Perché gli Stormtrooper non riescono mai a beccare il bersaglio?
Proviamo a dare la soluzione ad un antico dilemma di Star Wars: perché gli stormtrooper non riescono quasi mai a colpire il bersaglio?
I meme raccontano da anni le leggendarie fatiche degli stormtrooper nel centrare il bersaglio. Oramai, da temibili bracci armati del male sono diventati agli occhi degli spettatori una simpatica “carne da macello”. L’inizio de Il risveglio della forza, che li annunciava nelle tenebre e le luci traballanti da film horror sembrava voler far dimenticare anni di goffaggine (come l’involontaria ed esilarante testata alla trave) e di colpi a vuoto. Così non è stato. Gli Stormtrooper continuano ad essere una minaccia evanescente, difficile da prendere sul serio o da temere. Per lo meno non come fece Obi Wan quando in Una nuova speranza analizza li resti di un conflitto a fuoco. Guarda i colpi d’arma e spiega a Luke Skywalker, senza ironia, che “solo gli stormtrooper imperiali sono così precisi”.
Galleria
Tocca un'immagine per scorrere la galleriaPerché gli Stormtrooper sono così scarsi a centrare il bersaglio?
Ad una prima analisi verrebbe da dire che non è questo il loro primo scopo. All’impero serviva la quantità, ancora più che la qualità. Inizialmente poi i cloni avevano una grande efficacia militare, dato la loro vicinanza genetica all’originale Jango Fett. Man mano la qualità è andata calando. L’impero ha reclutato le troppe prendendo persone con poca esperienza di battaglia e sottoponendole ad un veloce addestramento. Avere a disposizione un gran numero di sottoposti, anche se poco abili, permette di tenere sotto controllo ogni angolo della galassia. Obi Wan non ha quindi torto se si considera che, inizialmente, gli stormtrooper erano tutt’altro che sprovveduti. Con l’espandersi delle fila dell’esercito hanno dovuto rinunciare alla forza del singolo membro, dividendo però in maggiori sotto categorie di specializzazione, dal soldato generico a quelli per azioni mirate.
Colpa di chi ha disegnato l’armatura
Si potrebbe fare un intero spin off per cercare di capire come mai chi ha progettato le armature degli Stormtrooper le abbia rese così scomode. Un tentativo di sabotare l’impero o semplicemente incompetenza? In realtà i Kaminoani hanno uno stile austero (da cui la scelta di uno sporchevole, ma elegante bianco) che non dimentica però la tecnologia. Il design non è casuale. L'uniformità non permette di distinguere la persona dietro all’elmo e facilita la spersonalizzazione.
Nonostante gli Stormrooper cadano sovente al primo colpo di blaster, non sappiamo se questo sia sempre letale. La tecnologia contenuta nell’uniforme aiuta infatti ad assorbire e diminuire i danni dell’energia cinetica delle armi. La gestione della temperatura interna facilita il passaggio da pianeti molto caldi ad altri molto freddi. I filtri dell’aria aiutano a respirare anche in caso di attacco chimico con 20 minuti di ossigeno di emergenza. Non male per un oggetto prodotto in massa.
Il punto forte (e più controverso) è il casco, un vero conglomerato di tecnologia. Innanzitutto permette di ricevere comunicazioni centralizzate. Aiuta anche a vedere durante la battaglia. C’è la modalità notturna, la visione a infrarossi, ma anche un filtro che tutela dall’esposizione a fonti estremamente luminose. Non manca nemmeno un transponder che permette agli Stormtrooper di identificare i compagni. Nonostante poche variazioni di design, l’armatura non è fissa, ma cambia e si evolve nel tempo. Nelle versioni più moderne il casco ha bisogno di un codice dato dal sistema centrale per essere attivato garantendo così una maggiore sicurezza dai furti.
L’unico (per così dire) inconveniente è dovuto, apparentemente, ai molti punti ciechi della visuale. Ne abbiamo testimonianza diretta da Luke che, nel primo Guerra Stellari indossa l’armatura nemica, ma si lamenta dicendo: “non riesco a vedere nulla con questo casco”.
Nell’episodio 9 della seconda stagione di Star Wars Rebels Kanan Jarrus e il Capitano Rex si travestono da stormtrooper. Durante un conflitto a fuoco i due si dicono: “Wow. Spari veramente come uno stormtrooper”. Il motivo era semplice: Rex continuava a sbagliare mira. La risposta? “È colpa del casco, non riesco a vedere!”. Una volta tolto l’impiccio ha riguadagnato le sue abilità di pistolero colpendo ogni bersaglio.
Incapacità canonica
Ovviamente il regista che ha affrontato la questione più direttamente è Taika Waititi che nel capitolo 8 di The Mandalorian ha girato una lunga scena con protagonisti proprio due Stormtrooper.
Per ingannare il tempo si mettono a sparare a un rottame per terra, mancandolo più volte da una distanza ravvicinata. In questa scena non sembrano essere problemi di “punti ciechi” ma proprio un armamentario difettoso o mal bilanciato. Al di là della sua spiccata comicità, la scena è importante per avere reso “canonico” il fatto che c’è un grosso problema di mira nell’esercito imperiale.
Si potrebbe obiettare a questo punto che i due protagonisti della scena non sono un campione statistico affidabile, ma sono solo due militari un po’ ingenuotti.
E sarebbe un’obiezione giusta che ci fa riconsiderare la domanda:
Perché gli stormtrooper fanno fatica a colpire il bersaglio?
Perché, in realtà, non fanno affatto fatica.
È una percezione sbagliata che, a ben guardare, non ha un vero e proprio fondamento cinematografico. Per capirlo basta usare la scala giusta.
Per prima cosa non è corretto paragonare un membro qualsiasi dell’impero a un eroe ribelle o a uno Jedi.
Il canale YouTube EC Henry ha giustamente osservato che ci sono poche scene che possono dare uno sguardo oggettivo al conflitto tra le due fazioni. Spesso ci sono differenze numeriche, spazi aperti, imboscate. Invece, nella scena di apertura di Una nuova speranza, i ribelli (soldati generici) si trovano ad affrontare le truppe nemiche in uno spazio chiuso. Vediamo numericamente come è andata.
La vittoria è schiacciante a favore degli stormtrooper. I ribelli, nonostante la posizione di vantaggio battono in ritirata con molte perdite riuscendo ad abbattere solo 3 nemici.
Gli stormtrooper sparano 94 colpi di blaster. Gli occorrono in media 6 colpi per eliminare un ribelle. Al contrario i loro avversari hanno sparato 67 colpi arrivando a solo 3 uccisioni (se poi siano effettivamente morti sotto l’armatura non è dato saperlo). Insomma: i ribelli sono quasi 3 volte meno precisi degli imperiali.
Ma come è possibile allora che Luke, Leia e gli altri protagonisti camminino tra i colpi con tutta questa facilità? La spiegazione è nella trama. I soldati eseguono semplicemente gli ordini e in più occasioni hanno sparato colpi a vuoto proprio sotto il comando di prendere i ribelli vivi.
Infine, come abbiamo visto in Rogue One, durante la battaglia di Scarif, la forza agisce in modi misteriosi. Chirrut Îmwe riesce ad attraversare un pezzo del campo di battaglia solo facendo affidamento ad essa. Una volta portato a termine il suo compito è stato colpito a morte. Ne deduciamo quindi che i colpi, soprattutto quando indirizzati a personaggi sensibili alla forza, hanno una traiettoria non decisa solo dalla pressione su un grilletto.
Insomma, un alibi per gli Stormtrooper? Forse. I meme hanno torto? Probabilmente sì. Aspettiamo con ansia di rituffarci in questo universo con nuove avventure per scoprire se questa cattiva fama sia frutto solo del montaggio o di un ennesimo punto debole nel grande piano dell’impero.
Ora tocca a voi: qual è la vostra opinione sulle doti balistiche degli stormtrooper? Potete dircelo nei commenti