Oltre la fusione AT&T e Discovery: come la DC ha affrontato i cambiamenti aziendali in passato

Con la fusione di AT&T e Discovery c'è incertezza sulle proprietà DC, ma non è la prima volta che la società affronta cambiamenti aziendali

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Le proprietà intellettuali sono un affare complesso. I diritti dei personaggi e delle storie sono un bene difficile da quantificare e da spiegare, ma sono la moneta fondamentale di Hollywood. Il valore di un personaggio come Batman è costruito nel tempo, negli anni in cui si è inserito nella cultura popolare. Ma è anche un bene non fisso, anzi, destinato a fluttuare in base alla popolarità. Talvolta le intuizioni creative sono remunerative anni dopo il loro lancio, a volte lo sono nei prodotti collaterali. Fatto sta che dietro ogni acquisizione, dietro ogni fusione dei colossi dei media, ci sono valutazioni complesse che spesso ruotano attorno questa valuta immateriale. La recente notizia della fusione degli asset media di AT&T (già proprietaria di WarnerMedia) e Discovery Inc potrebbe causare qualche cambiamento nella gestione delle property DC. Vediamo insieme cosa sta succedendo. Jason Kilar era da poco diventato il CEO di WarnerMedia, facendo sentire la sua voce nell’industria con la decisione di fare uscire direttamente su HBO Max i film Warner. Come abbiamo riportato qualche giorno fa le trattative tra John Stankey di AT&T e David Zaslav di Discovery non hanno coinvolto direttamente Kilar, il quale sembrerebbe pronto (secondo alcune indiscrezioni) a lasciare presto le redini della compagnia. 

Zaslav è particolarmente stimato nell’industria e già nelle prime dichiarazioni rilasciate ha sottolineato l’intento di lavorare fianco a fianco con i talent. Con David Zaslav CEO della neonata Warner Discovery in molti si sono chiesti quale potrà essere il futuro dei personaggi della DC. L’Hollywood Reporter ha affrontato la faccenda senza però sbilanciarsi a riguardo e lasciando la risposta a un vago “to be continued…” dal sapore fumettistico. C’è da dire però che la straordinaria popolarità dei personaggi assicura che continueranno ad essere sviluppati progetti ambiziosi su di loro. Il punto è capire come verranno sfruttati. Non è ancora certa la strategia che li vedrà coinvolti, in una compagnia che sembra sempre di più concentrata sui contenuti streaming audiovisivi (un po’ meno su quelli editoriali).

Non è la prima volta che la DC ha affrontato cambiamenti aziendali radicali. Anzi, sembra sapersela cavare piuttosto bene.

Un breve riassunto della storia fino a qui.

Il rapporto tra la DC e Warner va avanti da quarant’anni con grande beneficio da parte di entrambe le parti. Nel 1967 casa editrice era nota come National Periodical Publications e fu tra le prime acquisizioni nel mondo dell’entertainment della Kinney National Services: un’azienda nota per essere un’impresa di parcheggi e pulizie. La Kinney acquisì l’allora Warner Bros.-Seven Arts nel 1972 facendo leva sulla difficile situazione economica in cui versava quest'ultima.

Fu questo il momento in cui la DC entrò nello stesso paniere della Warner, restando però formalmente separata per anni. La casa editrice rimase infatti una struttura indipendente rispetto alla Warner, pur inserendosi in alcune sinergie produttive per film, serie tv e alcuni fumetti.

Le cose cambiarono nel 1990 con la fusione Time Warner. Si decise in quel momento che l’etichetta DC non dovesse sottostare alla supervisione degli executive Time, bensì essere inserita sotto la divisione cinematografica della Warner Bros. 

Jenette Kahn, l’allora presidente della DC Comics, spiega che l’intuizione fu quella di cogliere il potenziale audiovisivo. Sia Time che Warner erano compagnie operanti nell’entertainment. Una con le parole, l’altra anche con le immagini. La mossa fece chiarezza sulla visione che i dirigenti avevano rispetto alla DC: ovvero di proiettarla come etichetta autonoma al di fuori del semplice portfolio editoriale. 

Tutto rimase stabile fino al 2018 quando AT&T acquisì Time Warner. Venne annunciata allora Pam Lifford alla guida della nuova divisione WarnerMedia denominata Warner Bros. Global Brands and Experiences un ombrello sotto cui è posizionata anche la DC dopo le dimissioni di Diane Nelson, precedente presidente della società.

Quello che è chiaro nella gestione del brand è che la dirigenza vede la DC come un asset multidimensionale, da sfruttare nel grande mercato dell’intrattenimento a 360º cercando di integrarla sempre di più nella struttura della società.

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