Premio Archivio Videoludico 2016 - Una panoramica sul premio per le migliori tesi sul videogioco

Anche quest'anno l'Archivio Videoludico istituisce il Premio Archivio Videoludico, per le migliori tesi dedicate ai videogiochi

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Sin dalle origini, l'Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna ha lavorato sul doppio fronte della conservazione e dello studio del medium. Conservare il videogioco significa non solo garantirne la sopravvivenza e l'accesso da parte di studiosi e appassionati, ma anche creare i presupposti per dare vita a percorsi di analisi che valorizzino ciò di cui il videogioco si fa veicolo: storie, narrazioni, meccaniche, linguaggi.

Dall'originario fondo dei giochi alla nascita del Premio AV il passo è stato breve. Per riconoscere l'impatto sociale e culturale del mezzo è necessario comprenderlo, analizzarne le caratteristiche. Incentivare la ricerca in ambito universitario è stato uno degli obiettivi che ha guidato nel 2011 la creazione del Premio Archivio Videoludico, inizialmente noto come Premio Wired per le migliori tesi di laurea sul videogioco. Nelle scorse settimane è stato lanciato il bando dell'edizione 2016, che ancora una volta si rivolge a tutti gli studenti italiani che si siano laureati con una tesi a tema videoludico. Il Premio è promosso dall'Archivio, in collaborazione con la Cattedra di Semiotica dei Nuovi Media, con il patrocinio del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell Università di Bologna e di AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani).

[caption id="attachment_156303" align="aligncenter" width="600"]Premio AV immagine Un momento dalla cerimonia di premiazione del 2011[/caption]

Le tesi che hanno partecipato alle varie edizioni del Premio sono state in parte catalogate, previo consenso degli autori, e rese disponibili per la consultazione all'interno della Biblioteca Renzo Renzi della Cineteca. Quel che colpisce è la varietà degli approcci e dei temi trattati nel corso degli anni. Anche solo limitandosi a una veloce panoramica sui vincitori delle varie edizioni, emergono prospettive molteplici e sfaccettate. Nel 2011, a vincere la prima edizione del Premio, è Davide Mancini. La sua tesi (Over The Game - Il videogioco come mitologia contemporanea. Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione) parte dal presupposto che il videogioco possa essere letto come mitologia contemporanea. Le narrazioni multimediali e interattive sono una "naturale evoluzione dei processi mitopoietici che accompagnano l'uomo sin dalle sue origini". Come cinema e letteratura, il videogioco nasce per raccontare storie, ma come il mito non è quello il fine ultimo: "il senso del videogioco sta nelle relazioni che mette in moto durante la performance, le sessioni di gioco, nel produrre esperienze che definiscono interi universi e veicolano sensi e temi in maniera stratificata". Il videogioco rappresenta la diffusione della tradizione mitica: parla il linguaggio della cultura convergente ma pensa come un mito.

Nel 2012 è il turno di Adriana Chiabrera (Gioco imparando. Progettazione e realizzazione di un videogioco didattico per bambini per la sensibilizzazione sulla raccolta differenziata. Politecnico di Torino, Facoltà di Ingegneria dell'Informazione, Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione). La tesi, particolarmente apprezzata per la trasversalità dell'approccio e la concretezza della ricerca, è strutturata come un diario di lavoro e segue le fila del progetto di realizzazione di un serious game sulla raccolta differenziata (realizzato in versione demo dall'autrice): analisi del target, contestualizzazione dei titoli educativi e problematizzazione dei dati di mercato.

Primo classificato del 2013 è Dario Giorgetti (Final Fantasy VII. Evoluzione dei giochi di ruolo giapponesi dalle origini al boom internazionale. Università Ca' Foscari Venezia, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Corso di Laurea Specialistica in Lingue e Civiltà dell'Asia Orientale). Il suo elaborato, dedicato all'analisi del gioco di ruolo, racconta come il genere, dopo essersi diffuso negli Stati Uniti, abbia varcato i confini nipponici e di come esso sia mutato nella retorica e nelle atmosfere. A spiccare, in particolare, è l'inedito e approfondito utilizzo delle fonti giapponesi.

Nel 2014 ad aggiudicarsi il Premio AV è per la prima volta, uno studente dell'Accademia di Belle Arti, Massimiliano Zinnanti (Incarnation. La conversione del sacro e il Pantheon digitale nel medium videoludico. Accademia di Belle Arti di Venezia, indirizzo Pittura, diploma di I livello). Il suo lavoro rappresenta il risultato di un'intensa ricerca iconografica, tra arti visive e videogioco, capace di far emergere citazioni, ispirazioni, rimandi applicati all'universo del divino e alla deificazione dei corpi videoludici.

Questo breve excursus si conclude col vincitore dell'edizione 2015, Paolo Nosenzo (Estetica e storytelling negli indie game. Università di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Cinema e Media). L'autore tenta di problematizzare la definizione di indie game, di catturarne l'evoluzione e la complessità La scena indipendente viene analizzata dal punto di vista produttivo, tematico ed estetico. Attraverso un vasto corpus di testi analizzati, l'autore identifica uno stile indipendente e ne definisce correnti ed elementi distintivi.
C'è tempo fino al 12 settembre per partecipare alla nuova edizione del Premio AV. Il vincitore verrà proclamato a metà ottobre a Milano, in occasione dell'edizione 2016 di Milan Games Week.

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