Ormai incassano solo i film d'animazione e noi italiani facciamo PAPmusic

L'animazione sta diventando una delle poche sicurezze post-Covid al botteghino, e noi concentriamo energie e risorse in progetti come PAPMusic...

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Il Bad Movie della settimana è PAPmusic - Animation for Fashion, al cinema dal 26 settembre

Premessa

L'animazione sta sorpassando l'horror come sicurezza al botteghino italiano post-COVID-19. Inside Out 2 ha portato a casa da noi “solo” 46.396.299 euro con oltre sei milioni di presenze. Si trova al momento al numero 1 nella stagione 2023/2024, battendo C'è ancora domani di Paola Cortellesi. Cattivissimo Me 4 ha annoiato le nostre famiglie come alcuni critici? Non pare proprio, visto che nel Bel Paese ha racimolato oltre 16 milioni di euro. Miyazaki? Il ragazzo e l'airone ha complessivamente ottenuto quasi 7 milioni di euro, dati Cinetel. Stanno inoltre crescendo esponenzialmente gli spettatori di opere più di nicchia come il dramma sportivo The First Slam Dunk di Takehiko Inoue, che nonostante l'uscita ridotta nel 2023 raggranellò quasi 600 mila euro. Una cifra che un tempo sarebbe stata impossibile da immaginare per quel tipo di offerta. Il piccolo, poco significativo, Ozi - La voce della foresta? Zitto zitto quasi 200 mila euro dal 19 settembre. Transformers One solo nelle anteprime 160 mila euro. Vedremo dove lo troveremo in classifica lunedì 30 settembre dopo l'uscita massiccia in tante sale datata 26 dello stesso mese.

Insomma, l'animazione tira. Tutta. Nazional-popolare, d'autore, manga, ecologica, sofisticata, tedesca, spagnola, originale, sequel e reboot. Settimana prossima potrete ribeccare su grande schermo quella vecchia volpe di Sylvain Chomet, dell'incredibile Appuntamento a Belleville (2003), nella intro sublime di Joker: Folie À Deux di Todd Phillips. E noi italiani come ci comportiamo di fronte a questo dato certo del potere commerciale del cartone animato? Ci eclissiamo dalla lotta, non sistematizziamo autori come Alessandro Rak, distribuiamo malissimo Enzo D'Alò e ovviamente non riusciamo a produrre il canto del cigno di un maestro come Bruno Bozzetto (poi quando ci lascerà, preparatevi a leggere le solite, insopportabili lacrime di coccodrillo). Aspettiamo come unica soluzione possibile Zerocalcare in versione lungometraggio con la regia “tecnica” del bravo Giorgio Scorza. Da Giuseppe Squillaci e Lorenzo Ceccotti sono venuti fuori gli scattanti disegni in movimento nippo-napoletani dentro Il segreto di Liberato di Francesco Lettieri, arguto videoclipparo autore di questo bel documentario co-diretto con Giorgio Testi. Ha incassato oltre un milione di euro e gli inserti animati di Squillaci e Ceccotti sono dolci e sgangherati al punto giusto.

Insomma, noi i talenti ce li avremmo, ma proprio non riusciamo a prenderci un pezzettino della torta non piccola che si spartiscono Pixar, Illumination & Co. Dov'è la nostra élite in campo audiovisivo? Che fa? Esiste una linea culturale e strategica? Un genere che spopola al botteghino in questi tempi down per il box office dovrebbe richiamare maggiori attenzioni da chi compone la comunità cinematografica. Produciamo pochissimo. Anche se al momento c'è un nostro cartoon in sala, uscito il 26 settembre.

PAPMusic

Il film di Roberta Galli è costato 4.3 milioni di euro e ha ricevuto due “aiutini” statali. Un tax credit da 1.591.682,40 euro nel lontano 2021. Dei contributi selettivi per 200 mila euro nel 2023. I contributi selettivi furono erogati dall'ex Commissione, decaduta questa primavera. E sempre secondo i dati del ministero, è già in lavorazione un sequel, PAPmusic 2 - Il lancio di produzione, che costerà 5.6 milioni di euro e avrebbe già ricevuto 2.1 milioni di credito di imposta.

Già ai titoli di testa, che sembrano non finire mai, pare che gli autori vogliano metterci in crisi chiedendoci se quello che staremo per vedere sarà un film sulla moda, un documentario o un reality show. Che domande senza senso. Ovvio che sarà un film. I personaggi sembrano usciti dalla serie The Sims della Electronic Arts. Siamo in una casa di moda già ricchissima e gigantesca, a due passi dal Duomo di Milano, tutta vetrinata e inquadrata come se ci trovassimo dentro un'edizione di SimCity. Niente da fare: gli autori devono essere dei patiti dei videogiochi di simulazione con look di 20 anni fa. Dentro la sede di PAPMusic si creano vestiti ed è proprio in questo luogo che il Dottor Intuitivo vedrà nascere l'amore tra la stilista di punta, Lei, e il nuovo direttore commerciale, Lui. Sono i loro veri nomi, avete letto bene. Le signore in questo cartoon spesso hanno seni prosperosi con scollature vertiginose, gli uomini a volte devono nascondere erezioni, la segretaria Mamita ogni tanto fa i tarocchi e i cani defecano parlando in siciliano. L'Italia oltre Milano? Pare esista una connection quasi malavitosa tra Roma (gli uffici si trovano dentro il Colosseo), Pompei (qui sembra che gli autori abbiano avuto una premonizione circa lo scandalo Boccia-Sangiuliano scoppiato questa estate) e Venezia.

Sembra Civil War di Garland: Lazio, Campania e Veneto già belli infingardi e in piena ostilità con la Lombardia stilosa dei personaggi di PAPMusic. Raccontando amorazzi (Lui e Lei avevano fatto sesso occasionale, ma Lui si era poi imboscato), corsa contro il tempo (urge la nuova linea di abbigliamento affidata alla creatività di Lei che copia Thriller di Michael Jackson) e balletti, in meno di 90 minuti, grazie al cielo, questo stillicidio finisce. Non prima di aver sentito frasi come: “Senza l'amore è difficile trovare l'ispirazione”. Qualche domanda sorge spontanea.

Conclusioni

Perché? Come è stato possibile erogare a livello statale anche solo un centesimo di euro nei confronti di un'opera del genere? Speriamo che la nuova Commissione per i contributi selettivi, appena scelta dal Ministro Giuli, sia in futuro meno “pap” e più lucida. Tornano ancora più angoscianti di prima le solite ossessioni. Questa è l'animazione italiana che va in sala? Possiamo permetterci in questo momento storico di concentrare, in anni, denaro e risorse per progetti come PAPMusic? La risposta è: certamente. Libera arte in libera impresa. Peccato che non pensiamo sia la strada giusta. Né per Lui né per Lei. E soprattutto per Noi.

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