No, non siete sordi: ecco perché non avete sentito bene i dialoghi di Tenet

Avete visto Tenet ma vi è sembrato di non riuscire a cogliere tutti i dialoghi? Non preoccupatevi, c'è una ragione e ve la spieghiamo.

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Tenet non è decisamente un film semplice e lineare da seguire. È innegabile che sia però un’esperienza sensoriale unica, coinvolgente e immersiva. La spettacolarità dei suoni e l’intreccio della trama vengono proposte tramite un sound design insolito che non aiuta di certo lo spettatore. Se pensate di non avere sentito bene alcune battute del film, non preoccupatevi, non avete un calo di udito, e soprattutto non siete gli unici. Molti dialoghi vengono infatti persi, sommersi sotto uno stuolo sonoro imponente. Molti spettatori da tutto il mondo si sono lamentati sui social per il fatto di non essere riusciti a seguire molti dialoghi chiave.

Ma qual è la ragione?

Affrontiamo subito l’elefante nella stanza: la colpa non è del doppiaggio italiano. Le ragioni sono molteplici: la prima è di carattere tecnico. Il problema dell’audio di Tenet non è legato alla chiarezza di pronuncia degli attori italiani che hanno prestato la loro voce ai personaggi, ma alla dinamica audio tra le varie tracce. Spesso infatti la traccia della colonna sonora, così come i rumori d’ambiente, sovrastano i dialoghi.

Chi ha deciso questo missaggio?

Sicuramente non gli italiani, non in autonomia. Il doppiaggio di titoli così importanti deve infatti venire sempre approvato dalla produzione. È prassi che le tracce di doppiaggio vengano addirittura inviate al team internazionale che effettua in prima persona il mix, secondo le indicazioni del regista. In alcuni casi è l’autore stesso a supervisionare le versioni internazionali, dando la sua approvazione al prodotto finito. Anche quando non conosce la lingua di riferimento, ascolta i campioni, le voci e dà il suo benestare. Non abbiamo prove ma, data la celebre cura che Nolan mette nei suoi film, non risulta difficile credere che abbia partecipato direttamente all’approvazione di tutti i sound mix.

Il secondo elemento da considerare per "scagionare" il doppiaggio italiano di Tenet viene dal banale fatto che anche gli spettatori Americani stanno lamentando le stesse difficoltà.

Non è la prima volta che accade una cosa del genere nei film di Nolan. In Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno la voce di Bane (Tom Hardy) era difficilmente comprensibile, così come quella del personaggio, sempre di Hardy, in Dunkirk.

Il problema sembra in primo luogo legato alle maschere indossate dagli attori. Nolan non ama infatti ritoccare l’audio con un ridoppiaggio degli attori in post produzione. In un’AMA di Reddit il sound designer Richard King, storico collaboratore del regista, ha confermato che:

Nolan vuole tenere alta la tensione del pubblico e immergerlo oltre lo schermo, e non permette che l’esperienza di visione sia passiva.

Registrare l’audio totalmente sul set aiuta quindi l’immersione nella storia, dando un senso di realismo all’azione. Non è facile sentire le parole del compagno di battaglia mentre esplodono le bombe a pochi metri. 

Una teoria sulla questione viene da Mathew Price, un sound mixer che ha lavorato a I Soprano. Price indica l’eccesso di tracce audio come una delle ragioni principali di questa confusione. Egli infatti non limita il problema ai film di Nolan, ma intravede la stessa tendenza anche in altri blockbuster. Questo eccesso di tracce ha come conseguenza lo schiacciamento del suono registrato sul set con gli “effetti speciali” sonori. Il tecnico del suono Ron Bochar concorda:

I primi film di Star Wars erano perfettamente udibili. Sentivamo ogni dialogo. Ascolta Apocalypse Now: si sente tutto. Se riguardi i vecchi film sentirai la presenza degli effetti sonori, ma al giorno d’oggi sono fuori di testa: qualcuno cammina in un corridoio con una giacca di pelle, e tu senti il cigolio delle zip e lo scricchiolio della pelle. Ogni passo arriva dritto in faccia.

Eppure, dal momento che l’intensità dei suoni può essere regolata e perfezionata, è difficile credere che sia questa la ragione di un ambiente sonoro disequilibrato.

C’è chi ha avanzato un’ipotesi suggestiva: Il direttore della fotografia Hoyt van Hoytema ha ammesso che nel film ci sono dei dialoghi che non sono riusciti a riprendere con le cineprese IMAX, più rumorose rispetto alle normali strumentazioni. Anche questa opzione è però da escludere: nonostante la rumorosità dei mezzi utilizzati non c’è motivo perché l’audio registrato sul set non possa essere equilibrato con il resto delle tracce.

Certo, non tutti i cinema sono gli stessi. C’è chi ha un impianto più complesso e immersivo e chi possiede sistemi audio obsoleti. Un aneddoto della storia del cinema racconta di Warren Beatty ad una proiezione di Gangster Story. Vedendo il film Beatty notò che il suono dei proiettili si sentiva a malapena. Il motivo era che il protezionista aveva abbassato il volume generale. Insomma: il film, una volta finito, è nelle mani del protezionista che può diventare un nuovo regista?

Peter Albrechtsen, sound designer che ha lavorato a Dunkirk, non è però d’accordo.

Egli argomenta infatti che Nolan cerca sempre di garantire che il film venga visto esattamente come è stato concepito. Per questo motivo continua a mixare il film in 5.1 anche se i cinema possiedono impianti Atmos o surround più avanzati. Perchè 5.1 è il formato audio più diffuso nei cinema di tutto il mondo. 

tenet la recensione

Ma allora come mai l’audio resta “fallato”?

La risposta più semplice è: perchè non è fallato.

Variety ha indagato la questione contattando alcuni professionisti nel mondo del sound design che hanno lavorato con il regista. La risposta è pressoché unanime. Sia che suoni corretto, sia che suoni “sbagliato”, l’audio che sentiamo al cinema è esattamente come Nolan voleva si sentisse. L’assenza di doppiaggio in post produzione dei dialoghi originali rende i suoni più “crudi”, ma anche più realistici. Non capire un dialogo è quindi parte della grammatica dell'immersione adottata dal regista.

E sebbene una delle frasi più celebri del film sia “non cercare di capire: sentilo”. Possiamo dire che in questo caso anche non sentire fa parte del gioco. Tenet resta quindi un’esperienza filmica unica, che ha sicuramente respinto qualcuno, ma che ha anche ispirato altri.

E voi da che parte state? Vi è piaciuto l’uso del suono di Tenet? Fatecelo sapere nei commenti

Fonte: Variety, Guardian, ReleaseNews

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