Perché ci siamo dimenticati di Il rompiscatole? | BadBuster
È uscito in piena esplosione Jim Carrey ed è una dimostrazione del talento da regista di Ben Stiller, eppure non se ne parla mai quando si discute della loro carriera
Il rompiche?
Resta il fatto che, per una decina d’anni e più a partire da quella maledetta estate che sarebbe stata vendicata solo 12 anni dopo, il signor faccia di gomma è stato ovunque, ha sperimentato con il blockbuster supereroistico con risultati più che buoni nonostante il tentato sabotaggio sul set da parte di Tommy Lee Jones, ha continuato a far ridere molto (Io, me e Irene, Bugiardo bugiardo), ha avuto pure l’immancabile svolta seria (Man on the Moon, Truman Show, Se mi lasci ti c... niente, non ce la faccio a scriverlo per intero), e ha lavorato con il meglio del meglio del cinema americano e non solo, di ridere e non solo. E in mezzo a tutto questo ha fatto un (posso chiamarlo così?) piccolo film con due signori di nome Ben Stiller e Judd Apatow, un film che lo vede a fianco di Matthew Broderick e Leslie Mann a guidare un cast nel quale compaiono anche Jack Black, George Segal, Bob Odenkirk, Janeane Garofalo, David Cross, Owen Wilson, persino Eric Roberts in uno dei migliori esempi di cameo di sempre...
L'impepata di Carrey
Nonché la prima volta che il repertorio di Carrey, la sua esageratissima mimica facciale, la snodabilità dei suoi arti, il trasformismo vocale, il suo sembrare una sorta di Robin Williams senza un’anima, viene usato per inquietare e disturbare, non solo per strappare risate. Se con il suo ruolo nel Batman di Schumacher Carrey piegava il personaggio al suo talento, nel Rompiscatole succede il contrario: Stiller prende un repertorio ben noto (non c’è nulla nell’interpretazione di Carrey che non si fosse già visto in altri suoi film) e lo incornicia in modo da farlo risultare respingente e spaventoso e inquietante e opprimente. Voglio dire, Il rompiscatole è prima di tutto un film sullo stalking nel quale lo stalker è il simpatico spilungone che tanto ci aveva fatto ridere con le sue camicie hawaiiane e la gag di uscire dall’ano di un rinoceronte! L’espressione costantemente basita di Matthew Broderick di fronte a qualsiasi cosa faccia il Cable Guy del titolo originale è la dimostrazione più evidente che con Il rompiscatole Ben Stiller stava attuando un’opera di decostruzione della figura professionale dell’attore protagonista con svariati anni di anticipo rispetto a quando ha cominciato a farlo lo stesso Jim Carrey.
Per cui il discorso è semplice: riguardatevi Il rompiscatole ricordandovi che uscì nel 1996, un anno dopo Batman Forever e il secondo Ace Ventura, un anno prima di Bugiardo bugiardo e due prima di The Truman Show. E pensate all’effetto che poteva fare un film del genere su un pubblico abituato ad associare Jim Carrey a faccette, battutacce e flatulenze – in un certo senso è la mossa One Hour Photo ma piazzata a inizio carriera, e ce ne vuole di coraggio. Non sarà il più bel film con Jim Carrey di sempre, ma vi sfido a dimostrare che non sia uno dei più interessanti.