) e la superficialità dell’edonismo metrosexual anni 2000 (“Ringrazia che non ho amici che leggono questo tuo Time Magazine!”) si ritrovano non solo nelle pubblicità delle riviste di moda ma sono ovunque intorno a noi. Zoolander è imbattibile perché parlando di modelli belli belli belli in modo assurdo che non si interessano d’altro se non di se stessi (“E non è che solo perché siamo belli belli belli in modo assurdo non possiamo morire giocando con la benzina come tutti gli altri!”) in realtà metteva in scena il culto dell’immagine fine a se stessa, qualcosa che chiunque vede ogni giorno dai pessimi reality, ai pessimi compagni di treno fino ai pessimi colleghi e pessimi amici. Ancora oggi vediamo The Lady di Lory Del Santo ed è di nuovo qualcosa che Zoolander prendeva in giro nel 2001. Insomma Zoolander non si può battere perché non è più un film, è un fatto sociale. E come lo batti un fatto sociale?

Ben Stiller e Owen Wilson hanno fatto una prima apparizione alla sfilata di Valentino per iniziare la campagna pubblicitaria del film. Non solo hanno sfilato come Zoolander e Hansel ma hanno anche girato un backstage con Ann Wintour (anch’essa tramutata in oggetto pop dal cinema, sconosciuta al grande pubblico prima che Meryl Streep ne fondasse la mitologia interpretandola in Il diavolo veste Prada, oggi è simbolo del potere nella moda) iniziando a svelare quello che probabilmente sarà uno dei molti aggiornamenti al narcisismo maschile degli ultimi anni: l’ossessione per la costruzione della propria immagine sui social media tramite telefonia mobile, dal selfie (rigorosamente con bastone che è più grottesco) ai Vine.

Paradossalmente questo mondo che nasce dopo Zoolander e si fonda sulle Magnum (sul serio non avete mai pensato alle espressioni di Derek nel vedere uomini che si fanno i selfie?) cerca di essere reinquadrato dal modello originale. Tutto questo universo di persone comuni che diventano modelli di se stessi (assieme, si spera, a qualcos’altro) torna nelle mani di Ben Stiller che l’aveva per primo codificato e non solo il rischio è che la parodia sia inferiore alla realtà creata da quella parodia stessa ma è anche difficile che possa nuovamente entrare nel discorso sociale.

Zoolander, l’abbiamo detto, si è giovato anche del poco peso sulle proprie spalle datogli dalla sfortunata uscita in sala. Partito ultimo e già sconfitto è cresciuto piano piano senza nessuna aspettativa. Zoolander 2 invece partirà con il massimo delle aspettative, come seguito di quello che è considerato (e poco importa che sia vero o no) il film più divertente degli ultimi 15 anni.

Come si può non uscire massacrati da un confronto simile? Lo scopriremo tra un anno...

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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