Outriders, un piacevole e positivo primo contatto | Speciale

In attesa della recensione, prime considerazioni sparse su Outriders, il nuovo sparatutto con elementi RPG di Square Enix

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Il problema più grande di Outriders è che non fa nulla per evitare di essere frainteso. La stessa Square-Enix, a dirla tutta, ci ha messo del suo per lasciare dubbi e perplessità nell’appassionato che ha faticato enormemente a farsi un’idea precisa sulla produzione, una confusione solo parzialmente attutita dalla demo rilasciata solo pochi giorni prima della release ufficiale del gioco, avvenuta il primo aprile scorso.

Un GAAS? Uno sparatutto vecchia scuola? Una sorta di spin-off di Final Fantasy condito con una buona dose di polvere da sparo? Tanti dubbi e poche certezze, dovute ad una campagna marketing notevole per un titolo di tali ambizioni, ma comunque poco efficiente nel fare leva sui giusti punti.

Se non stiamo discutendo del gioco con una pronta e tempestiva recensione è solo perché, come accade spesso in questi casi, i server sono letteralmente esplosi al day one e nei giorni immediatamente successivi, rallentando, come prevedibile, i lavori in corso. Eppure, ci tenevamo comunque a farvi avere un parere a caldo, frutto comunque di molte ore passate in compagnia di Outriders, ore che, lasciatecelo dire, si sono consumate con insospettabile velocità, ipnotizzati come siamo stati dalla sequela di missioni a cui abbiamo preso parte quasi senza rendercene conto.

La produzione Square-Enix ha due grandi pregi: non si prende troppo sul serio, titilla le pulsioni più istintive e basilari dell’utente armato di pad. Che non sia e non voglia essere un tripla A lo abbiamo capito già da tempo, eppure non ci saremmo aspettati una tale cura ed attenzione in certi dettagli. La trama è coinvolgente, si sviluppa una discreta lore attorno a questo mondo alieno dannatamente ostile, graficamente, sia su PlayStation 5 che su Xbox Series X, ci siamo goduti uno spettacolo non certo abbagliante, ma di sicuro degno di definirsi tale.

Outriders screenshot

Inoltre, inaspettatamente, si tratta di uno sparatutto in terza persona dannatamente immediato, frenetico, movimentato.  Partendo da un hub in cui non mancano negozi, luoghi in cui personalizzare il proprio avatar e (pochi) personaggi con cui scambiare quattro chiacchiere, location che cambieranno nel corso dell’avventura principale, potrete accettare missioni principali e secondarie.

Nonostante la vocazione al multiplayer cooperativo, fino a tre giocatori, Outriders è vincolato ad una trama ben definita e anche ottimamente scritta, fattore che di fatto lo sgancia (quasi) completamente dalle meccaniche classiche di qualsiasi GAAS. Per quanto il matchmaking permetta a chiunque di giocare con chiunque, all’inizio della partita dovrete comunque selezionare il capitolo della storia da cui l’host darà il via ai giochi.

I primi minuti in compagnia della produzione Square-Enix, si passano insomma ad ammirare il panorama, ora dai tratti post-apocalittici, ora che si apre a scorci naturalistici di rara bellezza; oltre che a prendere dimestichezza con un gunplay non perfetto, ma divertentissimo. Come in un qualsiasi Gears of War sulle prime sfrutterete ogni copertura. Capita di incastrarsi ogni tanto, o di sbucare fuori involontariamente, segno di un sistema di controllo non perfetto, ma sparare regala una sincera soddisfazione, soprattutto considerando che barre di salute e punteggi renderanno sempre visibili i danni inferti ai nemici.

Guai però ad immaginarsi battaglie da trincea. A differenza della saga che fu di Epic Games, raramente in Outriders si resta fermi troppo a lungo nello stesso posto. Soprattutto selezionando una classe efficace a corta distanza, come il Mistificatore o il Distruttore, si passa molto più tempo di quanto ci si possa immaginare a correre mentre si spara, spostandosi liberamente in ampi spazi aperti.

Gli Outriders non sono solo ottimi incassatori, ma spesso e volentieri il recupero di punti vita è vincolato all’abbattimento di nemici o all’utilizzo di tecniche speciali, feature del gameplay che vi spingerà ad essere più sfrontati del solito.

Inoltre, come accennato, le stesse skill del personaggio incentivano la frenesia di ogni scontro, oltre che la coordinazione con gli eventuali compagni di squadra. Spesso e volentieri, oltre a tanta carne da macello da eliminare senza fare troppi complimenti, si paleserà un nemico particolarmente difficile da abbattere, anch’esso dotato di mosse speciali con cui tenterà in tutti i modi di abbattervi. Contro questi nemici dovrete spostarvi di continuo lungo il campo di battaglia e combinare i poteri per dare vita a combo devastanti. La stessa I.A. dei nemici, del resto, è sufficientemente sviluppata da consentire agli avversari ripetuti fiancheggiamenti, ulteriore fattore che vi costringerà a non fare troppo affidamento su ripari e coperture varie.

Outriders screenshot

Ne viene fuori un’esperienza dannatamente indiavolata, in un turbinio di uccisioni, veloci scariche di proiettili e poderosi attacchi combinati che, per l’appunto, non vi faranno percepire correttamente lo scorrere del tempo.

Come detto, già in questo primo contatto Outriders non ci è affatto parso un prodotto perfetto. Level e mission design non brillano certamente per originalità e il sistema di controllo di tanto in tanto perde qualche input, soprattutto su PlayStation 5 dove l’analogico ci è sembrato molto meno preciso rispetto al collega su Xbox Series X.

Eppure siamo sopravvissuti fino al livello 15, raccolto tonnellate di loot e completato più di una ventina di missioni in un batter d’occhio, persino incuriositi da una trama che pur non settando nessun nuovo standard del genere, ha il grande pregio di essere sufficientemente interessante e misteriosa quanto basta.

Dobbiamo ancora scoprire cosa ci riservi l’endgame e fare luce su qualche altro aspetto del gameplay prima di poterci esprimere con un giudizio finale e definitivo. Di sicuro, dopo i problemi dei primi giorni, anche il netcode pare solido e affidabile. Una bella rassicurazione per un gioco che funziona benissimo da soli, ma che dà il meglio quando si è in compagnia.

Restano insomma ancora molti dettagli su cui sbilanciarsi, ma, in attesa della recensione, possiamo già affermare con certezza che Outriders non è un disastro, ma, anzi, uno sparatutto con elementi RPG davvero interessante e divertente.

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