Pensi che Elemental sia una storia semplice? Allora analizziamo Element City!

Per scoprire la profondità di Elemental bisogna osservare la struttura architettonica di Element City e le molte domande che lascia

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Spoiler Alert

Elemental è un film d’amore tra culture diverse. Parla di accettazione e di aspirazioni personali. Invita a rompere gli argini e a seguire le proprie inclinazioni. Parla alle tante persone immigrate e ai loro figli, per rappresentare la fatica di conciliare il rispetto delle tradizioni, dei luoghi da cui si viene (il focolare gelosamente conservato al centro della casa) e le prospettive diverse date dal “nuovo mondo” in cui costruire la propria vita. 

Elemental, è stato un film difficile da decifrare quest’estate. Prima è stato accolto tiepidamente dalla critica. Poi anche dal pubblico. Sembrava avviarsi verso uno dei più grandi flop Pixar. Invece il passaparola è diventato positivo e gli ha donato una vita lunga che gli ha permesso di risollevarsi. Una delle critiche più comuni al film è quella di avere un intreccio poco originale. Due diversi si incontrano, si innamorano, si lasciano, si ritrovano. Mentre fanno ciò risolvono un problema e scoprono qualcosa di sé. Il film d’amore e di formazione ridotto all’osso e già visto da molte altre parti.

Eppure c’è qualcosa in Elemental che colpisce e che ci si porta dietro anche dopo la visione. Il film è stracolmo di dettagli. Ogni pixel è occupato da un gioco di parole, un edificio, una comparsa che si muove sullo sfondo. Eppure nei dialoghi viene detto pochissimo di punti essenziali della trama. Peter Sohn ci priva di alcune spiegazioni essenziali ma, forse, ci ha lasciato qualche indizio.

Di seguito entreremo nello specifico del film. Se non l’avete ancora visto salvate l’articolo e tornate qui dopo essere arrivati ai titoli di coda. 

Le domande di Elemental

Perché il museo in cui è contenuta la vivisteria si è allagato? Perché l’acqua continua a rompere gli argini? Come è stata costruita Element City e da chi? Perché gli elementi del fuoco vivono fuori dalla città?

Partiamo da quest’ultima domanda. La più semplice a cui rispondere, ma che ci dà conto di una profondità di pensiero non immediata, eppure ben presente nelle immagini di Peter Sohn e degli altri artisti Pixar. La città degli elementi è una traslazione simbolica dei processi in atto nel mondo reale. In Element City si può ritrovare il melting pot di New York City così come di molte grandi città cosmopolite. La diffidenza dei popoli dell’acqua, aria e terra non rappresenta però una forma di razzismo. Bensì, con una differenza sottile, ma importante, è espressione della xenofobia. 

L’avversione verso il popolo del fuoco deriva dalla paura di bruciarsi. Semplice, visivamente. Eppure molto più complesso di quanto ci si aspetterebbe. Perché dalla xenofobia discende l’impostazione urbanistica di Element City. L’acqua è al centro, ben convive con l’aria e la terra. In periferia sono confinati “i fuochi” che bruciano sulla loro terra senza rischiare di portare la loro pericolosa presenza nella città che funziona bene anche senza di loro. È il tema della marginalizzazione di sacche di società che restano in disparte rispetto ai processi economico-produttivi. Il popolo del fuoco fa lavori semplici, l’acqua e la terra si occupano della burocrazia e delle norme. Vivono in alti e lussuosi palazzi. 

Perché la città di Elemental funziona così?

C’è un dettaglio che aggiunge un altro strato di riflessione a questa storia nascosta in bella vista, quella di Element City. Come mai l’acqua è così centrale nella vita di quella società? La risposta ci è data nella prima sequenza, quella dell’arrivo degli immigrati alla stazione. Sopra il desk di accettazione ci sono tre quadri che rappresentano le tre ondate di elementi. Element City ruota intorno all’acqua semplicemente… perché quel popolo è arrivato per primo!

La seconda ondata ha portato la terra. Vediamo sullo sfondo dei quadri delle abitazioni molto diverse da quelle che si trovano nella Element City moderna. Sono palazzi ondulati come cascate. Nella terza ondata, quella dell’aria, i primi due popoli vivono in case compatibili, costruite per armonizzarsi insieme. Qui inizia il primo mistero di Elemental: il quarto arrivo, quello che ha portato il fuoco, non è mostrato. Perché è il più recente e “brucia”. È un rimosso, un evento non desiderato. Bernie e Cinder sono dei migranti climatici. La loro casa è stata distrutta da una tempesta di sabbia. Invece di provare a ricostruire in un terreno sfavorevole, cercano fortuna altrove. Il dramma del popolo del fuoco sono, non a caso, le radici.

Element City è stata costruita tutti insieme

La maestria Pixar nel mostrare un oggetto e aprire un mondo. Quando Ember cena con la famiglia di Wade si rompe una brocca. Lei prende i frammenti e li fonde in qualcosa di nuovo. Mostra il suo talento artistico. Questo è la fiamma che le brucia dentro, prima come inquietudine, poi come desiderio di partire. La madre di Wade fa notare un dettaglio importante per comprendere la storia segreta di Element City: tutta la parte nuova della città è fatta di vetro. 

Ad averla resa possibile non sono certo i benestanti acquatici, che tutt’al più hanno raffreddato il materiale. Quei palazzi, lo splendore della ricchezza del centro città, non sarebbe mai esistito senza il lavoro degli emarginati, la classe povera, “operaia”. Gli elementi del fuoco. È la generazione di Bernie e Cinder, i primi immigrati, ad aver contribuito all’evoluzione architettonica della metropoli. 

Eppure, vediamo in un flashback, la loro presenza non era accettata. Al centro della città vi è la vivisteria, ma viene da pensare che tutta la città sia stata costruita attorno a lei. Il suo fiore è infatti l’unico che si adatta a ogni ecosistema. Fuoco compreso. Eppure, per qualche motivo non esplicitato in Elemental, agli elementi di fuoco è vietato l’ingresso. 

Entriamo qui nel campo della pura teoria. Il film lancia indizi, ma non dà conferme a riguardo. Quella che segue è solo una suggestione, che potrebbe però offrire una chiave interpretativa al film o, per lo meno, uno spunto di dibattito. 

La vivisteria sommersa d’acqua

Le cose non tornano. Ember, che all’epoca era una bambina, liquida in poche parole un evento piuttosto sospetto. L’edificio contenente la vivisteria si è allagato, così lei non è mai riuscita a vedere i fiori dal vivo. L’ennesimo spazio preso dall’acqua in maniera distruttiva. Cosa è successo veramente? Azzardo un’ipotesi. 

Quando Ember entra nella bolla di Gale e riesce ad avvicinarsi alla vivisteria sommersa accade una cosa molto importante. Vicino alla luce e al calore… i fiori sbocciano. È logico: gli elementi devono convivere perché il fiore cresca sano. C’è bisogno di tutti. Il fuoco, è fondamentale quanto la terra, l’aria e l’acqua. 

Torniamo nel passato: i tre popoli sono terrorizzati dal fuoco. Hanno paura di affumicarsi, bruciarsi o bollire. Tutto Elemental dimostra che i quattro elementi, al contrario, devono assolutamente convivere insieme. Lo si sapeva già, proprio grazie alla vivisteria, dimostrazione concreta che ci si può adattare a ogni differenza. Gli elementi lo sapevano. Ma ci credevano veramente? Probabilmente no. Così il misterioso allagamento potrebbe essere due cose: o un tentativo dell’acqua di proteggere la pianta dagli “stranieri”, o una reazione al graduale appassimento della vivisteria in assenza di luce. La reazione è tipica di chi non ha il pollice verde di fronte a una pianta sofferente: più acqua e più terra. Serviva più luce.

Se mi avete seguito fino a qui in questa teoria, vi propongo un ultimo salto. Siamo nel terreno delle ipotesi, un gioco di fantasia e di deduzione, che cerca di unire i molti puntini lasciati qua e là dalla regia. Ce n’è uno grosso, un punto di domanda importante.

Perché arrivano le inondazioni?

Nel film si spiega che l’acqua, al passaggio delle navi, fa molta pressione e fa cedere almeno una diga. I sigilli messi non erano sufficienti, il popolo del fuoco viene travolto dall’acqua. Le dighe servivano a proteggerli, a creare un ambiente sicuro per loro, o a tenerli distanti? Il grande cambiamento che avviene alla fine di Elemental, quello che la città impara dall’inondazione, è che alle porte del negozio dei genitori di Ember ora ci sono elementi di ogni tipo. Gli argini si sono rotti ed è stato un bene, perché ha costretto gli abitanti a superare i confini e a sperimentare la convivenza in armonia che credevano impossibile. 

L’acqua non è buona né cattiva. È una forza naturale. Proprio come Wade i liquidi non sanno stare nel loro spazio. Tendono a infiltrarsi, a spostarsi, a irrigare la terra e a diventare vapore per poi ritornare come pioggia. L’acqua viaggia, trova la sua strada, esattamente come due ragazzi innamorati che vogliono andare incontro al loro futuro. La vicenda di Ember e Wade è semplice se la si legge come una storia d’amore. Elemental non è solo questo: è un film che si mostra a partire dalla città, dimostrando che la progettazione dello spazio ha un impatto sulla quotidianità. Costruire ponti o costruire muri è l’atto fondamentale di una società che deve decidere se mantenere l’esistente o creare qualcosa di nuovo mischiando i suoi elementi. 

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