Rubrica a cura di ColinMckenzie
Quando l'ho letta, nel solito giro pomeridiano su
Dagospia (tra un Travaglio e un Berlusconi), non ci volevo credere. Riporto fedelmente il lancio stampa come apparso
qui:(ANSA) - - Nel weekend di esordio nelle sale, ’Carnera, la montagna che cammina’ e’ il primo film italiano al box office. E’ un film-emblema, si puo’ dire, della forza, tuttora competitiva, del made in Italy nel settore cinematografico. ’Il risultato ci riempie di soddisfazione’ ha detto il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Marra, presidente del gruppo Gmc e coproduttore del film con Mediaset-Rti e Martinelli Film Company.
Ora, come detto in apertura di articolo, falsificare dei dati per poter promuovere un secondo posto non è una pratica encomiabile, ma almeno ha un senso logico. Invece, soltanto in Italia il produttore di un film costato (si dice, forse anche di più) sei milioni di euro e che ha fatto (lo ricordo per chi non lo sapesse) 137.000 euro nel suo primo weekend, con una media per sala di 565 euro per schermo (quindi, circa 6-7 spettatori a proiezione), può parlare di un "risultato che ci riempie di soddisfazione". Ora, se negli Stati Uniti qualcuno osasse esaltare certi dati, verrebbe sbeffeggiato sonoramente da molti giornalisti e perderebbe la voglia di fare lo spiritoso. Da noi, invece, non solo l'Ansa, ma anche l'Adn Kronos possono riprendere un comunicato stampa del genere, che poi spinge tanti siti di cinema e generalisti (in cui evidentemente il copia e incolla è una pratica imprescindibile) a pubblicare certe cose senza un minimo di pudore. Peraltro, la Adn Kronos (non si sa se in maniera autonoma o se 'imbeccata' sempre dal comunicato stampa) ha anche scritto "Carnera è sesto tra i blockbuster, dietro ai cinque più attesi film americani". Nulla da dire sui primi quattro titoli in classifica, ma che Mongol, quinto, sia un 'film americano atteso' e non una pellicola russa candidata agli Oscar per il miglior film straniero, risulta una rivelazione. Ovviamente, è difficile vantare il successo di Carnera evidenziando che ha fatto praticamente la metà di una pellicola d'autore russa, quindi Mongol facciamola diventare americana e non se ne parli più.
Certo che se "la forza del made in italy nel settore cinematografico" è dovuta non ai risultati, ma ai dispacci di agenzia, stiamo messi male...Discutiamone nel Forum