Orange Road: Ricordi Segreti

Nell'ultima light novel di Orange Road, Kyosuke dovrà affrontare dei Ricordi Segreti e cercare di sventare Il Sorriso Stregato degli Angeli

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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La terza light novel della serie Shin Orange Road si distingue dalle precedenti innanzitutto per la struttura: non più un'unica storia lunga, ma due avventure distinte, ognuna delle quali potrebbe essere adattata in un OAV. È un peccato perché, dopo due trame ad ampio respiro, questa scelta sembra voler proporre qualcosa di meno ambizioso, nonostante la buona riuscita dei libri precedenti.
Cambia anche lo stile delle illustrazioni a corredo del testo, non più affidata all'autore originale della serie Izumi Matsumoto, ma a Takayuki Goto che si era già occupato del character design del film ...e poi, l'inizio di quell'estate...

Ricordi Segreti comincia con un incipit sensazionalistico: Madoka rimane sconvolta dopo aver visto per la strada "il primo uomo ad averla vista nuda". Ma l'uomo dovrebbe essere morto... si tratta quindi di un fantasma?
Purtroppo, esattamente come in diversi episodi del manga, la storia si basa su un equivoco eccessivamente ingigantito, non solo dai personaggi ma anche dell'autore, che lo presenta al lettore con termini che non corrispondono a quella che poi si rivelerà essere la realtà
Shujiro Mishima è infatti il capo della banda di motociclisti di cui faceva parte anche Madoka alle scuole medie; la ragazza all'epoca era innamorata di Shujiro e per consolarlo cercò di fare colpo su di lui togliendosi i vestiti e rimanendo in sottoveste, ma "quasi nuda" non equivale a "nuda" e non succederà nulla tra i due, come invece il prologo vuole farci credere, insinuando che ci sia stato un altro uomo nella vita di Madoka prima di Kyosuke. Per sette anni Madoka crederà che Shujiro sia morto in uno scontro tra bande rivali, per cui Kyosuke, indagando di nascosto, cerca di scoprire chi sia il fantasma e per farlo viaggia nel tempo col supporto di Hikaru. Già, Kyosuke si fa accompagnare da Hikaru, pur sapendo quanto la sua vicinanza la faccia stare male. Inoltre gli rivela dei suoi poteri ESP, salvo poi cancellarle la memoria a fine avventura.
L'utilizzo dei poteri sovrannaturali di Kyosuke si prende fin troppe libertà, visto che il ragazzo si teletrasporta addirittura da una città all'altra senza troppa fatica, viaggia ripetutamente nel tempo (quando finora era riuscito a farlo viaggiare solo nonno Kasuga con un certo sforzo) e addirittura cancella la memoria delle persone, abilità mai sfruttata prima e che se avesse avuto lo avrebbe tolto d'impaccio in molte situazioni problematiche del triangolo amoroso. È un peccato perché, nonostante il racconto cerchi una continuità con il passato utilizzando alcuni dettagli delle light novel precedenti, cade in contraddizione: ad esempio ritroviamo il proprietario dell'ABCB Café che conosciamo bene, quando nel primo libro era infatti stato rivelato che avesse venduto il locale.
Anche la risoluzione della storia di Shujiro appare abbastanza forzata: l'uomo non sarebbe morto nello scontro da bande, ma sarebbe sopravvissuto e avrebbe deciso di costruirsi segretamente una vita in un'altra città per evitare ripercussioni sulle persone care. Ciò che rende fin troppo sorprendente la storia è il salvataggio, ad opera di Kyosuke che fortuitamente nota l'uomo in pericolo, esattamente il giorno in cui il ragazzo arriva nella città di Madoka e Hikaru, il giorno prima di salire la famosa scalinata...

Il Sorriso Stregato degli Angeli richiede uno sforzo d'immaginazione ancor più grande dell'episodio precedente.
Per salvare il cuginetto Kazuya, Kyosuke deve addentrarsi nell'universo a fumetti creato dal suo ex-compagno di classe, autore di un manga con protagoniste tre combattenti che vestono alla marinara con l'aspetto di Akane, Manami e Kurumi. In mezzo alla foresta il ragazzo si ritrova in un villaggio abitato da strane creature, che devono cercare di evitare la distruzione da parte di un pericoloso demone; per sventare questa minaccia l'unico modo è far sì che un salvatore venuto da lontano si unisca carnalmente con una vergine dopo averla fatta sua sposa.
E chi aspetta Kyosuke? Una pura e ingenua Hikaru tredicenne, trasposizione immaginaria della ragazza nel periodo subito precedente al loro incontro, timida ma pronta a concedersi a Kyosuke per il bene del villaggio. Ovviamente è presente anche una versione della Madoka quindicenne, disposta ad accettare la cosa e addirittura a fotografare l'atto per testimoniarlo ai posteri, ma con una malcelata gelosia e il suo tipico atteggiamento capriccioso e ambiguo. È l'occasione per ricreare le dinamiche dell'inizio del manga... ma ce n'era bisogno? E soprattutto, non c'erano plot più credibili per arrivare a una situazione simile? Senza considerare poi che assistiamo a un Kyosuke ventiduenne pronto a (ovviamente non succederà nulla) unirsi a una Hikaru tredicenne...

Un terzo volume non all'altezza dei precedenti ma che, se non si considerano certe ingenuità e forzature, riesce comunque a divertire.
La trilogia di libri di Orange Road si conclude così, rimanendo il ciclo di light novel tratte da manga migliore che sia arrivato in Italia finora.

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