Oscar 2023: gli esclusi che invece meritavano una nomination 

Come sempre le nomination ai premi Oscar scontentano qualcuno. Anche quest'anno ci sono degli esclusi eccellenti, ecco quali secondo noi

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Ogni anno, all’arrivo delle nomination degli Oscar, si registrano sentimenti contrastanti di entusiasmo e sconcerto. Fa parte del gioco e di un’onorificenza che, soprattutto negli ultimi anni, si è fatta interprete dei sentimenti comuni e delle tendenze del cinema. Un premio Oscar nasce da fattori complessi: pressioni degli studi, composizione della giuria, andamento generale dei titoli negli altri premi, problemi di reputazione che possono affossare i film e molto altro. Non senza polemiche, come potete leggere qui di seguito.

È normale quindi che ci siano alcuni esclusi illustri, altri titoli che avrebbero meritato una nomination (o addirittura un premio) tristemente ignorati dall’Academy. Ne abbiamo raccolto qualcuno, osservando soprattutto quelli già usciti in Italia. Perché gli Oscar sono un premio sulla qualità ma non solo i film candidati meritano di essere visti. 

Esclusi dai premi tecnici degli Oscar 2023

The Northman doveva essere il film che avrebbe portato Robert Eggers al grande pubblico e nel cuore dell’industria (ovvero il blockbuster). È stato un “non disastro” per parafrasare le dichiarazioni dei diretti interessati. Innegabile però che sia andato molto sotto le aspettative al botteghino. Questo potrebbe avere inficiato le sue possibilità di nomination. Un vero peccato perché The Northmanè estremo, ma è anche girato benissimo. A livello tecnico è pazzesco, ha scene d’azione ed effetti visivi integrati un gran bene, suoni avvolgenti e un montaggio che fa parte dello spettacolo. 

Sconcerta allo stesso modo che non si sia riusciti a trovare uno spazio per Athena. Film di Romain Gavras molto discusso eppure incredibile da vedere. Il piano sequenza iniziale è pazzesco, per capire come è stato fatto non si può fare altro che chiederlo al regista (cosa che abbiamo fatto). 

Insieme a lui avrebbe meritato anche Nope. Il film di Jordan Peele è infatti originale, graffiante, e un nascosto ma sentitissimo omaggio al cinema! Gli effetti speciali, il suono sono allo stato dell’arte. Anche la sceneggiatura originale avrebbe meritato una lettura più attenta. La sensazione è che non sia stato veramente capito oltre la sua patina da horror fantascientifico. A ben guardare affronta importanti tematiche sociali in una maniera ancora più sottile e raffinata dei suoi precedenti film.

Tanto rumore per nulla

Apollo 10 e mezzo ha fatto carte false per essere eleggibile. Essendo girato con la tecnica del rotoscopio non era stato considerato inizialmente come film di animazione. Sentenza ribaltata in extremis ma (o forse proprio per questo) non è entrato nella cinquina.

Escluso anche Rumore Bianco. Il gradevole film di Noah Baumbach avrebbe potuto competere nelle categorie come sceneggiatura, fotografia o attori. Una scelta insolita quella di escluderlo soprattutto perché lavora sulla sensazione di angoscia e di morte imminente. Praticamente elabora le ansie degli anni appena trascorsi. Solitamente Hollywood ama molto chi cattura il sentimento collettivo e ne fa film.

Sarebbe stato ipocrita premiare Anche Io? Forse. Il film è fatto da Hollywood contro ciò che l’industria stessa aveva fatto con il silenzio complice dei pezzi grossi. Però il film di Maria Schrader si muove nella zona di Il caso spotlight e Cattive acque. È un thriller d’inchiesta rigoroso che riesce a non banalizzare le testimonianze. Le accumula una sopra l’altra riuscendo a caricare l’indignazione e insieme a comunicare il terrore delle donne vittime di Harvey Weinstein. Lui resta quasi sempre lontano dalle inquadrature. Eppure si sente costantemente la sua presenza e il suo fiato sul collo. Bellissimo!

Tematiche care agli Oscar

Abbiamo molto amato Decision to leave, come potete leggere dalla nostra recensione. Park Chan-wook avrebbe dovuto competere con gli altri titoli nel miglior film straniero. Ma quale escludere dalla cinquina?

Avrebbe meritato uno spazio anche Saint Omer, opera prima di finzione di Alice Diop che affronta una storia pazzesca. Una donna rea confessa di infanticidio è al banco degli imputati. Noi siamo osservatori esterni, insieme a un personaggio che si fa immagine della regista. La osserviamo, la giudichiamo e infine entriamo in empatia con lei. Una riflessione sul mondo femminile, sulla cultura e sulla complessità che non lascia scampo. 

Anche Gli orsi non esistono era da valorizzare. Sicuramente per il suo valore intrinseco, in aggiunta al rischio di vita che sta correndo il regista Jafar Panahi e al rischio che ha corso per fare avere al mondo questo splendido film. 

The Woman King invece ha promesso di essere un outsider per mesi. Amatissimo in patria è stato però freddamente ignorato. Almeno nelle categorie tecniche avrebbe meritato. Viene da pensare che il suo posto sia stato preso da Black Panther: Wakanda Forever.

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