Paolo Mereghetti ha visto la luce?
Come John Belushi in Blues Brothers, anche il critico del Corriere della Sera deve aver avuto una rivelazione fulminante e ora afferma di odiare gli spoiler dei finali. Ma sarà vero? E parliamo anche della questione critici vs. blogger...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Rispondendo proprio a un commento di Angier, Mereghetti scrive "concordo però pienamente con Angier quando se la prende con chi 'spoilera pesantemente sul finale'". Ma questo è una rivoluzione, Mereghetti contro gli spoiler? Sarà il caso di ricordare, giusto per i più distratti, qualche impresa del nostro eroe. Recentemente, non si è preoccupato minimamente di rivelare la fondamentale sorpresa di metà film (della serie, ma tanto non è il finale...) di The Reader, pellicola di cui praticamente ha scritto tutta la trama. Ma il meglio ovviamente è avvenuto con Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, di cui Mereghetti aveva raccontato tutti gli eventi del film, a parte il matrimonio conclusivo. Peraltro, non comprando l'edizione cartacea del Corriere, probabilmente mi sono perso tante altre perle di questo tipo. Ci si chiede a questo punto se il critico odia soltanto gli spoiler sugli ultimi cinque minuti o se magari in futuro potremo evitare cose del genere anche per il resto di una pellicola.
Comunque, altri estratti del pezzo di Mereghetti risultano quanto mai interessanti. Per esempio, questo: "Abbondano le accuse della poca professionalità dei critici della carta stampata, tutti più o meno corrotti e autoreferenziali, [...] ma chissà perché senza fare nomi e cognomi e soprattutto senza portare prove concrete". Mah, oddio, a me era sembrato in questo pezzo, tanto per fare un semplice esempio tra tanti a mia disposizione, di aver fatto nomi e cognomi, tra cui quello di Mereghetti Paolo. Tanto che, spinto da un inutile senso di correttezza, gli avevo anche mandato una mail per sapere se voleva, come suo diritto, controbattere (e lo stesso avevo fatto con altre persone citate). Risultato? Nessuna risposta. Non sarà quindi che, quando le accuse sono circostanziate e precise, con tanto di nomi e cognomi, si svicola e si preferisce evitare il dibattito, che per molti critici (non solo Mereghetti), consiste soltanto nello scrivere un pezzo senza far partecipare nessuna voce fuori dal coro (altro che cineforum tanto rimpianto)?