Il peggio della settimana in tv: a Non è l'Arena vince l'abbiocco istantaneo
Il nostro impietoso commento sul peggio andato in onda sul palinsesto televisivo italiano
Non passa giorno che non ci sia almeno un Rodriguez in tv. Oggi è domenica, voi che ci state leggendo ora, accendete la tv, sicuramente c’è un Rodriguez appollaiato su qualche divano. E se non c’è, di sicuro sta per arrivare. Ma ormai si inizia il lunedì con Cecilia e Jeremias al Grande Fratello Vip, si prosegue nei giorni successivi con le ospitate dei due sulle reti Mediaset e in questa ultima settimana non c’è stata pausa neppure di giovedì, perché Belen, quella che mantiene tutta la famiglia, e Jeremias, il fratello nullafacente, ce li ritroviamo anche al Maurizio Costanzo Show. In una serata in cui, tra argomenti più leggeri, si parla di femminicidio, molestie e violenza sulle donne, la sorella maggiore si presenta con un top lingerie che poco lascia all’immaginazione, giacca e gonna bianca, insomma discreta e adatta all’occasione, come al suo solito.
Il concetto di riservatezza dev’essere del tutto soggettivo per questi figuri, altrimenti non si spiegherebbe la comparsata pure di mamma Veronica nella casa del Grande Fratello Vip nel corso dell’ultima puntata, proprio quando la secondogenita è in nomination e a rischio eliminazione, cosa che poi è puntualmente avvenuta. La signora Veronica, una matrona dall’aria poco malleabile, in diretta tv dice alla figlia di essere orgogliosa e fiera di lei e di continuare per la sua strada. Beh, per carità, i figli so’ piezz e’ core, però fa strano che un genitore sia così felice e addirittura fiero degli atteggiamenti un tantinello discutibili della propria figlia. Adesso ci manca solo di vedere il papà Rodriguez, il quinto della famiglia. Potrebbe fare un suo ingresso nella casa per concedere ad Ignazio, come si faceva un tempo, il permesso di frequentare Cecilia una volta uscito di lì. Ammesso che lei non decida di riprendersi l’ormai noto cornuto ex fidanzato dando vita ad un intrico che al confronto Beautiful ci fa un baffo.
Ma tornando in tema domenica, la sera che conclude la settimana è un momento assai insidioso per la programmazione televisiva. I tifosi di calcio e gli appassionati di fiction sanno cosa guardare, il telespettatore che ha trascorso la giornata in relax sul divano è pesantemente stordito dai programmi di intrattenimento pomeridiani, chi ha trascorso la giornata fuori vuole qualcosa di leggero con cui passare il tempo, senza dovere impegnare troppo la mente. La novità del dì di festa di questo autunno che volge verso l'inverno è rappresentata da Massimo Giletti e dal suo talk show Non è l'Arena. Dopo la cacciata dal paradiso terrestre di Viale Mazzini, che per lui si era trasformato in un inferno, il giornalista conduttore ha trovato nuova linfa vitale a La7, dove può riproporre una trasmissione molto simile a quella che conduceva nella tv di Stato, ma da cui prende le distanze a partire dal titolo. Non ci è dato sapere se nello sceglierlo Giletti abbia pensato al fortunato esempio di Non è la Rai.
In pratica dici che il tuo programma non è quello là, attirando tutti quelli a cui proprio quello faceva schifo sperando che ora, non fosse altro che per ripicca, gli stessi guardino invece il tuo, però ci pare che nelle vesti di conduttore senza peli sulla lingua ci si trovi proprio a suo agio. Il talk show non è fatto male, abbiamo atteso la seconda puntata per parlarne perché, ormai lo sapete, la prima puntata è sempre di rodaggio e quindi ci induce alla tolleranza, che però si esaurisce col passare delle settimane. In questo caso la pazienza si è persa già al secondo appuntamento. Va bene trattare un argomento scottante sotto ogni aspetto e scandagliare ogni dettaglio, però due ore trascorse a parlare della stessa identica questione mettono alla prova anche un santo e soprattutto fanno venire un sonno mortifero. Ce lo dimostra la stessa spettatrice seduta in prima fila tra il pubblico che, per la seconda settimana consecutiva, si abbiocca inesorabilmente del tutto incurante delle telecamere e del fatto di essere in uno studio televisivo. Fatali sono stati il caso Tulliani, nella prima puntata, e quella cialtronata del musical sospeso il “Divo Nerone” analizzati fino all’ultimo particolare. E se ad una crolla la testa in diretta tv, vi immaginate cosa possa succedere a noi che guardiamo, magari nel tepore della nostra casetta e con copertina d'ordinanza sulle ginocchia?
Per riprenderci ci dedichiamo allo zapping ed ecco che capitiamo su Raiuno durante il consueto intervento di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa. La comica torinese non può esimersi dal fare l’ennesima considerazione e battuta sull’esclusione dell’Italia dai mondiali, e disponendo della presenza in studio di Filippa Lagerback, svedese doc, ne approfitta per dare vita ad uno sketch che inizia con una sgradevolissima caduta di stile. La Littizzetto propone, visto il risultato calcistico, di sostituire il conduttore Fabio Fazio con la bionda Filippa, dicendo a lui che deve scendere di livello, sedersi al posto di lei e parlare solo quando le galline fanno pipì, un modo come un altro, decisamente poco carino, per fare notare che la nordica assistente non conta nulla, non ha diritto di parola e in pratica è solo una bella statuina. Quando si dice la solidarietà femminile.
Chiudiamo questo excursus tra le peggio cose viste in tv con un programma nuovo di zecca che, in termini di audience sta andando benone, anche se ci riesce davvero difficile comprendere come ciò sia possibile. The Wall, il game show di coppia condotto da Gerry Scotti e che ha sostituito il preserale Caduta Libera è una cosa che, diciamoci la verità, non si può vedere. Intanto il meccanismo del gioco è pressoché incomprensibile e si sa che se il telespettatore non capisce, di certo non si diverte. I concorrenti sembrano bombati di Prozac, eccessivamente entusiasti e festanti e ci chiediamo che avranno mai da essere tanto contenti. Ma il bello, si fa per dire, viene quando ad un certo punto quella che tra i due partecipanti si trova davanti al muro, il vero protagonista del gioco, da cui scende una palla che decide se il montepremi aumenta o diminuisce, inizia a sbraitare come un’ossessa incitando proprio quella sfera rossa, neanche avesse vita propria. Ridateci il prima possibile la botola, così se capita anche lì uno svalvolato tipo questa, sappiamo che prima o poi casca nel buco e non lo vediamo più.