Now You See Me è un film fatto per fregare il pubblico – e ci riesce benissimo
Now You See di Louis Leterrier è uno heist movie il cui bersaglio principale è chi sta dall’altra parte dello schermo
Una delle più grandi gioie di guardare uno heist movie – o se lo preferite in italiano “film di rapina”, ma fa tutto un altro effetto – è sapere di trovarsi non dalla parte dei buoni, ma da quella di coloro che vinceranno, che hanno elaborato il piano perfetto e che lo porteranno a compimento grazie alla loro intelligenza fuori dal comune e a un’altrettanto eccezionale capacità di improvvisare di fronte agli inevitabili imprevisti. Sono rari gli esempi del genere nei quali a chi guarda mancano dei pezzi: Inside Man di Spike Lee è uno, ma il caso più clamoroso degli ultimi anni è Now You See Me di Louis Leterrier, una sorta di Ocean’s Eleven basato su magia, prestidigitazione e trucchetti mentali il cui più grande merito è di tenere in sospeso chi guarda fino all’ultimo istante, e di rivelare il suo trucco definitivo solo quando sembra che il sipario sia definitivamente calato.
Now You See Me, now you don’t
Diretto con un’energia che non gli si vedeva addosso dai tempi di Transporter da Louis Leterrier e interpretato dal più classico dei “cast di star” (Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Isla Fisher, Dave Franco, Mark Ruffalo, Mélanie Laurent, Michael Caine, Morgan Freeman... dobbiamo andare avanti?), Now You See Me (guarda il trailer) è costruito su un’idea semplice e geniale: quella di prendere un gruppo di maghi – non in senso potteriano ma davidcopperfieldiano – che, per motivi che vi lasciamo scoprire, decidono di fare squadra per trasformarsi in criminali. E siccome parliamo di gente che pratica magia, cioè un’arte che consiste nell’ingannare il pubblico distraendolo e contemporaneamente mostrando chiaramente tutto quello che sta succedendo, tutti i trucchi dei Quattro Cavalieri, che coincidono poi con le loro rapine sempre più audaci, ci vengono mostrati senza venire prima sviscerati, mostrati da ogni angolazione possibile, spiegati in ogni minimo dettaglio.
Logica, ragione e plausibilità, soprattutto a fronte di colpi che si fanno via via più complessi e prevedono anche impossibilità scientifiche come il teletrasporto, sono anche le armi utilizzate da quelli che si possono considerare i cattivi di turno, o quantomeno coloro che cercano di fermare i protagonisti: parliamo di Dylan Rhodes e Alma Dray (Ruffalo e Laurent), agenti rispettivamente di FBI e Interpol che passano due ore e venti minuti a inseguire i Quattro Cavalieri e a venire regolarmente turlupinati. Now You See Me è un film di gente che si crede più intelligente di chi ha di fronte (“Il primo trucco di un mago è essere la persona più furba della stanza” dice Daniel Atlas/Eisenberg a Rhodes all’inizio del film), e che regolarmente scopre di non aver preso in considerazione un dettaglio, di non aver notato quel particolare che avrebbe cambiato la prospettiva.
Il prestigio, dove succede l’inaspettato
Questo triangolo di inganni e controinganni (i Cavalieri rapinano una banca in diretta, Bradley spiega come hanno fatto, Rhodes ascolta e crede di aver capito e di poterli fermare prima della rapina successivo, i Cavalieri lo fregano di nuovo, Bradley ricompare per spiegare...) ha in realtà un altro lato all’inizio invisibile e che si manifesta pian piano, colpo dopo colpo: è quello rappresentato dal pubblico (non quello degli spettacoli ma quello dall’altra parte dello schermo), che viene immediatamente coinvolto nei piani dei Quattro, per lo meno emotivamente. Now You See Me vuole far credere a chi guarda di essere dalla parte di chi sa, non da quella di chi viene fregato: il film sembra spiegare con dovizia di particolari ogni suo singolo trucchetto, dai giochini con le carte di Jack Wilder (Franco) ai colpi da milioni di dollari, e tutte le volte che umilia il povero Rhodes lo fa dando di gomito a chi guarda, come a dire “visto? Lui ci è cascato, voi no”. È un classico degli heist movie ma è anche un peccato capitale per qualsiasi illusionista che si rispetti: i trucchi di magia funzionano ed emozionano perché accettiamo di non vedere il meccanismo che ci sta dietro e ci facciamo travolgere da quello che appare, non quello che succede davvero. Now You See Me invece gode nel mostrare le sue carte e strizzare l’occhio a chi non è direttamente coinvolto nella vicenda, ma la sta guardando dal proprio divano.
Eppure più passano i minuti più il film insinua un sospetto nella mente di chi sta più attento: possibile che sia tutto qui? Possibile che Leterrier ci stia davvero facendo vedere tutto, e che Now You See Me sia un film di complicatissime rapine e agenti dell’FBI di buona volontà ma un po’ incompetenti? Non è che mentre ci stiamo concentrando sulle vicende dei Quattro Cavalieri c’è qualcosa, qualcosa d’altro, che ci sfugge? Un dettaglio che se scoperto ribalterebbe ogni prospettiva? Possibile che sia proprio mostrandoci tutto quanto senza pudore che il film ci frega, e ci nasconde la vera chiave di volta? È un sospetto che viene esplicitato con grande furbizia verso la metà del secondo atto, un dubbio che passa da chi guarda ai protagonisti del film, e che apre le porte a un altro piano di lettura, un altro enigma che se risolto stravolgerebbe tutte le certezze accumulate fino a quel momento.
La ricerca del pezzo mancante (o per lo meno la risposta alla domanda “c’è davvero un pezzo mancante?”) diventa così il cuore di un terzo atto che è un costante gioco delle tre carte: dopo aver fregato mezzo mondo, Now You See Me prova a fregare anche chi fino a lì ha guardato sentendosi complice, e che si riscopre invece vittima di uno dei giochi di prestigio più divertenti degli ultimi anni.