Orange Road: ...e poi, l'inizio di quell'estate...
...e poi, l'inizio di quell'estate... Kyosuke si ritrova trasportato 3 anni nel futuro, cercando di scoprire cos'è successo nel frattempo a Madoka, Hikaru, ma soprattutto a sé stesso.
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Il successo ottenuto dal primo libro e la trama accattivante lo porteranno ad essere adattato per il grande schermo, in una pellicola scritta dallo stesso Takada, che diventerà l'ultima incarnazione animata di Orange Road.
La storia comincia qualche mese dopo l'ammissione all'università di Kyosuke e Madoka: una mattina il ragazzo si risveglia bruscamente a causa di una telefonata che lo avvisa di stare attento alle macchine, ma la chiamata è stata fatta da... se stesso?!? Kyosuke si convince che sia uno scherzo, ma mentre va a lezione viene investito proprio da un'automobile che costringe il suo corpo privo di sensi in un letto di ospedale. La sua anima invece si ritrova fluttuare nell'aria, osservando la sua famiglia e Madoka che gli si raccolgono attorno, temendo ormai il peggio. Il nonno di Kyosuke decide di fare un tentativo e prova a mandare l'anima di Kyosuke nel passato così che possa impedire l'incidente, ma per errore lo manda tre anni nel futuro.
Questo espediente narrativo permette al lettore di accompagnare Kyosuke nel 1994 (il futuro!) condividendo la sua curiosità di scoprire come sono diventati i personaggi e cosa è cambiato in quegli anni: le prime sorprese sono il nuovo proprietario dell'ABCB Café e la carriera intrapresa da Komatsu e Hatta nel campo dei manga. Molto più sorprendente è l'incontro con Hikaru, trasferitasi a New York per studiare musical ma tornata in Giappone per un'audizione; la ragazza ignora di avere di fronte il Kyosuke del passato e gli parla sprigionando la stessa energia positiva Kyosuke ventiduenne è "solo" disperso in Bosnia, dove lavora come reporter fotografico dalla zona di guerra. Per quanto riguarda Madoka, il ragazzo si limita ad osservarla di nascosto senza rivelarsi, scoprendo che nel frattempo è diventata una compositrice di successo, con un aspetto ancor più affascinante ma l'animo tormentato dalla scomparsa del suo compagno.
Nel frattempo Hikaru sente al telegiornale la notizia su Kyosuke e pensa che il ragazzo sia tornato in Giappone ma si stia nascondendo per non incontrare Madoka, così lo invita a una cena per chiacchierare ricordando i bei momenti trascorsi assieme, ma la serata si conclude nella sua camera d'albergo, dove rischia di riformarsi il triangolo amoroso...
Il ritorno di Kyosuke dalla Bosnia permette al suo alter ego più giovane di incontrarlo e, dopo un simpatico dialogo condividendo le esperienze in comune e che li differenziano, riesce a farsi trasmettere l'energia ESP necessaria a tornare nel presente; qui il ragazzo potrà finalmente ricongiungersi con i suoi cari e, soprattutto, conquistare finalmente il tanto atteso happening sotto le lenzuola con Madoka.
Oltre ad avere una storia intrigante, la light novel è ben scritta e ha il merito di ricreare la stessa atmosfera della serie originale, senza però riproporre solamente un "nuovo episodio"; fin dall'incipit cattura il lettore con una scena tipica di Orange Road come il sogno premonitore di Kyosuke, per poi ricostruire alcuni dei momenti più emozionanti come il primo incontro tra Kyosuke e Madoka o la sofferta separazione da Hikaru, un malinconico ricordo del protagonista che riaffiora con nostalgia. La trama prosegue poi su binari originali, che sviluppano gli eventi di Voglio Tornare a Quei Giorni, considerati quindi una versione riveduta e corretta del finale del manga. Si può considerare quasi una canonizzazione ufficiale visto che alla night novel ha contribuito anche Izumi Matsumoto, disegnando alcune illustrazioni basate sui momenti più importanti della storia; queste illustrazioni creano una maggiore continuità col fumetto e il tratto del mangaka diventato più maturo si adatta bene alle versioni più adulte dei suoi personaggi.
Due anni dopo la pubblicazione della light novel lo Studio Pierrot realizza un film animato che fa discutere i fan innanzitutto a causa del sorprendente look dei personaggi: il character design non è più quello che ha sempre contraddistinto Orange Road realizzato da Akemi Takada, bensì quello più adulto a opera di Takayuki Goto. Per quanto lo stile della Takada si sia affermato anche più di quello originale di Matsumoto e ci abbia fatto affezionare ai personaggi, il cambio di look riesce ad accentuare il passaggio del tempo e si adatta bene ai protagonisti cresciuti, che non avrebbero avuto la stessa credibilità con l'aspetto da bambolotti e gli occhioni sognanti della Takada.
Per il grande schermo l'autore Terada riadatta la sua stessa storia aggiungendo scene importanti e modificando alcuni elementi: ad esempio fin dai primi secondi del film sappiamo che il Kyosuke ventiduenne è un reporter in Bosnia quindi non c'è lo stesso mistero sulla sua condizione che troviamo nella light novel. Anche il motivo del viaggio nel tempo è differente, non più un errore ma una scelta consapevole: i due Kyosuke infatti hanno avuto un incidente nello stesso istante a tre anni di distanza e questo blocca il Kyosuke ventiduenne in una piega del tempo, rendendo necessario l'intervento del Kyosuke ventiduenne per riportarlo indietro. Il ragazzo nel film non è più solo uno spettatore degli eventi che nel finale assiste al ritorno del sé stesso reporter dalla Bosnia, ma deve contribuire attivamente per farlo tornare sano e salvo.
Il cambiamento più grande della trama riguarda Madoka, che decide di andare in albergo per trovare Hikaru; nel libro questo non avveniva, mentre nel film incontra sia lei che il Kyosuke del passato, trascorrendo con loro una spensierata giornata in piscina. Si tratta di una scena importante di cui si sentiva il bisogno, visto che riesce ad esorcizzare il modo drammatico in cui si erano separati, mostrandoci di nuovo il terzetto riunito e regalandoci un ultimo momento insieme di serenità. Dopo questo intelligente aggiunta viene quasi da domandarsi perché una scena simile non fosse stata scritta anche nella light novel, visto che ritrovare la spensieratezza della loro adolescenza, anche se solo per un attimo, potrebbe essere il primo motivo per cui questa storia andava raccontata.
Incontrando il Kyosuke del passato la Madoka del film quindi sa del viaggio nel tempo; oltre ad avere un divertente dialogo con Kyosuke diciannovenne, questo porta Madoka a intervenire per facilitare il ritorno del suo amato, suonando nel climax della storia la Kyosuke n°1, sonata per pianoforte composta da lei. Il brano, citato anche nel libro, nel lungometraggio acquisisce maggior importanza e questa scelta valorizza la meravigliosa musica composta da Yuki Kajiura.
Entrambe le versioni di ...e poi, l'inizio di quell'estate... sono valide, merito innanzitutto di un buon intreccio e di un interessante utilizzo dei personaggi. Il film animato diretto da Kunihiko Yuyama (futuro regista di più della metà dei film dei Pokémon) può beneficiare delle sequenze aggiunte ma è leggermente penalizzato da un ritmo poco incisivo; inoltre tradisce la sua origine letteraria, con troppe riflessioni dei personaggi riportate attraverso innaturali voci fuori campo. Si tratta comunque di un prodotto sopra la media di molti ripescaggi fatti solo sull'onda della nostalgia, mentre è chiaro che qui i protagonisti e la vicenda abbiano ancora qualcosa da raccontare.
Ma Tarada ha in serbo ancora due light novel per Kyosuke, Madoka e Hikaru...