Pam & Tommy: come è andato veramente il furto del sex tape e cosa c’è di vero nella serie?
L'assurda storia vera di Pam & Tommy raccontata con ordine: dal furto del sex tape alle denunce verso ignoti fino alla resa finale.
Fantasie autocritiche a parte, l'autobiografia è una delle fonti principali su cui si è basata la ricostruzione degli eventi da parte di Rolling Stone. In un articolo del 2014 raccontava infatti nel dettaglio e con minuziosa cura tutta la cronologia dei fatti su cui si basa la serie.
Gauthier non riesce a lasciarsi alle spalle il fatto e organizza un' elaborata vendetta. Decide di rubare l’enorme cassaforte che aveva visto in casa, senza sapere bene cosa avrebbe potuto contenere. Trascorre un intero anno, il 1995, elaborando un modo per entrare di nascosto. Arrivò così all’assurda, ma funzionale, conclusione di travestirsi come il cane della coppia per eludere le videocamere di sorveglianza. Il colpo riuscì alla perfezione. Come si dice: il miglior furto non è quello che viene realizzato ma quello di cui nessuno si accorge. E la coppia ci mise almeno un anno per notare che qualcosa era sparito dalla loro casa. La cassaforte conteneva non solo gioielli e denaro ma anche quello che sarebbe diventato il bene più prezioso: il sex tape della coppia.
Il video era caduto in mani esperte perché Gauthier, con un passato da pornoattore (ha recitato in 75 film per adulti), aveva alcuni contatti all'interno dell’industria. In quegli anni la pornografia stava vivendo anni di boom grazie alle videocassette. L’uomo era stretto amico di Milton Ingley che possedeva uno studio di produzione hard. Mostrò il filmato per primo a lui. Ben consapevoli che quello che stavano facendo era oltremodo illegale decisero di distruggere l’originale cassetta Hi8, eliminando così le prove del furto, e fecero alcune copie da vendere.
Dovevano cercare un distributore. Tutti ne riconoscevano il potenziale economico, si tiravano però indietro dal momento che, non avendo un esplicito accordo di distribuzione con i due "protagonisti" erano particolarmente vulnerabili dal punto di vista legale. Stando a quanto testimoniato da Gauthier pare che arrivò un compratore straniero disposto a sborsare milioni di dollari che Ingley rifiutò, convinto che il tape ne valesse molti di più.
La chiave di volta arriva con la famiglia Peraino, uno dei nomi più rilevanti nel mondo dei film per adulti in quegli anni (era loro la distribuzione di Gola Profonda nel 1972). Decisero comunque di non arrischiarsi nella diffusione del sex tape. Diedero invece cinquanta mila dollari a Ingley per organizzare una sua distribuzione autonomamente tramite internet in cambio di una percentuale sui profitti. Nessuno streaming, in quegli anni l’infrastruttura tecnologica ancora non lo permetteva, ma una sorta di mercato nero con transazioni private condotto su alcuni siti dai domini eloquenti (pamsex.com, pamsextape.com). Dentro venivano fornite istruzioni per inviare il denaro e ricevere per posta una copia del video.
Un sistema che funzionò alla grande… solo per poche settimane. Colpa dell'arrivo sul mercato delle copie delle copie. Il sex tape di Pam & Tommy si diffuse più velocemente di quanto potesse essere controllato. I giornali scandalistici erano alla disperata ricerca di immagini della coppia. La VHS aveva un valore inestimabile per il chiacchiericcio. Nel dicembre del 1995 il Daily Mail ne parlò per la prima volta. La coppia, che non si era ancora accorta del furto, venne così a conoscenza del filmato. Ci misero un altro paio di mesi per scoprire la scomparsa della cassaforte. Nel marzo del 1996 intentarono una causa contro ignoti, o meglio contro tutti coloro che ne possedevano una copia.
Tra gli imputati vi era anche la rivista Penthouse, che aveva descritto le scene più scottanti, inserendo anche i dialoghi (!) e le immagini rubate che erano già state pubblicate in precedenza. Il giudice fece cadere le accuse: non si può citare in giudizio una rivista per la pubblicazione di un qualcosa che non ha ancora pubblicato. Siccome le immagini includevano Pamela Anderson che si fumava una canna, nonostante avesse detto l’anno precedente che non faceva uso di droghe, la registrazione andava considerata una notizia, e quindi se ne poteva parlare. Penthouse non pubblicò però mai la cassetta.
A Gauthier e Ingley le cose non andavano bene: gli affari si erano spenti in poco ed erano pieni di debiti e inseguiti da Peraino che voleva vedere i primi ritorni sul suo investimento. Ormai i siti copia erano così tanti che i profitti per i due erano limitatissimi.Gauthier ripagò il debito lavorando come picchiatore per Peraino, Ingley se ne andò lontano da New York.
Entra in scena un’ultima figura chiave: Seth Warshavsky, un pioniere del web di soli 25 anni. Sviluppò una versione primitiva di servizio streaming a pagamento che utilizzava per diffondere contenuti erotici. Nel 1997 uscì con la notizia che avrebbe trasmesso il filmato sul suo sito. Voleva solo pubblicità che gli avrebbe portato l’inevitabile denuncia, che mai arrivò.
A sua sorpresa riuscì a mostrarlo per cinque ore in loop facendo infuriare Tommy Lee. Cercarono così un accordo, sfiniti da una storia che si protraeva da troppo tempo. Warshavsky poteva così darei il video agli abbonati al suo sito e fece un accordo con Vivid Enrertainment per produrre copie in più formati (anche CD-ROM). Il sex tape di Pam & Tommy arrivò così nei negozi per adulti di tutto il mondo. Sebbene i due protagonisti neghino di ricevere dei profitti dalle vendite, molti ritengono che la firma dell’accordo privato abbia in realtà garantito dei dividendi alla coppia. Il resto è storia.
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Fonte: Rolling Stone