Nomadland: cos'è la Camper­Force e la spiegazione dei lavori (veri) della protagonista

In Nomadland alcuni personaggi fanno parte della CamperForce. Spieghiamo di cosa si tratta e il perché dei lavori mostrati nel film

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Nomadland si interessa molto dell’aspetto umano dei suoi protagonisti, degli incontri che fanno e del senso che trovano lungo la strada. Chloé Zhao si concentra meno nel mostrare come i nuovi nomadi americani si mantengano, i lavori che fanno e le loro aspirazioni. Il film di finzione, tratto dal libro Nomadland. Un racconto d’inchiesta di Jessica Bruder, si mescola però con le vere comunità di cittadini in viaggio. Molto di quello che vediamo, a partire dalla maggior parte dei suoi personaggi, è autentico. Ma qual è la storia vera dietro Nomadland? E come mai la protagonista Fern (Frances McDormand) continua a ritornare nello stabilimento Amazon per lavorare? Lo scopriamo di seguito.

Il contesto economico di Nomadland

Fern ha perso il lavoro nel 2011 dopo la chiusura dello stabilimento US Gypsum ad Empire. Dopo la morte del marito ha deciso di mettersi in viaggio, vivendo di lavori stagionali. Nomadland fa i conti anche con la crisi dei mutui subprime. Il tracollo economico ha coinvolto il mercato immobiliare (se ne fa cenno nel film) e finanziario. Molte persone rimasero senza risparmi e con le abitazioni pignorate a causa di tassi a crescita esponenziale dei mutui. 

Nel frattempo, nella fine del primo decennio degli anni 2000, Amazon si stava ingrandendo diffondendosi in maniera capillare. Aveva però un problema: ogni anno i magazzini vivevano un picco stagionale di transazioni. In particolare nel periodo precedente al Natale. Occorreva quindi trovare una nuova forza lavoro su richiesta. Nel 2008 l’azienda tentò un esperimento con successo: si rivolse ai migranti, alle persone che viaggiavano e vivevano nei veicoli come van, roulotte, camper. Inizialmente la proposta riguardava solo lo stabilimento di Coffeyville, Kansas.

La CamperForce

Visti i buoni risultati decisero di espandere il programma nei magazzini di Campbellsville (Kentucky) e Fernley (Nevada). Iniziò così il programma Camper­Force. 

Come si vede in Nomadland questo modo di lavorare è amato e odiato dai nomadi. È infatti un’occupazione molto dura, con turni di 10-12 ore pagati tra gli 11 e i 15 dollari l’ora. Permette però di guadagnare il denaro sufficiente per mantenersi per il resto dell’anno in viaggio. 

Secondo un’inchiesta di Wired, che entra nel dettaglio intervistando direttamente i lavoratori, molti di loro sviluppano infortuni come fasciti, tendiniti, e disturbi derivanti dallo stress. Anche alle persone più anziane era chiesto di camminare per 15 miglia nel magazzino portando pesi. Dall’altro lato però questi nomadi sono una forza lavoro molto apprezzata dall’azienda. Sono diligenti, efficaci, con una grande etica del lavoro proprio alla luce del fatto che, spesso, sono persone che hanno portato avanti un’occupazione per tutta la vita. 

Per le persone che hanno scelto questa vita, o che sono state forzate dalla contingenza a percorrere questa strada, il grande magazzino è una meta a cui tornare. Proprio come il giro infinito, il cerchio ad anello che viene citato nel film. 

Fern non vive male il suo lavoro, lo accetta come tanti altri proprio perché le permette di vivere mettendo da parte del denaro che le servirà durante il resto dell’anno. Ma per chi vuole condurre la propria esistenza attraversando spazi infiniti, le grigi pareti della logistica possono essere un limite.

Gli altri lavori mostrati nel film

Durante l’anno, o in alternativa al lavoro in magazzino, Fern si guadagna da vivere come responsabile del campo dove sostano i veicoli. È un’occupazione da tuttofare che spesso permette la permanenza gratuita, ma non costituisce un guadagno vero e proprio. Consente però di passare la giornata immersi nella natura, a contatto con le altre persone.

Fern trova una occupazione anche in un impianto di lavorazione della barbabietola da zucchero. David, interpretato dall’attore David Strathairn, lavora al Badlands National Park accompagnando i turisti nelle visite e successivamente come cuoco per Wall Drug, un ristorante posto vicino al parco.

Gli attori non professionisti di Nomadland

Bob Wells, lo YouTuber e lo scrittore che ha fondato il Rubber Tramp Rendezvous non è un personaggio inventato dal film. Persino la storia personale che racconta, del divorzio e della tragica morte del figlio è autentica. Egli è uno delle personalità più influenti e promotore di questo stile di vita. Gran parte delle sue battute sono improvvisate. Gli eventi che lo coinvolgono in prima persona spesso vengono da corsi, incontri e iniziative da lui realmente condotte.

Gli altri nomadi che incontra Fern sono non-attori, veri nomadi che, come detto dalla regista a CBC, spesso sono costretti a vivere quella vita. Dice Zhao: “molti di loro sono stati costretti a questa vita. Una volta che hanno riottenuto della sicurezza economica, alcuni sono tornati a vivere in case più convenzionali. Altri, avendo perso tutto ciò che li definiva, si sono riscoperti sulla strada e hanno realizzato che questa è il luogo a cui più appartengono”.

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