Perché Casper non è invecchiato di un giorno?

Quali sono gli ingredienti che rendono Casper un film capace di resistere al tempo senza invecchiare di un solo giorno?

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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Chi dice che i fantasmi non esistono? Chi chiamerete quando invaderanno la vostre case? Ma soprattutto, siete davvero certi di dover chiamare qualcuno? Magari lo spettro è più di compagnia di molti umani in carne e ossa. Chi non vorrebbe, dopotutto, un amico come Casper? Basato sul personaggio di Casper the Friendly Ghost del 1939, Casper di Brad Silberling è un concentrato di avventura, commedia e fantastico con la giusta dose di azione, sentimenti e un comparto tecnico eccezionale. Grande successo al botteghino del 1995, quali sono gli ingredienti che ancora oggi lo rendono unico?

La Hollywood migliore

Nell’anno magico che dà alla luce da Babe - Maialino Coraggioso a Jumanji passando per I Soliti Sospetti, Seven e Toy Story, Casper è figlio di una squadra di addetti ai lavori che è un concentrato della migliore Hollywood dei blockbuster dal cuore caldo: Dean Cundey, direttore della fotografia di Jurassic Park; Michael Kahn, asso del montaggio e collaboratore di lunga data di Spielberg; James Horner, recentemente scomparso, autore di molte colonne sonore per James Cameron; Joe Letteri, mago degli effetti speciali di Star Wars e Jurassic Park; Leslie Dilley, scenografo premio Oscar per I Predatori dell'Arca Perduta e Star Wars; lo stesso Spielberg, che da sempre produce i film che non ha il tempo di dirigere. Il tutto, magicamente orchestrato da un esordiente al primo lungometraggio: Brad Silberling. Il bello di Hollywood è che a volte è capace di allestire una squadra di mostri sacri talmente in alto che per la regia sceglie di scommettere su chi ha una carriera ancora da scrivere. E Casper è un mix centrifugato di idee che molti registi hanno esplorato in precedenza: Tim Burton con Beetlejuice aveva dichiarato guerra ai vivi, difendendo il diritto degli spiriti a infestare le vecchie case ormai sfitte. Ivan Reitman aveva celebrato i quattro scalcagnati eroi che si riscattavano acciuffando fantasmi nella città dove tutto è possibile. In Ghost, Jerry Zucker aveva elevato la coppia Demi Moore-Patrick Swayze a paladini dei sentimenti oltre la sfera della fisicità, proprio come Spielberg aveva fatto in Always - Per sempre, con un defunto Richard Dreyfuss che aiutava la compagna a rifarsi una vita. E un fiume di film, dal b-movie all’horror d’autore, ha sempre celebrato i fantasmi con le cifre stilistiche più diverse. Casper è figlio di tutti e di nessuno: è un concentrato di tante idee e, di conseguenza, genera nel pubblico una vasta gamma di reazioni. Si ride come in Ghostbusters e Beetlejuice, ci si commuove come in Ghost e Always, ma tutto rimane nella sfera del fantastico senza mai sfociare nel caricaturale o nel sentimentalismo. E’ anche per questo che rivedere Casper oggi è anche scoprire come non sia invecchiato di un solo giorno.

Faccende in sospeso

Nel Maine, lo spettrale castello di Whipstaff è infestato da quattro fantasmi. Eppure, tra loro c’è uno spettro gentile e servizievole, il piccolo Casper, che si offre persino di scattare le foto ai ragazzi a caccia di bravate. La diroccata magione viene ereditata dalla perfida Carrigan Crittendel, dopo che il suo ricchissimo padre ha lasciato quasi tutto il gruzzolo a varie associazioni animaliste. Furibonda per il magro bottino e per aver ereditato meno rispetto alle disprezzate bestiole, Carrigan getta l’atto di proprietà della casa nel camino, ma il fuoco fa emergere dalle carte una scritta segreta: “Bucanieri e dobloni d’oro! Whipstaff nasconde un gran tesoro!”. Carrigan non se lo fa ripetere due volte e con il suo goffo avvocato Dibbs si reca sul posto per ispezionare il vecchio castello. Per quanto Casper si mostri ancora una volta cordiale, gli altri spettri non gradiscono la presenza dei nuovi inquilini e li costringono alla fuga. Ma Carrigan è tosta e decide di non fermarsi finché non avrà messo le mani sul tesoro. “E allora chi chiamate? Chiamate qualcun altro!” le replica in faccia Dan Aykroyd, con tanto di tuta da Ghostbuster, dandosela a gambe dall’infestata magione. Non andrà molto meglio con santoni e squadre di demolizione: all’esorcista, ricoperto di bava verde, viene ruotata la testa di 180 gradi proprio come accade alla sventurata Regan nel film di William Friedkin. Anche gli operai, prima di avere il tempo di sventrare la casa, vengono messi in fuga. Casper li insegue urlando disperato “Aspettate! Stavano solo scherzando, davvero!”. In fondo, il piccolo spettro vorrebbe soltanto trovare un amico. E per quanto la magione si trovi in cima alla cittadina di Friendship, l’amicizia è molto più che un nome su una cartina.

Ma forse non tutto è perduto: in tv passa lo spot del dottor James Harvey, uno stralunato Bill Pullman che non ha ancora interpretato il Presidente degli Stati Uniti in Independence Day. Professionista del paranormale, Harvey  sostiene che il modo migliore per liberarsi di uno spettro sia capire cosa lo tenga bloccato nel nostro mondo. “Sappiamo che i non viventi ci tormentano, ma io mi chiedo: cos’è che tormenta loro?” si domanda il dottore. Poco importa se l’azzeccagarbugli dell’occulto pare un incrocio tra Ichabod Crane e Saul Goodman: uno strizzacervelli dei fantasmi è esattamente ciò che ci vuole. Specialmente se il dottore, dopo aver tragicamente perso la moglie, porta sempre con sé la figlia Kat, l’amica ideale per il piccolo fantasma rimasto solo. E’ proprio Casper a fare in modo che Carrigan veda lo spot e assuma Harvey per sbarazzarsi degli spettri. Pronto a disinfestare, il dottore sopraggiunge con la figlia, una Christina Ricci in gran forma che non è nuova né al gotico né alla dark comedy: è stata Mercoledì ne La Famiglia Addams di Barry Sonnenfeld e anni dopo sarà Katrina Van Tassel ne Il Mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton.

Alla vista della casa, Kat cita persino Stephen King: Whipstaff richiama in effetti tutte le atmosfere gotiche tanto care allo scrittore, che ha fatto del Maine un universo spaventoso. Ma soprattutto, il castello è l’archetipo della casa infestata. Da Haunting - Presenze a Crimson Peak, passando per la magione dei Collins di Dark Shadows e persino per la “perduta Larue” di Un Topolino Sotto Sfratto, la dimora infestata non può mai fare a meno di un androne spazioso in fondo al quale un enorme scalone conduce al cuore pulsante della proprietà. A bucare lo schermo, poi, sono i due villain da strapazzo: Carrigan e Dibbs hanno un rapporto simile a quello tra Medusa e Snoops di Le Avventure di Bianca e Bernie. Lei è palesemente una spregiudicata “bitch”, pronta a tutto pur di mettere le mani su un tesoro (un po’ come Medusa nel Classico Disney cercava l’Occhio del Diavolo, il più prezioso tra i diamanti); lui è uno scagnozzo di bassa lega che ne subisce inevitabilmente i soprusi. A dare volto e voce a Carrigan è la splendida Cathy Moriarty, divenuta celebre per il ruolo della moglie di Jake LaMotta in Toro Scatenato.

Papà, ho trovato un amico

Nell’isolamento della piccola Kat c’è anche un po’ di Papà, ho trovato un amico e di E.T. l’extraterrestre. Il film si apre con il logo della Universal che diviene una luna piena identica a quella di E.T. (con tanto di biciclette di ordinanza che appaiono nella prima inquadratura). Nella produzione c’è decisamente lo zampino della spielberghiana Amblin, che ha fatto del cinema fantastico e del family movie un marchio di fabbrica tanto quanto oggi la Bad Robot è sinonimo di fantascienza e mistero. Come spesso accade, il giovane protagonista, orfano di padre o madre, soffre sia per via di un rapporto problematico con l’altro genitore che per la propria difficoltà a farsi nuovi amici. In genere, l’amico segreto rimane a lungo nascosto agli adulti: dalla mamma di E.T. fino a Whoopi Goldberg di Bogus, L’amico immaginario, gli adulti sono spesso troppo presi dalle loro vite frenetiche per accorgersi della presenza dei meravigliosi amici dei loro figli. Ma in Casper la formula cambia: il dottor Harvey scopre immediatamente l’esistenza del piccolo spettro. E non senza una buona dose di terrore. Il che pone un piccolo quesito: fino al fatidico incontro con Casper nello sgabuzzino, il dottor Harvey crede veramente in quello che fa? In televisione parla con profonda cognizione di spiriti che sono tormentati da “assenza di risoluzione” per via di “faccende in sospeso” (unfinished business) che impedirebbero loro di lasciare questo mondo. E nel dialogo con la figlia in macchina, Harvey sembra mosso anche dalla disperata ricerca dello spettro della defunta moglie: “Mamma non è un fantasma, non esistono i fantasmi” sentenzia esausta Kat, “Sì che lo è” replica lui, “Ha delle faccende in sospeso”. Tuttavia, alla vista degli spettri, il dottor Harvey strilla come un forsennato e ha un comportamento insolito per un professionista dell’occulto. Che si convinca sul momento che effettivamente è tutto vero? Poco importa, al primo incontro ravvicinato con gli spettri duellerà con loro con uno sturalavandini e riuscirà a tenerli a bada grazie all’aspirapolvere. “Chi crede di essere per violare il nostro domicilio?” sbottano i fantasmi, “Il vostro psicoterapista!” replica Harvey. E’ un duello, ma è anche l’inizio di una complicata amicizia.

I tre spettri, gli zii di Casper, sono tre mattacchioni da bar sport pronti a divertirsi e a non prendersi mai troppo sul serio. Persino la mattina dopo il fatidico duello, quando Casper prepara la colazione, irrompono in cucina intonando La Cavalcata delle Valchirie che accompagna gli elicotteri di Apocalypse Now. I tre trattano Casper come uno sguattero, costringendolo a sbrigare le faccende domestiche, ma oltre a tiranneggiarlo non gradiscono che sia gentile e servizievole con gli intrusi umani. Molla, Puzza e Ciccia, dopotutto, hanno nomi che riflettono le loro peculiarità. Ma pur rimanendo degli inguaribili burloni, col tempo sapranno vedere nel dottor Harvey un brav’uomo e un potenziale “buddy”, compagno di scorribande per la loro chiassosa combriccola. Kat e Casper sono invece destinati a combaciare fin da subito. Tra le tante stanze della casa, lei sceglie proprio quella dove il piccolo fantasma dormiva quando era in vita. E tra i meriti del film c’è indubbiamente un uso saggio ed espressivo delle incredibili scenografie: il soffitto della stanzetta di Casper sembra attorcigliato in una spirale che richiama proprio le forme più iconiche degli ectoplasmi e un gran numero di elementi architettonici del castello, sia in esterno che in interno, riprendono lo stile di Antoni Gaudì, evidentissimo nelle vetrate e nelle forme ondulate di porte, finestre, saloni e corridoi. Dove il film pesca dagli elementi più classici del family movie è nell’ambientazione scolastica e nel riscatto di Kat nei confronti del ragazzo sbagliato, succube di una perfida e invidiosa compagna di classe. Immancabile la scena a scuola: come E.T. stravolgeva a distanza la lezione di scienze del piccolo Elliott, Casper fa in modo che i nuovi e poco accoglienti compagni di Kat inciampino al suonare della campanella. Dopotutto, il nome originario del personaggio è Casper the Friendly Ghost: tecnicamente è "l'amichevole spettro" ma non è detto che non possa permettersi qualche piccolo dispetto d'ordinanza.

Sospesi nel tempo?

Uno dei motivi per i quali amiamo i fantasmi è perché rappresentano perfettamente l’idea di sospensione tra due mondi. Da The Others a Poltergeist, la loro presenza può essere più o meno invasiva ma la convivenza con il malcapitato mondo umano è quasi sempre di natura problematica. Anzitutto perché i fantasmi non sono alieni: provengono da un mondo che un tempo è stato anche il nostro ma lo vivono in una dimensione diversa. Da un lato hanno il potere di farci paura, dall’altro hanno una serie di limiti che li rendono tutt’altro che onnipotenti. La partita con gli umani, dunque, è sempre aperta e non è così facile, per un fantasma, nuocere agli umani, anche per via della propria natura ectoplasmatica. “Posso farti del male? Posso fartene io?” chiede Kat al suo nuovo amico trasparente, “No” risponde lui con tono rassicurante. La loro amicizia diventa un legame puramente spirituale, sancito anche dall’impossibilità di qualsiasi contatto fisico.


Eppure, gli spettri sono in grado di maneggiare oggetti, cucinare, divenire invisibili e assumere le forme più disparate: abilità che consentono loro di mutare aspetto, entrare in vecchi mobili e persino in alcune persone. Il che consente, ovviamente, una giostra di gag e citazioni condite da più di un cameo. Nella celebre scena davanti allo specchio, il dottor Harvey si rivede con il volto di Clint Eastwood, Rodney Dangerfield e Mel Gibson. Viene evocato persino Schwarzenegger: “Vieni con me se vuoi vivere!” esclama Casper citando Terminator, trasformandosi in una sorta di Superman e trascinando Kat in aria. La vita del fantasma, inoltre, è spensierata anche perché priva dei ricordi di quella terrena. “Chissà perché non ti ricordi niente” si chiede Kat. “Forse perché quando sei un fantasma la vita non ha più molta importanza” azzarda Casper. Se Ghostbusters reinterpretava la sfera del paranormale in chiave umoristica, Casper adotta due diverse chiavi di lettura: avventurosa nella prima parte e sentimentale nella seconda. Il ghost movie, per definizione, è molto difficile perché si rivolge a un pubblico che spesso è già molto prevenuto. Stupire con i fantasmi non è facile e in genere deve essere fatto con una cifra stilistica molto chiara e marcata. Ci vorrà il genio di Peter Jackson per mescolare tutte le diverse prospettive in un unico film, folle e allo stesso tempo organico: Sospesi nel tempo, del 1996, sarà una fantastica giostra nel paranormale capace di amalgamare alla perfezione spavento, azione, commedia, risate e un gusto citazionista portato all’estremo. Gli spettri di Jackson saranno un misto gustosissimo di elementi ironicamente comici e paurosamente demoniaci. E nel design del cupo mietitore apparirà evidentissimo il concept di quelli che ne Il Signore degli Anelli diventeranno non a caso i Nazgûl, ovvero gli spettri: né vivi né morti. “Spettri! Spettri con le ali!” piagnucola Gollum ne Le Due Torri alla vista dei cavalieri che sorvolano la via per gli acquitrini. Nel nostro mondo come in altre cosmogonie, lo spettro è sempre al centro di un’attenzione morbosa e può assumere le forme più disparate, spesso inusuali e spaventose. I fantasmi di Casper, invece, sono dei riuscitissimi cartoni in CGI, elegantemente trasparenti e dal design morbidamente fluido e gommoso. “Dammi il quattro! Oh, cosa non darei per un mignolo!” esclama il piccolo spettro, che ha quattro dita proprio come i cartoni. Eppure scoprirà grazie a Kat di avere avuto, un tempo, cinque dita.

Tra le particolarità che fanno di Casper un esperimento elegantemente riuscito è il character design dei personaggi. Ciò che i fantasmi del film devono rappresentare non è tanto l’aspetto di una persona defunta, ma l’idea della propria anima perduta. Ognuno dei quattro spettri, più che ricordare le fattezze che aveva in vita, diviene l’esasperazione del proprio carattere. E Casper, un bambino morto prematuramente e in maniera inaspettata, ha dunque conservato la propria indole ingenua, altruista e terribilmente curiosa. Il suo look riprende palesemente quello dei cartoni animati che hanno dato vita al personaggio, nei quali viene svelato che il protagonista porta il nome di Casper McFadden. Nel film, il suo nome completo appare per la prima volta quando Kat scopre la soffitta del castello e, soffiando su una vecchia scatola, svela sotto la polvere la scritta C. McFadden. Di carattere, il piccolo fantasma ha la cordialità di Paddington e lo spirito di iniziativa di Chicco de La Bella e la Bestia. La piccola tazzina del film Disney riusciva ad attivare l’ingegnosa invenzione del padre di Belle, proprio come il buon Casper sarà in grado di far funzionare la geniale invenzione di suo padre, il “Lazzaro”, capace di riconvertire i fantasmi in umani.

Altro elemento che rende Casper una sorta di unicum è che l’avventura del piccolo spettro diventa progressivamente un concentrato di favole reinterpretate in chiave paranormale: come Pinocchio, Casper diviene per pochi minuti un ragazzo vero grazie a un incantesimo che ha una scadenza come quello di Cenerentola. Ed è proprio un bacio a spezzare il sortilegio e a risvegliare la sua natura di spettro, come ne La Bella Addormentata. Come il burattino di legno di Collodi anteponeva il bene del padre al proprio, il buon Casper cede il suo unico giro possibile sul Lazzaro a qualcuno che ne ha più bisogno. Un gesto che non resterà inosservato ai piani alti, consentendo al piccolo spettro di coronare un sogno perduto: la possibilità di riacquistare, per pochi minuti, il proprio corpo umano. Tornato ad essere un ragazzo, Casper ha il volto del giovane Dewon Sawa, che 5 anni dopo sfiderà ripetutamente la morte in Final Destination di James Wong. Ma dopo aver ballato con Kat, tornerà ad essere un fantasma felice e potrà finalmente permettersi di fare ciò che da spettro non ha mai fatto: spaventare qualcuno. “Bu” esclama timidamente davanti agli ospiti della festa di Halloween. Tutti, neanche a dirlo, fuggono terrorizzati. Finalmente soli, gli Harvey possono festeggiare insieme, pronti a una nuova vita e con nuovi straordinari amici. Era questo, in effetti, il vero grande tesoro che la terrificante magione di Whipstaff celava: c’era solo bisogno di qualcuno, ancora in vita, che fosse in grado di apprezzarlo.

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