Obi-Wan Kenobi: pro e contro dei primi due episodi della serie
I primi due episodi di Obi-Wan Kenobi sono arrivati su Disney Plus: analizziamo pro e contro di questa prima parte della serie di Star Wars
Pro: Ewan McGregor e Obi-Wan
C’erano pochi dubbi in proposito, ma è bello vedere come le promesse siano state mantenute appieno: Obi-Wan Kenobi è una storia di approfondimento del personaggio, incentrata sul protagonista, e Obi-Wan ne emerge come una figura tragica e complessa. Merito del bravissimo McGregor, che ormai indossa il personaggio come una seconda pelle ed eccelle nel trovare un equilibrio tra lo stoicismo che contraddistingue il personaggio e i tumulti che lo agitano internamente, lasciando trapelare il dolore in mille piccoli cenni recitativi che rivelano tutto senza scadere mai nel melodrammatico. Ma merito anche di una sceneggiatura ispirata, che non ha paura di smantellare il personaggio che conoscevamo e di portarlo in fondo al baratro. Isolato dallo spirito del maestro che avrebbe dovuto prestargli conforto, chiuso alla Forza, logorato dal peso degli errori passati, impossibilitato ad avvicinare Luke come vorrebbe, pronto a rifiutare le richieste di aiuto degli altri e separato perfino dalla sua fida spada laser. La sua sarà una storia di lenta e faticosa risalita, e promette di essere una grande storia.
Contro: Reva
Quella che al momento è l’antagonista principale della serie è un personaggio problematico, o quanto meno non troppo entusiasmante. Ovviamente mancano ancora dei pezzi al mosaico e si intuisce che ci sono motivazioni personali e segreti del passato a spingerla nella sua ossessiva caccia a Obi-Wan, fatto sta che il risultato finale è una presenza alquanto urticante, una villain ringhiante e fuori controllo che suscita più fastidio che timore. Esistono villain che affascinano, altri che trasudano minaccia e altri ancora che incutono timore, ma Reva riesce a fare ben poco di tutto questo, e non è un cattivo di cui aspettiamo con impazienza il ritorno in scena. Forse il personaggio è concepito per risultare semplicemente odioso, quindi non ci sentiamo di biasimare l’interprete Moses Ingram e ci riserviamo di emettere un giudizio finale quando conosceremo tutto il suo arco narrativo, ma per il momento, le sue scene non sono quelle che suscitano più entusiasmo.
Pro: La Piccola Leia
Vuoi perché piove un po’ dal nulla, inserendo un filone narrativo inaspettato in una storia che sotto molti aspetti è già scritta, vuoi per la bravura della piccola attrice, ma l’inserimento della piccola Leia Organa come controparte del protagonista è una delle trovate più entusiasmanti. Era facile scadere nel banale o sbagliare gli equilibri, e invece la piccola Leia funziona alla grande. Merito, ancora una volta, di una buona sceneggiatura che la rende arguta, pungente e saputella ma non necessariamente ‘cute’ a tutti i costi, un’ottima versione in nuce del personaggio adulto che tutti impareremo a conoscere.
Contro: Il Grande Inquisitore
In realtà il capo degli Inquisitori interpretato da Rupert Friend fa benissimo il suo dovere e le piccole polemiche sulla sua aderenza o meno alla serie animata Rebels, nel vederlo in azione, svaniscono rapidamente. Discutibilissima però la scelta di eliminarlo in modo apparentemente definitivo per mano della traditrice Reva! Si comprende la necessità di rimuoverlo dai giochi per lasciare spazio alla figura dell’inquisitrice più giovane, ma c’erano molto modi meno drastici per ottenere lo stesso risultato. Un Grande Inquisitore trapassato da parte a parte da una spada laser crea problemi di continuità che si potevano agevolmente evitare. Ora dovremo scoprire che si può sopravvivere anche a una spada laser che ti trapassa la pancia (e Qui-Gon Jinn guarderà tutti un po’ male, d’ora in poi!) oppure bisognerà mettere mano a resurrezioni, clonazioni, “poteri innaturali del lato oscuro”, che sono l’ultima cosa che andrebbe tirata in ballo in una storia come questa. Anche qui aspettiamo di vedere la risoluzione ufficiale della vicenda, ma un po’ più di eleganza e di accortezza nel gestire questo sviluppo non sarebbero guastate.
Pro: Owen Lars
Un altro personaggio già noto che guadagna un po’ di spessore e di carisma è il tutore ufficiale di Luke, Owen Lars. Quello che conosciamo nell’edizione del 1977 è un personaggio cinico, disilluso e a volte un po’ incattivito e quello dei prequel è un giovanotto a modo che non si distingue per particolari meriti, ma quello che vediamo in questa serie, interpretato di nuovo da Joel Edgerton, sembra al meglio del suo potenziale: stoico e coraggioso nel resistere alle minacce degli Inquisitori, granitico nel rimettere Obi-Wan al suo posto con un paio di battute taglienti: un vero e proprio pioniere roccioso che sembra uscito dai film western d’annata.
Contro: Gli Inseguimenti
Il caso è esploso l’anno scorso con la famigerata caccia al segretario del sindaco di Mos Espa in sella alle motorette di The Book of Boba Fett, ma ora, con Obi-Wan, la cosa inizia a essere endemica: lo Star Wars televisivo ha un problema con le scene di inseguimento. Sia la caccia alla piccola Leia nei boschi di Alderaan, sia l’inseguimento di Obi-Wan e della piccola spaventata sui tetti di Daiyu si seguono con un po’ di sofferenza: movimenti goffi, montaggio incerto, a volte tempistiche lente, difficoltà a capire perché i personaggi coinvolti non fanno le cose più naturali. Aggiungiamoci anche la caccia iniziale al Jedi nella taverna su Tatooine, dove basta una semplice tenda parasole che cade a bloccare ben tre Inquisitori! Dalle speeder bike nei boschi di Endor al campo di asteroidi al traffico di Coruscant, Star Wars ha una tradizione di bellissimi inseguimenti mozzafiato. Cerchiamo di recuperare questa tradizione e di onorarla come si deve!
Pro: Esplorando la Galassia
Ancora una volta lodiamo la sceneggiatura della serie, che oltre alle vicende personali di Obi-Wan e dei comprimari, riesce a mostrarci un ottimo spaccato della galassia sotto il pieno dominio Imperiale. Sia le strade di Mos Eisley che quelle di Daiyu, due mondi per certi versi diametralmente opposti, sono vive, credibili e popolate da personaggi che hanno qualcosa da dire, e che rendono al meglio l’atmosfera della vita sotto la tirannia Imperiale. Che si tratti di un truffatore che si spaccia per Jedi, di un vero Jedi idealista in cerca di aiuto o di criminali e cacciatori di taglie alla ricerca di prede facili, ognuno racconta un pezzettino di vita vissuta in quella galassia lontana lontana.
Contro: Scena d’Apertura: l’Ordine 66
Nel suo piccolo, anche la prima scena del primo episodio è spiazzante. Una maestra Jedi si allena in pace e in armonia coi suoi piccoli, quando la porta si apre e fanno irruzione i cloni soldato della 501° Legione impegnati a sterminare il cavalierato, nell’ormai famigerata scena che conosciamo dall’Episodio III. Comprensibile l’intenzione di voler creare un colpo di scena d’impatto, ma possibile che una maestra Jedi non si accorga che al piano di sotto le stanno massacrando l’ordine? Nulla di grave, ma forse mostrare un po’ di inquietudine o qualche dubbio da parte dell’addestratrice prima dell’esplosione della tragedia avrebbe reso il tutto più plausibile.
Pro: La Scena Finale
Non ce ne vogliano Reva, gli Inquisitori e tutto ciò che ruota intorno a loro, ma la storia di Obi-Wan ruota si intreccia necessariamente con quella di Anakin Skywalker/Darth Vader. Ecco perché, evocato dalle parole di Reva, bastano pochi secondi e poche inquadrature per raggiungere il primo grande picco emotivo della storia: il volto martoriato immerso nel bacta, le parole in flashback, la reazione sofferta degli occhi di Obi-Wan, e siamo nel cuore di tutta la vicenda. Quando Obi e Darth si ritroveranno faccia a faccia, ogni imperfezione scomparirà come neve al sole, e saremo lì ad assistere, avvinghiati allo schermo!
Contro: Adattamento Italiano
Spiace infine notare qua e là qualche imprecisione nella resa italiana dei dialoghi. “You know why we are here”, dice il Quinto Fratello alla popolazione di Tatooine, alludendo alla loro caccia ai Jedi. Ma in italiano diventa “Sapete perché siete qui”, rivolto alla cittadinanza stessa. Idem dicasi per un Obi-Wan che si premura di assicurare a un Jawa “sto bene”, letteralissima traduzione di “I’m fine”, ma che in questo caso va inteso come “non mi serve niente”. La qualità degli adattamenti Disney è sempre stata impeccabile, quindi spiace cogliere questi passi falsi fin dalla prima visione, forse attribuibili a tempistiche di lavorazione stringenti.
Vi ricordiamo che il terzo episodio di Obi-Wan Kenobi andrà in onda mercoledì 1 giugno.
Trovate tutte le informazioni su Obi-Wan Kenobi nella nostra scheda.