Per godersi Deadpool & Wolverine bisogna essere molto informati sulle questioni di cinema

Deadpool & Wolverine parla al suo pubblico come se questo fosse un investitore da convincere e un esperto da conslutare

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Spoiler Alert

L’articolo contiene spoiler giganteschi su Deadpool & Wolverine. Leggetelo e poi causatevi un’amnesia se non avete ancora visto il film. 

I film dei Marvel Studios si capiscono anche se è la prima volta che se ne vede uno. Se però si ha presente la storia interconnessa, i rapporti tra i vari personaggi il divertimento è molto maggiore. Chi è esperto anche dei fumetti può goderseli al massimo, cogliendo easter egg, citazioni e omaggi vari. Per vivere appieno Deadpool & Wolverine tutto questo non basta.

Per arrivare al massimo dell’esperienza dello spettatore bisogna essere informatissimi su tutto ciò che è successo al cinema negli ultimi anni dentro e fuori Hollywood. Una conoscenza che non si ferma a quanto passato sul grande schermo, bensì entra nei rapporti tra aziende, le acquisizioni, i problemi che hanno affrontato, le mode che hanno seguito. Bisogna sapere che la Marvel è in crisi. E se non lo si sapeva, ora è diventato ufficiale perché l'ha detto persino un loro personaggio. Così come è ufficiale che Deadpool l’ha salvata, sempre secondo quello che dice il film.

Da Loki ai loghi dentro luoghi (di nessuno)

Se c’è qualcosa di profondamente commovente in due personaggi che tengono letteralmente tra le mani le linee di trama di un universo che rischia di non esserci più, si perde nel gioco “meta”, o meglio “meta-forico”, che costringe chi guarda al distacco. Deadpool & Wolverine è più ragionato e razionale di quello che il suo tono sboccato faccia credere. È un film che tratta lo spettatore come un investitore. Gli parla come in una convention aziendale un po' pazza nel momento più informale, quello in cui ci si prende un po’ in giro. Solo che a prendere il microfono e a fare le battute sono sempre i dirigenti di quell’azienda, su di giri. Le frecciate con dentro gli occhiolini possono essere veramente graffianti?

Così Shawn Levy e i Marvel Studios, che quest’anno escono in sala solo con Deadpool & Wolverine per riprendere ossigeno e provare a ripartire con il vento in poppa, ripartono dalla base. Sono loro che hanno accompagnato con il loro entusiasmo la cavalcata fino ad Endgame. È quella stessa comunità di appassionati (dove anche i più piccoli sono cresciuto per potersi vedere un film "rated R") su cui si dovrà fondare la ripartenza.

Questo proposito ha conseguenze narrative enormi. C'è una sequenza di varianti di Wolverine identiche alle versioni a fumetti che rifà gli occhi a chi gli albi li legge, ma che rimarrà solo un siparietto divertente, ma accorciabile, per chi non è in grado di cogliere i riferimenti. Ci sono i vecchi personaggi dell’epoca 20th Century Fox che ritornano. Johnny Storm, Blade, Elektra, X-23 basta conoscerli, aver visto un loro film e automaticamente si smuoveranno alcuni ricordi. 

Poi c’è Gambit, forse il personaggio migliore del film, quello mai nato, che trova nel vuoto creativo, nel libo delle idee scartate, il suo confine di esistenza. È bellissima questa idea: il creativo è colui che prende da un’altra realtà (il multiverso dell’immaginazione) le immagini che già esistono da qualche parte e le porta nella nostra. La TVA, ovvero i produttori, i supervisori editoriali e gli studi, li mandano in esilio se non credono che possano funzionare. O meglio, per usare le parole del film, se non credono che possano essere importanti nel loro universo. 

Però in nel momento dell'apparizione di Gambit la reazione della sala si divide in due: quella di chi legge le fonti di informazione cinematografica e chi no. Tra chi cioè conosce tutte le vicissitudini produttive che ha affrontato il film di Gambit e chi invece si ritrova di fronte a questo personaggio mai visto prima, con il volto di Channing Tatum, volutamente sbagliato nel costume e nell’accento, senza possedere il contesto della battuta. 

Cos'ha da dire Deadpool & Wolverine?

Sono stati fortunati i Marvel Studios: si sono ritrovati ad avere in produzione un film sul personaggio più “meta” proprio quando avevano più bisogno di parlare ai propri fan. Non è il primo e non è certo nuovo, ma è il migliore per farlo. Se infatti She-Hulk giocava a livello metanarrativo sempre in maniera irriverente riscrivendo da sé la propria storia, parlando con il proprio creatore e invadendo gli uffici Marvel, Deadpool lavora più all’esterno. She-Hulk manipola la struttura stessa della narrazione interna, il mutante chiacchierone buca lo schermo e parla all’esterno. In questo la sceneggiatura riesce bene a dosare l’immersione nella storia con il promemoria, a schermo, di stare vedendo un film. Quindi l’invito a goderselo, ma a non immedesimarsi troppo, a restare razionalmente e sensorialmente seduti in sala. A lasciare un posto libero per Deadpoool che ci raggiungerà.

Seduto accanto allo spettatore Deadpool & Wolverine trasforma in battuta le molte ore passate a leggere gli articoli sul nuovo film di Blade. Un’opera travagliatissima, che non sembra riuscire a decollare. Wesley Snipes sarà l’unico ad interpretarlo, si dice nel film. Una battuta debole per chi non è a conoscenza di vicissitudini che non sarebbero dovute nemmeno uscire dai confini degli uffici Marvel, ovvero i continui cambi in regia, sceneggiatura e le stizze degli avvocati. È invece un momento di rilascio e da applausi per chi sa. 

Deadpool guarda in camera e rende partecipi dei problemi di budget nel richiamare attori famosi, anche se nei panni di altri personaggi. Scherza con i rivali della DC che hanno trattato male il loro Superman ed emula inquadrature e atmosfere da franchise degli studi rivali, come Mad Max della Warner. Si toglie sassolini dalle scarpe, fa battute scorrette sulla concorrenza (in realtà tutte correttissime e misurate al millimetro), riassume acquisizioni e dubbi degli sceneggiatori: come onorare il successo di Logan?

Il messaggio dei Marvel Studios

Tutte cose che allo spettatore che paga il biglietto non dovrebbero interessare! Invece Deadpool è, nel bene e nel male, il personaggio che meglio racconta cosa significa fare cinema oggi. Non esiste più nel cinema mainstream la creatività pura, scollegata da tutto, che arriva allo spettatore immacolata nella sua forma finale. Oggi chi vuole avere un pubblico enorme deve anche saperci parlare.

Non ci sono più le barriere della sala, oggi il film inizia ancora prima del primo ciak con i leak, le speculazioni e le aspettative dei fan. Il pubblico ha dimostrato di poter cambiare l’aspetto di Sonic, mentre era ancora in produzione. Ha portato alla luce dal "vuoto" della DC, prima che Alioth lo divorasse, la Justice League di Zack Snyder. Ci sono fan base che odiano i prodotti che amano, più di quanto non facciano gli spettatori casuali. Ci sono content creator che fanno parodie, che sviscerano ogni inquadratura, che rimontano a modo loro i film. Tutto questo è stato assimilato da Deadpool & Wolverine.

I registi non possono fare finta di niente. Il mondo in cui si muovono è cambiato. La costruzione della cultura popolare è sempre di più un atto creativo condiviso e spiegato al proprio pubblico. Deadpool è un mercenario chiacchierone. Così Deadpool & Wolverine ha comunicato tutto il tempo al suo pubblico. Tutto questo parlare è servito però a Kevin Feige per dire una cosa: “vi abbiamo ascoltato”.

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