One Piece Pirate Warriors 4, la prima prova del musou dedicato all'opera di Eiichiro Oda | gamescom 2019

Alla gamescom 2019 abbiamo provato One Piece Pirate Warriors 4, eccone le nostre prime impressioni

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La fama di One Piece precede tutto, soprattutto in Giappone: le produzioni cinematografiche e videoludiche sono oramai all'ordine del giorno e l'importanza del brand nato dal manga scritto e disegnato da Eiichiro Oda è sotto gli occhi di tutti. Così come è palese che il genere musou, che molti potrebbero trovare monotono, nel menare tutti senza particolari pensieri, sia fortemente ancorato a una nicchia, quella alla quale continua a rivolgersi la saga di Pirate Warriors. Ne abbiamo provato il quarto episodio, sempre sviluppato da Omega Force alla gamescom 2019.

L'arco narrativo all'interno del quale si dipanerà la vicenda di One Piece Pirate Warriors 4 è quello di Whole Cake Island, mettendoci su un atollo che si avvicina molto all'idea che tutti abbiamo della casetta di Hansel e Gretel, nella quale i due poveri bambini finiscono succubi della loro golosità per i dolci: l'intera scenografia infatti si affida a torte di enormi dimensioni e leccornìe disseminate in ogni dove e anche gli avversari sembrano quasi pronti per essere mangiati piuttosto che sconfitti. Sovrana del luogo è Big Mom, uno dei quattro imperatori e tra i pirati più forti al mondo. Il povero Sanji si ritrova impegnato nel matrimonio con la figlia di quest'ultima, come mostratoci nel più recente trailer del gioco, ed è in questa situazione che Rufy dovrà sfoggiare ancora una volta le proprie abilità da combattente. Per quanto riguarda lo scenario proposto non sappiamo altro, se non questa breve contestualizzazione della demo che abbiamo potuto provare, proprio nei panni di Rufy: non abbiamo certezza degli altri personaggi presenti, al di fuori dei due già citati e di Reiju, la sorella di Sanji, ma sicuramente l'intera ciurma di Cappello di Paglia potrà dire la sua. L'epopea di One Piece, d'altronde, passa anche dai suoi protagonisti, da Rufy a Zoro, da Nami a Usop, e One Piece Pirate Warriors 4 sembra voler aumentare l'importanza del suo immaginario, anche attraverso lo storytelling, nell'economia del gioco.

[caption id="attachment_198989" align="aligncenter" width="1920"]One Piece Pirate Warriors 4 screenshot Whole Cake Island ci è sembrata decisamente appetitosa[/caption]

"Il combat system segue i canoni del genere: button mashing continuo per sbaragliare gli avversari e qualche abilità da utilizzare nei momenti più concitati"Il combat system segue i canoni del genere: button mashing continuo per sbaragliare gli avversari e qualche abilità da utilizzare nei momenti più concitati, contrastate esclusivamente da un cooldown che ne evita lo spam. Unica aggiunta la possibilità di eseguire delle combo a mezz'aria, come visto nello scontro con Big Mom, pirata dalle dimensioni gargantuesche, che richiederà di dover saltare più volte per poter cercare di colpirla in volto. Il team di sviluppo si è soffermato sul mostrarci la distruttibilità dell'ambiente circostante, sicuramente un aspetto interessante dal punto di vista tecnico, ma che non ci è sembrato tra le caratteristiche più affascinanti del titolo. Il gioco infatti è parso molto ancorato agli standard del genere, con i soliti problemi di monotonia, con infiniti eserciti da debellare e una mappa da esplorare che non permette temporeggiamenti o esplorazioni che siano utili nel rendere più stimolante l'esperienza di gioco. I colpi di Rufy si esaltano nel travolgere le schiere di avversari e sono quanto necessario a soddisfare le richieste delle missioni, fino ad arrivare al boss finale. Lo stesso scontro con Big Mom non ci ha dato maggior profondità, se non nell'attivazione del Gear Fourth, che ci ha dato maggior forza (ma non abbiamo compreso quali fossero i requisiti per la sua attivazione).

One Piece Pirate Warriors 4 cercherà sicuramente di ridare in ambito videoludico un po' di verve stilistica e contenutistica alla saga di One Piece, dopo lo scivolone di World Seeker, esperimento decisamente fallito. Evidenzia già tutti i pregi e i limiti del genere di appartenenza, ma la quantità di contenuti e un roster molto vasto potrebbero essere gli elementi attraverso i quali valorizzare la licenza e renderlo attraente a un pubblico vasto.

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