Per Ted Sarandos l’enorme quantità di film prodotti da Netflix non risente nella qualità
Per Ted Sarandos Barbie e Oppenheimer avrebbero avuto gli stessi risultati se fossero usciti direttamente su Netflix
Il creatore del binge-watching si chiama Ted Sarandos. È l’amministratore delegato di Netflix che ha contribuito in maniera decisiva a dare al servizio streaming la forma che conosciamo oggi. È detentore di una filosofia ben chiara, pronta però ad adattarsi ai cambiamenti. Non avere la pubblicità e permettere di condividere l’account non erano principi chiave scolpiti nella pietra, dice; erano solo delle linee guida per applicare la loro visione per diventare sostituti della TV tradizionale. Questo sì, è un principio chiave. Ha seguito l’intuito di Reed Hastings, uno che non chiamava alle riunioni i principali player home video perché già sapeva che sarebbero tramontati da lì a poco. Era solo questione di tempo e di scommettere sul cavallo vincente. Uno che ha puntato tutto sull’offerta online, invece che difendere lo status quo. Sta qui il successo di Netflix per Sarandos.
Netflix e la globalizzazione dei film
Ogni account ha un aspetto diverso sulla base di ciò che l’algoritmo ha appreso dei gusti dell’utente. Una bolla che limita a una continua ripetizione dei propri gusti o uno strumento di scoperta? Per Sarandos la funzione è la seconda. Questa atomizzazione dei gusti è quella che permette a Netflix di ospitare serie come Squid Game o Baby Reindeer che altrove avrebbero faticato a trovare spazio. Poi l’algoritmo riesce, a suo dire, a proporre opere diverse, a farle emergere quando il pubblico le vede e le ama, e a coinvolgere così spettatori fuori target.
Penso che la globalizzazione del cinema americano abbia disconnesso il cinema americano dal pubblico. L'amore per il cinema si è attenuato a causa di ciò.
Per lui il problema sta nell’inseguire dei gusti che siano globali, quando invece ogni cultura ha le sue specificità. Quando si confeziona un film per farlo funzionare in tutto il mondo il pubblico lo capisce e non lo apprezza. Per piacere a tutti non si piace a nessuno.
Qualità e quantità
Bob Iger ha rallentato la quantità di film e serie TV prodotte dalla Disney per focalizzarsi maggiormente sulla qualità. Per Ted Sarandos questo non è un problema di Netflix. Non crede infatti che la produzione di una grande quantità di prodotti originali implichi anche un fisiologico calo nella qualità degli stessi. Qualità che viene valutata da Netflix in maniera diversa da come comunemente la si intende:
Definiamo la qualità dal punto di vista del pubblico. Quindi, se il pubblico ama il film, è una gran cosa. Questa è la qualità. "Irish Wish" forse non ha soddisfatto le tue aspettative [dice all’intervistatrice che aveva usato il film come esempio di scarsa qualità ndr], ma 65 milioni di persone hanno visto quel film. È un enorme successo e le persone lo adorano. I critici e le recensioni sono una cosa fantastica. Vogliamo piacere a tutti. A volte i film che facciamo non sono fatti per i critici. Ma per il pubblico che li ama.
Eppure Netflix ha diminuito nel 2023 la quantità di prodotti originali di 130 unità, un calo dopo il record del 2022 in cui sono arrivati più di 800 titoli. Sarandos continua la sua argomentazione snocciolando i numeri dei premi: otto nomination a miglior film negli ultimi cinque anni.
Competitor e tv live
Sarandos è preoccupato soprattutto da TikTok e un po’, ma non troppo, dagli altri rivali nel settore dello streaming. I principali competitor sono i social media, YouTube e i videogiochi; il valore conteso è il tempo trascorso sullo schermo.
Per questo un’altra delle rivoluzioni concettuali di Netflix sarà l’arrivo degli eventi live. Una mossa che la avvicina proprio a quella televisione da cui cercava di allontanarsi. La decisione è stata presa osservando come le conversazioni siano trainate dagli eventi globali, dall’eccitazione di vedere in contemporanea un qualcosa di importante. L’azienda proverà a prendere nuovi iscritti e a mantenere quelli già esistenti, legandosi proprio agli eventi live in esclusiva.
Ci sono titoli che fanno risultati in sala che ancora in streaming non potrebbero raggiungere? Per Ted Sarandos non è così. È convinto che film come Barbie e Oppenheimer avrebbero avuto un pubblico altrettanto grande arrivando su Netflix. Non crede che ci siano film che funzionano sulla piattaforma e altri che funzionano solo al cinema. Una cosa è certa: le cose sono cambiate, dice, suo figlio è un montatore, ha 28 anni e ha guardato Lawrence of Arabia sul suo telefono.
Fonte: Ny Times